Amalie - 44

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Mi sveglio a causa di un caldo raggio di sole che mi colpisce il viso, finendo dritto nel mio occhio.
Sono stesa sulla roccia, fredda e dura, e sento chiaramente gli uccellini cinguettare festosi in lontananza, ma fatico a capire bene dove mi trovo, o cosa sia esattamente successo.
Ho tutto il corpo dolorante, una coperta calda ed una mano addosso e.. ho la guancia sulle gambe calde di qualcuno.
Piano mi giro appena, accigliata, per vedere di chi si tratti, e trovo Derek, poggiato con schiena e testa alla parete rocciosa e gli occhi chiusi.
Inclino appena il capo, sempre più confusa, poi faccio scorrere lo sguardo per tutta la cavità rocciosa in cui ci troviamo, mentre lentamente piccoli sprazzi di ricordi della precedente nottata si fanno lampanti nella mia testa.

Ecco spiegato il torpore doloroso che sento. Quello e questa assurda e scomoda posizione in cui ho dormito.

<Buongiorno, bionda.>
La voce rauca di Derek mi fa riportare lo sguardo su di lui. E per quanto io voglia allontanarmi da lui, devo ammettere che il calore che mi trasmette mi serve ed è piacevole, soprattutto vista la nottata appena trascorsa.
Lo osservo, in silenzio, mentre lui abbassa appena il viso per guardarmi: non ha nemmeno un graffio, quindi non l'ho ferito. E ne sono ovviamente sollevata.
Riporto lo sguardo nel suo, senza riuscire a pronunciare nemmeno una parola.
La sua mano calda, che finora era sul mio braccio, si sposta sul mio stomaco quando mi volto per stare stesa a pancia in su e poterlo guardare meglio.
<Come ti senti?>
<Come se fossi stata investita da un cavallo impazzito..> sussurro con voce flebile. Ho la gola e la bocca totalmente aridi.
Prontamente lui allunga l'altra sua mano accanto a se, poi poco dopo mi porge una bottiglietta d'acqua.
Per assurdo sembra quasi che non voglia affatto interrompere questo nostro minimo contatto fisico, cosa che però devo fare io nel tirarmi piano a sedere per poter bere, facendo così cadere lateralmente la sua mano e scoprendomi dalla coperta.
Faccio sorsi lunghissimi, veloci, e finisco quasi l'intera bottiglietta, poi vengo pervasa da un intenso brivido di freddo.
Ma Derek, ancora seduto dietro di me, non esita nemmeno per un secondo, allunga le sue possenti braccia ai lati dei miei fianchi, prende la coperta e me la riporta fin sopra le spalle, sotto il collo, e prima che possa dirgli qualsiasi cosa, mi tira indietro, facendomi poggiare la schiena al suo petto, che di sicuro è mille volte più caldo della sola coperta.
Mi irrigidisco un po', semplicemente perché vorrei sottrarmi a quel contatto che trovo totalmente forzato, ma sono davvero troppo indolenzita ed infreddolita, quindi mi convinco che è la soluzione migliore che posso avere per ora e piano mi rilasso, stringendomi ancora di più a lui, per quanto possibile.

