Arrivi Inaspettati

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Le luci del giorno avevano lasciato spazio alla tranquillità della notte, susseguendosi di giorno in giorno, anche se a New York la tranquillità non esiste.

La piccola casetta era silenziosa e la pace regnava sovrana mentre Damon ed Elena si preparavano per andare a letto.

Una settimana era passata e l'ora della partenza per Mystic Falls si avvicinava sempre di più.

Elena stava sistemando il letto. Una volta sdraiata prese in mano il libro che aveva sul comodino, lo aprì ed iniziò a leggere la prima frase, ma fu interrotta dalle parole di Damon.

“Elena, ma se facciamo una visita in giornata non è uguale?” chiese Damon alzando le sopracciglia mentre si sistemava i capelli allo specchio.

“No, non voglio stare solo una giornata con Jeremy, mi voglio godere tutto il week-end. E poi cosa cambia un giorno o due?”

Damon smise di specchiarsi e si diresse verso il letto.

“Elena, mio piccolo tesoro, lo sai che non abbiamo posto dove dormire vero?” Sottolineò Damon.

“Senti, tu hai una casa che dove ci sono infinite stanze vuote, se non possiamo dormire insieme, tu ne prenderai una e io andrò a dormire da Jer e Bonnie o viceversa...insomma un letto lo troviamo, non preoccuparti”. Disse Elena guardandolo. Poi si accorse che lui non aveva più il sorriso, così appoggiò il libro e gli strinse, delicatamente, il viso tra le sue mani e gli disse:

“Damon lo so che sei preoccupato per Stefan e sò quello che ti ha detto l'ultima volta che vi siete visti, ma conosco Stefan e penso che in questo momento lui stia soffreddo esattamente come te”.

Damon non sapeva cosa dire, voleva con tutto il cuore che quelle parole fossero vere, una parte del suo cuore è sempre appartenuta a Stefan e sapeva che non poteva andare avanti così. Le uniche parole che riuscì a dire furono:

“Hai ragione”.

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