Complicazioni - Parte 3

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Verso l'inizio delle festività natalizie, di ormai sette anni fa, arrivò un messaggio da un numero sconosciuto con scritto 'Troviamoci al solito bar di New York Damon ' .

Inizialmente Damon non capiva chi fosse il mittente e neanche a quale bar si riferisse. Con il passare dei giorni iniziò a capire che il bar a cui si riferiva era quello dove andava sempre con Lexi, ma ancora non aveva capito chi fosse il mittente.

Così al giorno e l'ora prestabilita Damon si presentò al bar e trovò Stefan seduto su uno sgabello del bancone con in mano un bicchiere.

Appena lo vide Damon si sentì il cuore velocizzarsi, era felice. Da tutta l'estate aspettava questo momento ed ora poteva scusarsi di tutto. Così si sedette affianco a lui e lo guardò. Stefan disse:

“Ciao Damon, da quanto tempo che non ci vediamo”

“Hai ragione, come stai?”

“Ah, ti interessa?”

Damon rimase in silenzio. Non si aspettava un tale risentimento da parte sua. Sapeva che lo aveva ferito e per questo gli aveva lasciato i suoi spazi, ma tantissime volte aveva pensato di chiamarlo, mandargli un messaggio, ma ogni volta non gli sembrava mai il momento giusto. Quindi si limitò a rimanere in silenzio fissando il bancone. Stefan riprese:

“Diciamo che ora sto bene”. Si fermò per un secondo, ingoiò tutto quello che era rimasto nel bicchiere e proseguì:

“Damon lo sai che sono rimasto chiuso nella cassaforte dove avevamo rinchiuso Silas per tutta l'estate?”

Damon si girò di scatto per guardarlo, non poteva credere a quello che sentiva. Con gli occhi sgranati continuò a guardare Stefan fisso, rimanendo senza parole.

Stefan continuò:

“Dopo che ho lasciato casa nostra, sono arrivato al lago ed una volta là invece di buttare Silas nel lago bhe...lui ha lanciato me. Non chiedermi perchè non fosse pietrificato perchè non ne ho la minima idea, so che l'incantesimo di Bonnie aveva funzionato, ma poi non so come si è liberato. Posso però dirti che ho sofferto tutta l'estate mentre tu giocavi a fare l'innamorato a New York.”

Damon non aveva neanche minimamente pensato che Stefan fosse stato chiuso nella cassaforte da Silas. Mentre lo guardava non poteva fare a meno di pensare al fatto di averlo lasciato solo per tutta l'estate. Aveva un peso addosso che nessuno sarebbe stato capace di togliere in quei secondi di silenzio.

Stefan si fermò per un istante poi riprese:

“Damon dove eri?...Perchè non mi hai mai scritto? Non ti sei mai insospettito del fatto che non ti avessi chiamato per tutta l'estate?”.

La voce di Stefan si faceva sempre più dura a triste e Damon sentiva che tutte le sue parole erano piene di dolore e rassegnazione. Non lo aveva cercato, era colpa sua e lo sapeva, ma ora non poteva cambiare le cose, poteva solo dire quello che gli diceva il cuore:

“Scusa fratello, non ne avevo la minima idea, se lo avessi saputo avrei setacciato anche tutto il Pacifico per trovarti, ma non ho scuse. Io pensavo che ti fossi allontanato per avere i tuoi spazi, mai e poi mai avrei pensato una cosa così!”

Damon riprese a guardare il bancone.

Stefan allora disse: “Sai chi mi ha liberato? Klaus. Lui è l'unico che mi ha cercato dopo che era venuto a sapere della scelta di Elena e non trovandomi non ha smesso la ricerca. Penso che abbia incontrato Silas che si fingeva me, ma non so come Klaus ha capito che non ero io e, anche se c'è voluta tutta l'estate, almeno lui mi ha liberato.

...Ah se ti stai chiedendo di Silas, non preoccuparti, io e Klaus l'abbiamo ucciso, ora non potrà più danneggiare nessuno!”

Stefan si fermò un attimo a meditare poi continuò:

“Sai Damon non sono arrabbiato per Elena, all'inizio lo ero, ma ora non più. Mi hai deluso quando ti sei arreso di cercarmi, nonostante io non l'abbia mai fatto con te, tu hai deciso di eliminarmi dalla tua vita per non sentirti in colpa di quello che avevi fatto.”

Damon interruppe Stefan:

“Ti sbagli, non sai quante volte ho pensato di chiamarti, per chiederti come stavi o anche solo per sapere dove eri, non ho mai voluto eliminarti dalla mia vita, quando ti ho visto qui...”.

Bruscamente Stefan lo interruppe e disse:

“ Bhe Damon allora ti elimino io dalla mia. Ritorno a Mystic Falls, non ti disturbare troppo a chiamarmi, né ora né mai ...Addio Damon!” Si alzò e si diresse verso la porta. Damon si girò e lo afferò per un braccio in modo veloce ma delicato e disse:

"Ti prego resta"

Stefan si bloccò e lo guardò per qualche secondo rimanendo in silenzio. Damon lasciò la presa, ma Stefan abbassò lo sguardo verso terra e riprese a camminare in direzione del'uscita del bar. Damon rimase fermo a guardarlo uscire immobile, senza muovere un dito, senza riuscire a muovere un muscolo.

Improvvisamente qualcuno bussò al finestrino e Damon tornò al presente. Era il ragazzo delle bibite che voleva offrirgliene una. Damon fece cenno di no con la testa, mise in moto la macchina e si diresse verso casa. Sapeva che primo o poi sarebbe tornato a Mystic Falls, e da un lato gli faceva piacere, ma non era sicuro che Stefan lo avrebbe mai perdonato.

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