<Mi puoi, per favore, spiegare cosa ti impedisce di lasciarti andare, in questa tua piccola testolina bionda?>
So' perfettamente che si riferisce al fatto che non riesco ancora a controllare la mia natura mannara, e che la scorsa nottata ha davvero fatto schifo, ma non mi aspettavoper niente questo suo tono così... dolce.
Le sue braccia intorno a me mi tengo al tempo stesso sia protetta che in trappola, quindi mi faccio coraggio e glielo dico.
<Beh, io.. ho paura.>
<Questo mi era fin troppo chiaro, ma mi interesserebbe sapere di cosa, per l'esattezza.>
Non vorrei, ma per istinto mi ritiro maggiormente tra le sue braccia - che in fin dei conti mi fanno ancora sentire protetta-, facendomi forse ancora più piccola di quanto io già non sia, accanto a lui, mentre piano mi costringo a vuotare il sacco.
Lui, intanto, non smette nemmeno per un secondo di stringermi a sé per scaldarmi.
<È che.. ho già passato così tanto tempo a quattro zampe, senza riuscire a tornare umana, che.. temo di restarci nuovamente, se dovessi riuscire a trasformarmi. Per tutto quel tempo avevo lucidità sul cosa facessi, ma non ero mai completamente padrona di me stessa. Ed il lupo, talvolta, prendeva il sopravvento, e.. beh, non ho bei ricordi.>
Fa un grosso respiro, posando il suo mento sulla mia testa.
<Allora, forse, dovresti provare a cambiare la tua prospettiva. Pensare che prima eri tutta sola, e sei comunque sopravvissuta senza essere totalmente padrona di te. Ora però hai un enorme branco e ben due Alpha ad aiutarti. Pensi che ti permetterei mai di farti sentire intrappolata in una forma che ti fa soffrire? Mi basterebbe chiamare il tuo nome, come tuo Alpha, e torneresti umana. Ma prima devi provare a fidarti del branco, e soprattutto non dico di me, non sempre almeno, ma di te stessa.>
La sua voce è bassa e calda, così carezzevole da indurmi a chiudere gli occhi mentre lo ascolto.
<Eppure mi sento così fuori posto.. tu non mi vuoi qui, e la tua parte di branco praticamente mi odia. E per quanto adori Scott, lo sento che sei tu il mio Alpha, solo tu..> sussurro appena, quasi spaventata dal dover ammettere e accettare le mie stesse parole.
<Cosa ti fa pensare che io non ti voglia qui?>
Il suo tono è strano. Quasi confuso. Forse ferito.
Sospiro e mi stacco da lui. Sono solo una povera sciocca, non avrei dovuto dire nulla.
Faccio per alzarmi in piedi, ma Derek è decisamente più veloce: mi afferra e mi volta verso di sé, totalmente, costringendomi al suo, ormai duro, sguardo.
<Cosa.> ribatte, ora secco.
Lo osservo per qualche secondo, pensandoci, poi mi avvicino per baciarlo.

Ed esattamente come mi aspettavo, lui si scosta, girando il viso e smettendo all'istante di guardarmi.
Faccio un leggero sorriso, amaro.
<Non sei più il mio Derek. E si vede. Mi tratti come tratti chiunque. A volte anche peggio. Dovresti solo ammettere che sono solo un altro dei tuoi sbagli.>
Di colpo torna a fissarmi, più duramente di prima. Sembra arrabbiato.
<Il mio unico errore con te è stato solo quello di averti uccisa, Amalie. Io ti ho uccisa.>
<Non eri in te. Non lo volevi.> ribatto, secca, senza staccare gli occhi dai suoi.
<Ma non mi sono fermato. Avrei dovuto, e non l'ho fatto. Ed è solo colpa mia se ora sei questo, se hai passato la notte a soffrire in ogni fibra del tuo corpo. Se sicuramente odi te stessa.>
Per la prima volta, da quando sono tornata, lo vedo. Vedo in uno sprazzo dei suoi occhi che è ferito anche lui, vedo il suo senso di colpa.
Metto veloce le mie mani fredde sulle sue guance, costringendolo a guardarmi dritto negli occhi, senza via di fuga.
<Non è stata colpa tua. Ho scelto io. Ho preferito questo alla morte, che avrebbe significato non poterti più stare accanto. Tu lo capisci o no? Lo capisci che non mi importa che forma ho, mi basta starti accanti, perché mi hai fatta sentire più tu a casa in poco tempo, che il mio intero mondo in tutta una vita?! Che per te avrei comunque messo tutto in secondo piano?! Che con te.. dannazione Derek!>
Lo colpisco appena ad una spalla, ritrovandomi ad alzare la voce ad ogni parola che dico, perché sono terribilmente triste e stanca, e lo amo. Dannazione se lo amo. 

