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Richmond, Virginia

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Richmond, Virginia

Era una ventosa giornata d'autunno nel centro della Virginia, ed è proprio lì che il diciannovenne Han Jisung stava incartando le sue valigie deciso a scappare di casa.

I suoi genitori erano alquanto protettivi, se non maniaci del controllo. Lo tenevano in casa continuando a dargli ordini poco graditi da quest'ultimo.

"Fai quello, fai questo" E di certo con un caratteraccio e i capelli ribelli come quelli di Jisung non gli conferivano un aria tanto innocente e pura.

Jisung non era una ragazzo molto tranquillo e timido. Gli piaceva divertirsi e andare in giro, conoscere gente nuova. Anche se non stava mai con una persona per più di una settimana. Era una anima libera e tutto quel controllo che gli imponevano i suoi genitori lo stava facendo impazzire.

Era sicuro che sarebbe finito al manicomio se quella situazione continuava ad andare avanti.

-Ho diciannove anni cazzo- Si ripeteva con rabbia ogni volta che i suoi genitori gli vietavano di uscire con gli amici, o anche per una semplice passeggiata per i boschi. Era stufo di quella situazione e per poco non soffocava per tutte le cose che gli venivano ordinate in continuazione.

Aveva impacchettato tutte le sue cose e si era deciso a trasferirsi dall'altra parte della città lasciando quella casa opprimente e piena di ricordi infelici. Ma la cosa più complicata a cui Jisung aveva dato poca importanza era che non era facile trovare un appartamento adatto a una studente, e cosa più importante con una retta ammissibile.

Stranamente la vita era stata clemente e grazie all'aiuto della zia della sua compagna Margot; una ragazza emo con un problema con l'alcol, aveva trovato un appartamento carino e con un affitto ammissibile.

Anche se non si aspettava che dietro a un trasloco del genere ci fossero così tanti passaggi e caos. Si era aspettato qualcosa di più facile e di certo non così complicato.

Aveva dovuto firmare vari moduli e prendere tutti i suoi documenti con se. La parte più facile è stata incartare tutte le sue cose, e alla fine ce l'aveva fatta. Era riuscito a trasportare tutte le sue cose davanti al palazzo dove si trovava il suo nuovi appartamento. Ora il problema era portarle su. Nei dintorni non c'era nessuno e questo significava che avrebbe fatto tutto da solo.

Erano quattro borsoni e due valigie abbastanza pesanti, pieni di libri. Iniziò a portare le cose volta per volta, con uno sforzò sovrumano, trasportare pesi non era adatto al suo corpo piccolo e esile.

-Finirò per staccarmi le braccia-

-Devo iniziare ad andare in palestra-

"Stanza 408" Prese un grande respiro e entrò nella sua nuova casa. Introdusse tutte le valige e borsoni, e poggiò la giacca e la sciarpa sul divano. Con uno sforzo sovrumano era riuscito a tirare su tutte le valigie.

ROOMMATES PROBLEMS lmh.hjsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora