Hamptons, Long island
"Ti aiuto" Sussurrò il moro nell'orecchio di Jisung sfiorando forse apposta il lobo dell'orecchio.
Jisung rimase pietrificato per un momento. Non disse niente, lasciò che Minho finisse il suo lavoro.
"Okay Jisung tu sei apposto, Minho vieni qua" Urlò la signora Lee prendendo per le spalle il proprio figlio. Prese una grande quantità di crema e iniziò a spalmarla aggressivamente sulla pelle del povero ragazzo.
Tutti scoppiarono a ridere e Minho arrossì. Era felicissimo del fatto che finalmente avrebbe avuto un po' di tempo da passare con sua madre, ma a volte era davvero imbarazzante.
"Okay mamma può bastare, posso mettermelo anche da solo" Si lamentò cercando di uscire da quella situazione imbarazzante.
"Venticinque anni e non sai ancora metterti la crema solare" Borbottò la donna in cerca della sua prossima vittima. Jisung ridacchiò un po' troppo forte.
"Stavi ridendo?" Sibilò il maggiore girandosi verso il brunetto. Jisung si schiarì la gola e smise di ridere.
"No, non stavo ridendo" Negò, si morse il labbro cercando di non ridere. Minho ridusse i propri occhi in due fessure avvicinandosi pericolosamente al corpo del brunetto.
"Fallo e ti uccido, e non sto scherzando" Sibilò spendo esattamente cosa aveva in mente di fare Minho. Aveva tanto l'impressione che volesse buttarlo in acqua. Minho alzò gli occhi al cielo e fece una smorfia.
Vi svelo un segreto, Jisung non sapeva nuotare. Beh proprio per questo non voleva fare brutta figura d'avanti a Minho, e nemmeno con tutti i presenti.
Si avviò velocemente verso la parte più esterna della piscina, accomodandosi beatamente sulla sdraio.
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Erano tutti rientrati in casa, Jisung aveva deciso di rilassarsi galleggiando nel materasso fucsia di Phoebe.
Nel cielo opaco allorizzonte, e poi più in alto, dun livido giallo che verso lo zenit trascolorava in blu, si sparpagliarono le ultime nuvole, messe in scena dalla morte del giorno. Poco dopo non furono più che ombre, attenuate e scolorite come gli ultimi elementi di uno scenario che, dopo lo spettacolo e spente le luci, appare in tutta la sua povertà e fragilità, e in tutto il suo carattere provvisorio; e poi, subito il brunetto. si rese conto che la realtà di cui avevano creato lillusione non apparteneva alla loro natura, ma a un profondo affetto.
"Ciao Jisung" Jisung sentì improvvisamente una lunga scia di brividi attraversargli la spina dorsale. E ancora una volta si sentì nervoso.
Minho era lì in piedi, fortunatamente vestito. Portava solamente una maglietta bianca e dei pantaloncini, ma era comunque meglio del costume.
"Ciao" Rispose soltanto con ancora il cuore che gli martellava incostantemente nel petto, iniziando a bruciare.
Minho avanzò verso il bordo della piscina sedendosi immergendo i piedi. Era forse da quando Jisung era arrivato che non aveva avuto un momento per stare da solo con Jisung
"Come stai?" Chiese il moro dopo una breve pausa. Jisung rise sarcasticamente.
Sto cercando di contenermi dal saltarti letteralmente addosso, perché anche se non lo voglio ammettere a me stesso mi sei mancato, e sto solo convincendo me stesso che ormai ti ho superato quando mi faccio ancora film mentali degni di Netflix. Se quello è stare bene, allora si! Sto alla grande.
"Bene" Rispose abbozzando un piccolo sorriso, fingendo di non essere imbarazzato dalla situazione.
"Sei ancora un informatico di software?" Chiese poi il brunetto con un sorriso divertito. Si ricordò di come amava di parlare di tecnologia e elettronica.
Minho si lasciò andare ad una risata imbarazzata "Sì direi di si"
"Tu continui ancora a divorare libri?" Jisung stava per rispondere, si sistemò per bene sul materassino gonfiabile, ma spinse il corpo verso il bordo e cadde in acqua.
Volete sapere cosa è successo? Si ovvio che lo volete. Quindi in pratica Jisung è caduto in acqua e la scena è stata questa:
"aHH" Un urlo poco virile uscì dalle labbra del brunetto che cadde in acqua, cercando disperatamente di restare a galla.
Minho ci aveva messo due secondi a realizzare l'accaduto. Si tuffò in acqua non preoccupandosi di bagnare la maglia che aveva addosso raggiungendo il corpo del brunetto.
Lo afferrò per i fianchi facendo circondare la propria vita con le gambe di Jisung.
"Sto per affogsare, nonshfcefj l.a...faccio" Sbiasciò agitandosi nell'acqua.
"Hey, Hey! Jisung!" Gridò Minho incatenando il suo sguardo a quello del brunetto. Jisung smise di urlare e deglutì rendendosi conto che stava in realtà attaccato al corpo del moro.
"Si tocca con i piedi, non affogherai" Lo rassicurò con un sorriso, e dio come avrebbe voluto annegare in quel momento.
"Oh, giusto" Distolse lo sguardo imbarazzato, ancora aggrappato al corpo del moro. Minho ridacchio non riuscendo più a contenersi, e poi divenne la persona più seria del mondo.
Gli spostò una ciocca di capelli dalla fronte e mentre.
"È meglio se rientriamo, ce la fai ad arrivare al bordo?" Chiese, Jisung scosse la testa.
"Okay" Così lo accompagnò Minho, poggiandolo delicatamente sul bordo della piscina.
Prese un accappatoio dalla sdraio e lo posizionò alle spalle di Jisung. Lo accompagno alla sua stanza e gli diede la buonanotte.
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ROOMMATES PROBLEMS lmh.hjs
Fanfic𝗥𝗶𝗰𝗵𝗺𝗼𝗻𝗱, 𝗩𝗶𝗿𝗴𝗶𝗻𝗶𝗮; "La tua stanza fa schifo" Commentò Minho senza pensarci due volte. "Non ti ho chiamato per questo" Disse il biondo alzando gli occhi al cielo. "Quindi cosa c'è?" "Il mio computer si è rotto, tu che sei un ingegne...