Richmond, Virginia
Jisung si era appena svegliato. Una mormorio di una preghiera in lontananza. Hassan stava pregando nella stanza accanto. Erano quasi le sei, ma decise che sarebbe rimasto a dormire un altro po'.
Si svegliò alle dieci, e si preparò velocemente una tazza fumante di caffè.
Era ancora mezzo rincoglionito, mancavano pochi esami alla laurea e lo stress era salito alle stelle.
Restava tutto il giorno rintanato in casa a studiare. Hassan dormiva ancora profondamente, dopo aver pregato il suo sonno si appesantiva di dieci volte in più.Almeno lui non doveva sopportare il peso di essere uno studente universitario. Dopo il liceo si era preso un anno sabatico, affermava che suo padre aveva soldi in abbondanza per mantenerlo a vita.
Jisung aveva provato a convincerlo ad iscriversi, ma il ragazzo non aveva accolto il suo invito.
Felix non era ancora ritornato, gli aveva scritto un messaggio la sera precedente; dicendo che non sarebbe tornato, probabilmente era andato a letto con uno dei suoi colleghi super sexy. Felix e il sesso occasionale andavano a braccetto.
Si, ovviamente lui e Felix erano andati a letto insieme, forse dopo qualche bottiglia di birra di troppo. ma non stavano insieme, assolutamente. Niente sentimenti, no, nossignore. Era solo attività fisica.
Il sesso aiuta a ridurre lo stress, e fa bene alla salute.
Come lavoro faceva il cantante notturno nei veri pub, e le mance non erano niente male. Piaceva alla gente e a lui piaceva il lavoro.
Tutto sommato la vita di Jisung era apposto. Ora aveva qualcuno su cui contare, un lavoro e tra poco anche una laurea.
Stava imparando a restare in equilibrio: niente più feste sfrenate, niente più sesso occasionale, aveva iniziato a frequentare qualcuno in realtà. E soprattutto aveva iniziato a fare attività fisica, cosa che credeva che non avrebbe mai fatto.
L'aveva trascinato Felix, perché lui era un vero appassionato di sport, e roba simile.
Sì niente poteva andare storto. Si, niente a parte il campanello.
"Kafir vai ad aprire la porta!" Biascicò Hassan dalla propria stanza. Jisung borbottò qualcosa a bassa voce dirigendosi ad aprire la porta.
"Chi cazzo suona alle undici del mattino?" Poggiò una mano sulla maniglia calda e aprì la porta dipinta di nero, un po' opaco e poi
"Ciao Jisung" Una voce fin troppo famigliare giunse alle sue orecchie. Lee fottutissimo Minho si trovava meno di un metro da lui.
Minho lo squadrò per bene, e dio non pensava che l'avrebbe trovato mezzo nudo, con addosso solo dei pantaloncini. Non che gli dispiacesse certo, Han Jisung era sempre molto scopabile e soprattutto sexy.
Prima che Minho suonasse il campanello, Jisungi aveva deciso di farsi una doccia. L'aria calda delle giornate di agosto si appiccicava alla pelle, e una doccia dopo aver studiato era d'obbligo. Era uscito dal box appena avevano suonato il campanello. Se avesse saputo che dietro a quella porta c'era Minho, si sarebbe disturbato a mettere qualcosa di più sobrio.
Fece per salutare ma invece di usare la mano sinistra usò la destra facendo cadere a terra la sua tazza preferita facendola frantumare al suolo in mille pezzi.
Jisung fece finta di nulla, sorrise ignorando la morte della sua tazza.
"Ciao Min-" Insieme alla tazza aveva anche rovesciato il caffè, ed era scivolato battendo la testa sul parche.
E poi boom! Tutto nero. Un treno di ricordi gli attraversò la mente. Non durò molto perché era svenuto solo per un breve momento, breve ma intenso.
"Hey stai bene?" Una morbida voce lo risvegliò dal suo piccolo sonnellino. Era stata la figura di merda peggiore di sempre.
Aprì lentamente gli occhi. La testa gli girava, ed era leggermente frastornato.
"Mh si, che mi è successo?" Domandò con voce flebile, e il viso confuso. Sbatté gli occhi un paio di volte individuando il volto di Minho vicino al suo.
"Sei caduto e hai battuto la testa" Rispose il moro con un sorriso. Jisung fece per alzarsi, ma una fitta al capo gli fece girare la testa.
"Aspetta, segui il mio dito" Ordinò avvicinando l'indice al volto del più piccolo. Lo fece scorrere lentamente da desta a sinistra. Jisung seguì il dito per un momento e poi guardò il volto del maggiore.
"Che stai facendo?" Domandò "Mi assicuro che tu non abbia una commozione celebrale" Spiegò continuando a muovere il dito.
"Dove l'hai imparato?" Minho si lasciò andare a una piccola risata.
"Non stai seguendo il mio dito" Fece notare, ma a Jisung non importava.
"Sai chi sono?" Jisung annuì.
"Uno che sa tutto sui computer?"
"Si, sono io" Disse, e poi lo aiutò ad alzarsi e fare attenzione ai cocci dei vetri rotti.
"Hey Kafir, ma che diamine combini? Hai interrotto il mio sonno di bellezza" Esclamò Il ragazzo mulatto uscendo dalla sua stanza, e poi si zittì.
"È tutto apposto, torna pure a dormire" Il biondo lo liquidò con un gesto della mano. Hassan fece come detto, e si rintanò nella sua stanza chiudendo la porta. Non gli interessava granché della vita privata di Jisung.
"Oh, non pensavo avessi un?" Minho non terminò la frase, in realtà c'erano molti modi di interpretare la comparsa di Hassan.
"Oh, è il mio coinquilino, c'è anche Felix, ma è uscito ieri" Spiegò alzandosi in piedi. Diede un'occhiata al pavimento, era tutto appiccicoso a causa del caffè e i cocci della tazza con scritto "mentally unstable for your shit"
Ora erano in piedi, con un incontro teté a teté davanti alla porta del modesto appartamento del biondo.
Poi Jisung si rese conto che era mezzl nudo, e poi si ricordò del loro primo incontro; dove Minho si era messo a urlare come una donna mestruata perché aveva addosso solo un accappatoio.
Il suono del cellulare li distrasse dal loro piccolo gioco di sguardi.
Troppi ricordi erano tornati a galla, ed era troppo difficile far finta di niente.Per entrambi.
Jisung si affrettò a rispondere al telefono.
Era Phoebe."Torno subito" Annunciò sparendo nella propria stanza.
"Pronto?"
"È già arrivato?" Domandò Phoebe dall'altra parte del telefono.
"Si, che ci fa qui? Ti avevo detto di non dirlo a nessuno" Brontolò creando a tastoni dentro all'armadio cercando qualcosa da mettersi.
"Lo soo, mi dispiace ma non potevo rifiutare"
"Stronza, sentiamo perché?" Domandò irritato. Se Minho non si fosse presentato alla sua porta, adesso non avrebbe tutti questi problemi.
"Mi ha regalato due biglietti per il concerto di Sam Smith, e una gita nel Nebraska"
"Oh beh, allora si ti capisco, ma se non mi porti con te, ti vengo a cercare in casa" Poi fece una piccola pausa
"Che ci devi fare nel Nebraska?"
"Dopo te lo dico, ora goditi il tempo con mio zio"Ammiccò lasciandosi andare a una live risatina acuta.
"Se se ciao"
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ROOMMATES PROBLEMS lmh.hjs
Fanfiction𝗥𝗶𝗰𝗵𝗺𝗼𝗻𝗱, 𝗩𝗶𝗿𝗴𝗶𝗻𝗶𝗮; "La tua stanza fa schifo" Commentò Minho senza pensarci due volte. "Non ti ho chiamato per questo" Disse il biondo alzando gli occhi al cielo. "Quindi cosa c'è?" "Il mio computer si è rotto, tu che sei un ingegne...