Richmond, VirginiaÈ buffo in realtà come due persone completamente differenti, senza niente in comune riuscissero a stare bene o a litigare come cane e gatto. Ed era così che erano Jisung e Minho, due persone completamente differenti e così simili allo stesso tempo.
E quindi eccoli qui a parlare a testa in giù nella stanza del biondo.
"Penso che gli uomini siano fortunati" affermòJisung girandosi verso il moro, che a sua volta ricambiò il suo sguardo.
"Perché?" Domandò continuandolo a gardare negli occhi. Aveva degli occhi scuri profondi, e brillavano ogni volta che sorrideva.
"Perché le donne vogliono l'uguaglianza, gli stessi diritti dell'uomo, e non vendetta"
"Vero"
"Voglio dire, le ragazza riescono a fare tutto quello che fa l'uomo, ma con dei fottuti tacchi ai piedi, il che rende la cosa il doppio più difficile"
"Vero" concordò mettendosi a sedere.
"Io non ci riuscirei" Jisung si lasciò andare ad una scrollata di spalle.
"Comunque come mai non riesci a dormire?" chiese il biondo tornando con lo sguardo sul soffitto colorato dalle luci rosse, che ormai regnavano in tutta la stanza."Non lo so, non riuscivo a prendere sonno, il mio letto è scomodo" rispose Minho arricciando il naso. Cosa che Jisung trovò adorabile e non poté trattenere una risata divertita.
"Fallo di nuovo"
"Cosa?" Chiese il moro alquanto confuso, per quanto fosse un ragazzo super sexy e adorabile allo stesso tempo. Minho viveva nel paese delle meraviglie, in poche parole non sapeva di essere un fottuto ragazzo scopabile.
"Rifai quella cosa" Jisung provò ad imitarlo, se il suo scopo era quello di attirare l'attenzione del ragazzo ci era riuscito benissimo. Lo sguardo di Minho si posò subito sulle sue labbra, e per quanto il suo istinto gli dicesse di abbassare lo sguardo e fare finta di niente, lui non riuscì a staccargli gli occhi di dosso.
Quando Jisung tornò a sedere sorridendo, Minho si riprese dal suo stato di trance, e si mise a sedere pure lui.
"Io vado a dormire" si dileguò, per quanto si sentiva strano accanto a lui, ricacciò indietro tutti i pensieri al riguardo e tornò a dormire.
Dall'altra parte Jisung era rimasto confuso dal suo atteggiamento, andò a dormire pure lui.
La mattina seguente Jisung era uscito la mattina presto, doveva sbrigare alcune commessioni; si era truccato e vestito in modo pesante. Quel giorno sembrava essere più fredda del solito, e per quanto adorava l'inverno, i giorni super freddi della Virginia non promettevano mai niente di buono. Il biondo era andato all'università, non gli dispiaceva studiare, se la cavava ed era intelligente, ma quel giorno a causa di tutto quel freddo gli era passata la voglia di studiare e tutto quello che voleva fare, era tornare a casa e dormire con il suo peluche di paperino.
Per sua fortuna alcune lezioni furono rimandate a causa di un guasto ai bagni, la sua Università si stava letteralmente allagando. Decise così di tornare a casa per pranzo.
Minho invece sarebbe rimasto a casa come il giorno precedente, stava lavorando bene a casa, senza distrazioni, così il suo capo gli aveva dato il permesso di rimanere a casa e lavorare al suo programma. Dopo aver lavorato per tutta la mattina, decise di fare uno spuntino. Si diresse in cucina dove decise di magiare qualcosa.
"Argh!" Minho sentì la porta di casa aprirsi e entrare un Jisung furioso con le lacrime agli occhi.
"Giuro su David Bowie che se non trovo il mascara waterproof" Era abbastanza incazzato, Minho si diresse verso la sua stanza per vedere cosa fosse successo.
"Cos'è successo? Stai piangendo?" Chiese dirigendosi dov'era seduto il biondo.
"No, non sto piangendo" Quasi urlò il più piccolo con le lacrime agli occhi. Aveva i nervi a mille e qualsiasi cosa poteva renderlo ulteriormente irritabile.
"Cos'è successo?" Chiese Minho lasciando stare le condizioni in cui era ridotto il ragazzo.
"Mi si è sciolto il mascara!"
"Stai piangendo per questo?" si sforzò di trattenere un sorriso divertito, Jisung annui asciugandosi le lacrime. Ormai sembrava un panda a causa di tutto il mascara sciolto.
"Stai ridendo?" chiese il biondo lanciandogli sguardi omicida, mentre il moro si dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere.
"Esci!"
"Oh andiamo non ho fatto nulla" si scusò scoppiando finalmente a ridere, secondo lui era sciocco piangere per un mascara, invece per Jisung era una cosa di massima importanza.
"Vattene!" gridò ritornando a piangere, Minho uscì dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle.
Jisung poco dopo essersi struccato ed essersi ripreso decise di uscire dalla sua stanza per fare una bella doccia calda. Per oggi il freddo gli aveva causato abbastanza problemi. Dopo aver finito la sua sessione di bellezza decise di leggere un libro; si accomodò sul divano con una coperta trai i piedi e un libro tra le mani.
Poco dopo fu raggiunto da Minho che accese la TV. Jisung era ancora arrabbiato per quello che era successo. E il suo orgoglio gli impediva di perdonarlo e lasciar stare, e così ignorò il moro per tutto il tempo.
Mentre il maggiore cercava invece di iniziare una conversazione, ma veniva ogni volta troncata dalle risposte secche e monosillabiche da parte del biondo.
"Sei arrabbiato?"
"No" Rispose secco Jisung non avrebbe parlato di sua volontà finché non gli avesse chiesto scusa per aver riso in un momento del genere.
"Scusa per aver riso, ma sinceramente non capisco cosa ci sia di così tragico" Borbottò guardando davanti a sé.
Jisung non disse niente, pensò che ormai l'aveva perdonato, ma non disse niente; posò il libro sul tavolino di fronte, e si sdraiò sul divano. Dopo un momento di incertezza anche Minho si sdraiò accanto a lui. Fortunatamente ci entravano tutte e due.
Jisung non disse niente, gli piaceva stare così, ma poco dopo aggiunse
"Lo sai che se una persone, non ci conoscesse potrebbe fraintendere?" Chiese Jisung senza muoversi di un millimetro da quella posizione.
"Non ho voglia di parlare adesso" ripose iniziando a fare cerchi immaginari sul braccio di Jisung.
"Che c'è ti vergogni?" chiese il minore girandosi verso il moro. Ora le loro facce erano a pochissima distanza l'uno dall'altra, i loro nasi quasi si toccavano.
Jisung si avvicinò di più al moro lasciandogli un languido bacio sul collo, e successivamente si girò dall'altro lato. Minho invece era rimasto immobile, era scontato dire che non se lo aspettava, proprio per niente.
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ROOMMATES PROBLEMS lmh.hjs
أدب الهواة𝗥𝗶𝗰𝗵𝗺𝗼𝗻𝗱, 𝗩𝗶𝗿𝗴𝗶𝗻𝗶𝗮; "La tua stanza fa schifo" Commentò Minho senza pensarci due volte. "Non ti ho chiamato per questo" Disse il biondo alzando gli occhi al cielo. "Quindi cosa c'è?" "Il mio computer si è rotto, tu che sei un ingegne...