Complicazioni - Parte 2

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Era quasi l'una e Damon scese dalla macchina parcheggiata vicino ad un marciapiedi di un parco. Aprì il baule per prendere due sacchetti della spesa di carta marroni e chiuse l'auto.

Istintivamente si guardò intorno, come se stesse cercando qualcuno, e poi si incamminò su un sentiero ghiaioso che portava verso il parco. 

Nel parco non c'era quasi nessuno, tranne alcuni bambini che si dondolavano sull'altalena non curandosi dell'ora ormai tarda. In lontananza, in uno spiazzo, si sentivano delle voci e delle urla. Questi rumori incuriosirono Damon che si girò. Appena li vede capì che erano dei ragazzi che si stavano allenando e decise di allontanarsi, non avrebbe certo mangiato vicino a tali urla!

Così si diresse verso un albero con affianco una panchina, si sedette ed aspettò l'arrivo di Elena.

Lei lavorava in città e faceva la psicologa, ascoltava i problemi di tutti e li aiutava a risolverli. Appena arrivata in città aveva aperto un piccolo studio, così da poter fare quello che riusciva meglio: aiutare gli altri. Damon era molto fiero di lei, era il lavoro giusto per lei e le piaceva. Nei casi più importanti o che riteneva particolarmente speciali, si faceva aiutare dai suoi poteri di persuasione.

Mentre Damon era intento a guardare il pranzo, Elena si stava avvicinando alla panchina percorrendo il vialetto. Una volta arrivata esclamò:

“Ciao, come và?”

Damon rispose:

“Bene, ho portato il pranzo!”. Allungò un sacchetto ad Elena, dove all'interno di essa c'era una sacca di sangue con una cannuccia. Il sacchetto era scuro e dall'esterno così da non poter vedere il contenuto. Sapevano che era pericoloso, qualcuno avrebbe potuto scoprirli, ma erano attenti e poi non volevano rinunciare alle giornate autunnali.

Dopo essersi sistemati Elena disse:

“Oggi è proprio una bella giornata, se non fosse per Char”

Damon la guardò e disse: “Chi è questa Char?”

Elena spiegò: “ E' una mia nuova paziente ed ha una storia tristissima, è stata lasciata dal suo uomo e lei è disperata.”

Damon sorpreso affermò: “E dove è il problema?”

Lei disse: “No nessuno, ma lei mi ha chiesto di fare due settimane di sedute e io volevo tornare a Mystic Fall la prossima settimana. E' il compleanno di Rick e non voglio perdermelo.”

“Hai ragione, sai cosa ti dico, trova una scusa, soggiogala, legala da qualche parte, se tu hai voglia di tornare a casa nessuno può fermarti!”

“Legarla?”

“Ok, ok, mi sono fatto troppo prendere la mano, allora datti per malata!..così va meglio?”

Elena sorrise ed esclamò:

“Damon ti ho già detto che sei fantastico?”

“Non proprio..” E la strinse a se in un bacio poi Elena continuò in tono ironico:

“Certo che tu sai come risolvere le cose vero?”.

Lui la guardò e sorridente disse: “Nessuno meglio di Damon Salvatore sa come uscire vincitore da qualsiasi situazione”.

Lei sorrise e lo baciò ancora. Un bacio appassionato e pieno d'amore. Nonostante siano passati sette anni, per loro era come il primo bacio, il primo scambio di sguardi, i primi battiti del cuore e i primi brividi.

Elena sapeva che gli avrebbe fatto piacere anche a lui tornare a tornare a Mystic Falls, gli mancava la sua casa, il suo mondo e sapeva che la cosa che gli mancava di più era là: Stefan. Erano passati sette anni da quando tutto era accaduto ma sapeva che lui ci stava ancora male.

“Damon mi dispiace ma devo andare” disse Elena.

“Ok, allora buon lavoro, io torno a casa”.

Si salutarono con un bacio ed Elena si allontanò.

Damon raccolse quello che aveva portato e si diresse verso l'auto. Una volta arrivato alla macchina sistemò i sacchetti del pranzo e ripensò al suo ritorno a Mystic Falls.

Ripensò a sette anni prima, alla sera della sua partenza. Stefan non era neanche venuto a salutarlo, lo poteva capire, gli aveva rubato la ragazza, ma non aveva mai capito perchè per tutta l'estate non avesse mai cercato né lui né Elena.

A dicembre capì.

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