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Richmond, Virginia

"Minho!!"

-Oh cosa vuole adesso?-

Minho sentì Jisung gridare di nuovo dalla sua stanza, prima o poi quei urli gli avrebbero fatto venire l'emicrania.

"Cosa c'è" Erano passati solamente quattro giorni e già la sua stanza era in un catastrofoco disordine.

"La tua stanza fa schifo" commentò Minho senza pensarci due volte. Jisung non si offese al suo commento, sapeva che era disordinata, ma a lui andava bene così. Non gli importava cosa pensasse il moro. Almeno era pulita.

"Non ti ho chiamato per questo" lo riprese alzando gli occhi al cielo.

"Quindi cosa c'è?"

"Il mio computer si è rotto, tu che sei un ingegnere di Softyare riparalo" Il moro si fece una risata per il modo in cui aveva pronunciato quelle parole.

"Software, non Softyare" Lo corresse.

"Sì sì è uguale Software, Softyare" Disse Jisung con nonchalance

"E poi un ingegnere di Software, non ripara i computer"

"C'è sì li ripara ma...aahh lasciamo stare" era troppo complicato da spiegare, e in quel momento non ne aveva la minima voglia. Diede un'occhiata al computer. Il monitor sembrava essere apposto; Sperò solo che non si fosse bruciata la scheda madre a causa di un fulmine, ma non c'era nessuna traccia di fumo. Si era socialmente spento l'alimentatore che lo collegava alla corrente a causa del blackout. Spostò l'interruttore e lo computer si accese di nuovo.

"Wow, come hai fatto" Chiese ingenuamente il biondo, era sbalordito dalle sue capacità, anche se effettivamente non aveva fatto nulla.

"Ho solo acceso l'alimentatore che si era spento a causa della corrente" disse semplicemente, sicuro che il biondo non aveva capito niente, ma lasciò stare.

"Beh sei stato bravo comunque"

"Grazie, hai cenato?" (Hai cagato?) Il ragazzo scosse il capo. Non aveva fame, ed era molto assonnato e stanco anche solo per masticare.

"Beh dovresti mangiare qualcosa, fa male dormire a stomaco vuoto" lo rimproverò

"Beh vedo che ti stai prendendo cura di me" Jisung sogghignò, non pensava che Minho sarebbe riuscito a dire qualcosa del genere, ma infondo lo stava solo stuzzicando. Alla sua affermazione il moro rimase un po' in difficoltà e dovette trovare una scusa plausibile, poiché era vero che si era preoccupato.

"Non voglio avere una malato in casa, poi me ne devo occupare io" rispose freddo, sembrando quasi convincente.

"Gne gne, va bene mi farò una frittata" cercò di maneggiare con le pentole e i fornelli. Jisung aveva delle scarse capacità culinarie e facevano tutte abbastanza schifo. Provò a fare una frittata, ma il risultato non sembrava promettente.

Minho mentre lavorava al computer sentì una leggera puzza di bruciato. Si alzò e piano piano il puzza si fece più forte, si accorse che Jisung stava continuando a cucinare la sua frittata, ormai bruciata. Spense subito i fornelli.

"Ma cosa fai? Non vedi che si sta bruciando"
"Non era ancora cotta"

"Infatti è bruciata" Buttò il frittata bruciata nella pattumiera

"Non sai fare nemmeno una fritta" concluse sconfitto Minho alzando gli occhi al cielo, questo commento offese particolarmente il ragazzo dai capelli biondi. Si diresse velocemente in camera sua sbattendo la porta e successivamente chiudendola a chiave.

Non voleva piangere per uno stupido commento, ma non riuscì a trattenere un grido di frustrazione, che soffocò sul cuscino.

Minho emise un sospiro

-Possibile che se la prende per tutto?-

Prese altre uova e si mise a preparargli una frittata commestibile e soprattutto non bruciata. Quando finì di prepararla bussò alla porta del biondo. Non ricevette nessuna risposta.

"Jisung apri il porta"

"Vattene via" girdò.

"Ho fatto una frittata, mi dispiace per quello che ho detto" Dopo una manciata di secondi Jisung aprì la porta, ma prima si sistemò per bene; Si era stuccato e aveva messo una comoda felpa che non ricordava nemmeno possedesse, e un paio di pantaloncini addosso.

-Devo dare un occhiata al mio armadio-

Apri il porta trovandosi il moro con in mano un piatto con una frittata. Minho dall'altro canto rimase stupito dalla sua bellezza, rimase un paio di secondi ad elaborare la figura slanciata di Jisung. Per di più con la sua felpa addosso, anche se non si ricordava di avergliela prestata.

Si riprese dal suo stato di trance appena il biondo gli sbatté la mano sulla faccia.

"Ahia!" Esclamò massaggiandosi il naso.

"Allora cosa vuoi" sputò acido appoggiato allo stipite della porta.

-Cazzo così è anche più sexy- Deglutì a vuoto, in quel momento non riusciva a compiere un movimento di senso compiuto. Jisung invece era stufo di aspettare e prese il piatto che aveva in mano e chiuse la porta. Il moro sbatté le palpebre un paio di volte prima di accorgersi che il biondo gli aveva appena sbattuto la porta in faccia.

Decise di tornarsene in salotto, e successivamente andare a dormire. Non era riuscito a dormire per quanto si fosse sforzato. Si stava girando da una parta all'altra senza riuscire a trovare una posizione comoda per dormire. Non si ricordava che il suo letto fosse così scomodo.

Bussò alla porta del biondo. Era stupido in realtà non sopportarlo, ma bussare alla sua porta quando non riusciva a dormie.

Bussò leggermente una volta. Non sentì nessuna risposta. Si girò per tornare in dietro quando sentì un flebile "Entra"

Aprì leggermente la porta appoggiandosi allo stipite.

"Che c'è?" Chiese il ragazzo intento a leggere un libro sdraiato sul letto a testa in giù, si chiedeva ancora come riuscisse a leggere in certe posizioni strane.

-Non gli fanno magli le braccia a forza di tenerle in aria?-

Entrò nella stanza e si sedette sul letto. Jisung Invece non si mosse di un centimetro, rimase a testa in giù a leggere il suo libro.

"Cosa leggi?"

"Mary Wollstonecraft, -Rivendicazione dei diritti della donna-" replicò tenendo gli occhi sul libro.

"Wow io preferisco Mary Shelley" Jisung alzò gli occhi sul moro, e si mise a sedere. Non se lo aspettava, Proprio per niente.

"Ti piacciono i libri dell'orrore?"

"Non tutti, soprattutto i suoi, alcuni"

"Wow, non me l'aspettavo" Disse a sua volta, ora era anche più affascinante ai suoi occhi.

"Ma ora dimmi, cosa ti porta in camera mia all'una di notte" gli domandò guardando l'orologio

"Non riesco a dormire, ma non importa" fece per alzarsi.

"Puoi restare" Disse indicando il posto accanto al suo.

ROOMMATES PROBLEMS lmh.hjsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora