Cambio D' Idea - Parte 3

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"Ho informato Rebekah che starò via per un pò, tu hai chiamato a casa?" Disse Klaus mentre cercava di fare stare tutti i bagagli di Care nell'auto.

"Da quando ti preoccupi di queste cose?"

"Beh ti sei 'quasi' appena diplomata e io ho più di un secolo quindi direi che spetta a me fare la parte dell'adulto!" Disse sorridendo lui stesso per la frase che aveva appena detto.

"Ma, dimmi, da quando sei diventato adulto?...Comunque si, ho chiamato mia mamma proprio 10 minuti fa."

"Bene!" Concluse caricando l'ultimo bagaglio.

Dopo una oretta finalmente erano in viaggio verso Parigi.

"Signore e Signora Mikaelson, volevo informarVi che le condizioni meteo sono ottimali e l'arrivo è previsto per l'ora stabilita. Il pilota e lo staff Vi augura un buon viaggio" Disse una voce che usciva dal microfono dell'aereo.

Caroline guardò Klaus e sorrise:

"Signore e Signora Mikaelson?"

"Si, di solito viaggia con me Rebekah e visto che hanno visto salire una ragazza bionda hanno pensato che fosse lei."

"Ah capisco!" Disse sorridendo.

Dopo due orette di viaggio Caroline sdraiò lo schienale del suo seggiolino per mettersi più comoda, ma nonostante ciò non riusciva a trovare la posizione ottimale. Allora iniziò a muoversi, contorcendosi sul seggiolino, ma senza ottenere buoni risultati. Poi guardò Klaus, che affiancato a lei, era perfettamente immobile. Sospirò invidiosa e si domandò come diavolo facesse a stare comodo. Riprese allora a rigirarsi e tirare pugni al povero seggiolino.

Senza aprire neanche gli occhi e senza muoversi di un centimetro Klaus disse:

"Caroline, il volo dura 12 ore, se rompi quella poltroncina poi ti toccherà stare in piedi per tutto il resto del viaggio!"

Lei lo guardò esausta e infuriata.

"Come fai a stare comodo su questa cosa?"

"La prossima volta possiamo farci portare un letto se vuoi!"

Disse girando la testa verso di lei con sguardo malizioso.

"No no, la poltroncina và bene!"

Finalmente trovò la posizione ottimale e chiuse gli occhi.

Klaus la guardò e notò quanto fosse dannatamente bella, ma sapeva bene che lei non lo avrebbe mai guardato in quel modo. D'altra parte lo sapeva anche lui, era un mostro, sapeva di aver fatto cose terribili nella sua vita, ma lei era venuta a chiedere aiuto a lui e sapeva che quella sarebbe stata la sua ultima possibilità. Dopo sette anni di silenzio lei era lì, affianco a lui e non poteva proprio permettersi di perderla ancora. Si mise di nuovo immobile, chiuse gli occhi e sospirò.

Nello stesso momento in cui sospirò Caroline aprì gli occhi e lo guardò. Pensò a quanto gli fosse grata di averla aiutata, era l'unico che non l'aveva mai delusa. Sapeva che per lei era impegnativo affrontare questo viaggio: 24 ore su 24 a stretto contatto con lui, non avrebbe portato niente di buono e lei lo sapeva. Una parte di lei, quella più profonda, era attratta da lui. Klaus era l'originale che non ha paura di nessuno, che non si fa mettere i piedi in testa, che è terribilmente crudele e senza pietà; ma ai suoi occhi era anche sexy e dolce allo stesso tempo. Come poteva essere tutte queste cose insieme? L'idea di pensare a Klaus in questo modo la fece sobbalzare. Scosse la testa e richiuse gli occhi, in attesa che il sonno sopraggiungesse.

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