Lui mi guarda, immobile. Poi è il silenzio. Totale.
In un attimo le sue labbra sono sulle mie, le sue mani sulle mie guance bagnate da lacrime salate che non mi ero ancora accorta di aver iniziato a versare.
Mi bacia e mi sento così tanto bene, sto finalmente bene. Mi sembra di respirare di nuovo dopo mesi di inferno.
Ricambio subito il suo bacio, come se le sue labbra possano darmi l'ossigeno che ormai mi sento costantemente mancare. Lo bacio e mi sento viva. Sono libera.

Poi però improvvisamente il mio cervello si accende, prepotente, ed inizio a pensare.
Penso che non mi aspettata minimamente. Che è andato anvanti molto velocemente, fin troppo. Che ormai ha tante ragazze, quando mi aveva detto che non amava affatto averne una diversa al giorno. Penso che molto probabilmente mi sta baciando solo perché gli faccio pena, o peggio pietà. Perché sa che sono innamorata di lui e vorrebbe che fossi una delle tante, come tutte le altre. 
Velocissima metto le mani sul suo petto e lo spingo via senza troppa delicatezza, mentre un singhiozzo sfugge al mio rigido controllo, mandato in frantumi da questo momento di debolezza.
<No, basta..> riesco a dire, tra i singhiozzi sempre più frequenti, mentre indietreggio per allontanarmi da lui il più possibile.
Nemmeno riesco a guardarlo, ora. Mi sento totalmente annullata, umiliata.
<Ma.. Amalie..>
Non capisce.

<Amalie?!>
La voce allarmata di Stiles si fa sempre più vicina, segno che si sta avvicinando a me e Derek.
Mi aggrappo a lui non appena mi accosta, cercando di darmi quantomeno un contegno, o fermare le mie ora incessanti lacrime.
Mi aiuta a tenermi sollevata e mi tira appena indietro quando Derek prova ad avvicinarsi.
<Non ora.> dice, risoluto come mai lo avevo visto prima.
<Lascia che la riporti a casa.. solo questo.>
<Lasciami stare..> riesco a malapena a dirgli, senza riuscire minimamente guardarlo, tenendomi a Stiles come se fosse la mia ancora di salvezza, non riuscendo a calmarmi per nulla al mondo.


Quindi lo realizzo, che qualcosa non va, perché sento nel petto quella pressione che grazie a Derek mi aveva praticamente abbandonata, quando ero una Cacciatrice.
Sono nel bel mezzo di un attacco di panico.
L'averlo capito, però, mi agita ancora di più, mi impedisce di sforzarmi per potermi riuscire a calmare da sola, senza farmi quindi avere alcun controllo di me stessa. Ancora.
Le mie unghie mutano e affondano nel secco braccio di Stiles, che sanguina, non volendolo però davvero fare, con il respiro che sento sempre più corto ed i polmoni che mi bruciano. Gli sto facendo male, e ho solo una soluzione possibile ora.
Irrimediabilmente, sapendo che è la mia sola via di salvezza, mi ritrovo a dover cercare Derek nuovamente, sforzandomi di dire il suo nome come posso, ormai bloccata, e riuscendo quanto meno a lanciarmi su di lui per lasciare il braccio del povero Stiles.
Il mio respiro si fa quasi inesistente, le orecchie mi fischiano, e il mondo intero mi gira intorno come non mai, facendosi beffa di me.
Sento le mani e le braccia di Derek su di me, a reggermi, ma non la sua voce, anche se sono certa che mi stia parlando. Lui prova sempre a parlarmi in questi momenti.
Lo ha capito, so che lo ha capito.
Quindi stremata mi lascio andare tra le sue braccia, ancora troppo esausta dalla Luna piena per poter anche solo pensare di lottare contro me stessa per l'ennesima volta.
Chiudo finalmente gli occhi, e il mondo, ora fermo e silenzioso, scompare.

Sei tu la mia salvezza - Derek Hale {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora