"Semplicemente non devi dirmi di stare zitta"
Disse indossando il maglione con la lettera F di Fred, sopra il suo con la lettera E.
Faceva troppo freddo, nemmeno le caldaie della rabbia riuscirono a scaldarla un minimo.
"Si ma calmati"
"E non devi nemmeno dirmi di calmarmi" sbuffò lasciandosi cadere sul letto.
"E allora tranquillizzati" continuò Fred non sapendo che dire.
"Ora inizio a staccarti i capelli uno a uno".
Esmeralda da quando Fred le aveva detto di stare zitta, si era rinchiusa in camera, ma era servito a poco essendo che il mago poteva tranquillamente sbloccare la porta.
"Mi perdoni?"
"No"
"Non vuoi vedere Lee?"
"No"
"Sei così fastidiosa"
"No"
"Fanculo"
"Sai se non la smetti quante ne pigli?"
Si alzò cercando di sembrare minacciosa, e un po' di paura la faceva con quel sorrisetto sarcastico, ma il fatto che fosse molto più bassa di Fred faceva più ridere.
"Dai amore" l'abbracciò forte cercando di non farsi picchiare.
"Non ti agitare o si agita anche la bimba"
"O bimbo" disse lei cercando di liberarsi dall'abbraccio.
"Io l'avevo detto solo perchè non volevo ti accadesse nulla, quelle erano persone pericolose capisci?"
"Sarò io a diventare una persona pericolosa se non mi molli subito" gemette tirando piccoli pugni.
"Ti amo tanto" cerco dì convincerla Fred.
Lei continuò a combattere per un po' ma quando capì che era inutile si rilassò.
"Anche io" rispose quando Fred la liberò.
Si sorrisero e lui le posò un bacio sulla fronte, la vedeva come la cosa più preziosa al mondo, doveva proteggerla, custodirla come fosse il segreto più importante di tutti.
Scesero le scale e andarono al piano terra dove si trovavano tutti, Lee era seduto sul divano con la schiena dritta e la gamba tesa.
Luna aveva provato a fargli guarire la gamba, ma riparare una gamba era più difficile di un naso o dita di piedi, così ora veniva imboccato da Ginny che gli stava facendo mangiare un preparato di Molly.
Il polso sembrava messo bene, la signora Weasley glielo aveva sistemato in un attimo appena entrato, dopo aver urlato contro i figli e i ragazzi che anziché chiamare aiuto in casa, avevano deciso di fare di testa loro buttandosi nella mischia.
I due mangiamorte si trovavano ancora legati tra di loro con le spalle al muro, avevano deciso di addormentarli per poi obliviarli la mattina dopo e lasciarli vicino al paesino babbano che si trovava a qualche km dalla casa.
Quando Calien annunciò che la cena fosse pronta, Muriel prese il vassoio destinato a Ollivander e lo portò di sopra, l'uomo ancora non era abbastanza in forze per salire e scendere le scale tutto il tempo.
Gli altri invece mangiarono in sala per far compagnia a Lee che ancora non sentiva la gamba e a quanto sembrava fosse ancora rotta.
"Non so davvero cosa ho fatto, che strano" disse Luna flebilmente.
"Non importa Luna, sta tranquilla" le sorrise Lee cordialmente.
Molly si occupò di Lee tutto il tempo e si mise a cercare qualche incantesimo che potesse aiutarlo, ma quando il giorno dopo tutti si svegliarono e scesero di sotto, Lee era sempre nello stesso stato.
"Almeno non mi fa male!" Sorrise lui per poi infilsarzi un paio di volte la forchetta nella gamba.
"Ben detto amico!" Disse George tirandogli una bella pacca sulla gamba.
"Lee ci presti la tua bacchetta?" Chiese Fred, Lee annuì e si guardò intorno spaesato.
"Dopo che avete fatto fuori anche l'altro mangiamorte mi sa che mi è caduta, dev'essere fuori, a che vi serviva?"
Chiese mettendosi le mani nei capelli e tirando un piccolo pugno al divano.
"Dean è senza, volevamo portare questi due nel paese vicino e obliviarli" disse George facendo cenno ai mangiamorte.
"Vengo io" disse subito Ginny.
Non ci fu bisogno che i gemelli replicassero, Molly riuscì subito a far stare zitta la ragazza minacciandola che l'avrebbe chiusa in camera fino a nuovo ordine se fosse uscita dalla porta.
"Andiamo noi due e basta allora, la bacchetta andiamo a cercarla dopo"
E così i gemelli presero i due uomini e uscirono, una volta fuori dal confine si smaterializzarono con essi.
Dean ed Esmeralda uscirono, seguiti poco dopo da Luna e Ginny.
Aspettarono i gemelli per un po' seduti a giocare agli scacchi dei maghi, ma quando Esmeralda perse la partita si alzò e si mise a cercare la bacchetta di Lee.
"È nera come quella di Fred o è colorata?" Chiese da lontano guardandosi intorno.
"Dovrebbe essere rossiccia" rispose Ginny concentrata sulla sua partita con Luna.
"Che ha detto?" Chiese Esmeralda non avendo sentito.
"È tipo sul rosso" rispose Dean con lo sguardo basso mentre l'aiutava a cercare.
Dopo aver controllato che nei paraggi fuori dal confine di protezioni non ci fosse nessuno, lo sorpassarono, lasciando una sedia a metà tra l'interno e l'esterno di esso, per sapere dove muoversi per rientrare.
"Quanto siete stati insieme?" Chiese Esmeralda tornando circa sulla traiettoria che aveva percorso il giorno prima mentre trascinava il ragazzo.
"Poco, avevamo iniziato a litigare per tutto e di punto in bianco un giorno mi ha lasciato perchè dice che l'ho spinta per farla camminare no? Ma non l'ho toccata di striscio quel giorno, si inventata tutto" spiegò lui guardandosi intorno.
"Si me lo ha detto"
"Ma non importa, le voglio bene, ho sempre saputo che le piaceva Harry, semplicemente è imbarazzante stare qui con tutta la sua famiglia, avrei preferito rimanere da Bill e Fleur, ma sai, appena sposati non volevo disturbarli e Luna ha preferito venire da Ginny, dopo averci passato un po' di tempo insieme mi sono affezionata e non ho voluto lasciarla sola"
"Capisco" disse Esmeralda.
Aveva notato che Dean era leggermente protettivo nei confronti di Luna.
"È forte, solo che si fida troppo delle persone e così rischia di finire male" alzò le spalle.
"Ah stai attenta a dove metti i piedi, sono terribilmente fragili le bacchette" raccomandò alzando il capo.
Esmeralda annuì.
"Eravamo più verso di qua, vieni, quell'albero era nella mia stessa traiettoria, però eravamo più lontani dalla casa" calcolò per poi allontanarsi, Dean la seguì cauto guardando bene per terra.
"Hey" urlò Ginny.
Esmeralda alzò il capo e guardò dietro, non sapeva dove guardare per via degli incantesimi che rendevano il resto invisibile.
"Che c'è?" Urlarono i due ragazzi insieme.
"Tornate nel confine, siete senza bacchetta"
"Esci tu che ce l'hai" urlò Esmeraldaspostano lo sguardo su tutta la porzione di terra in cui sarebbe dovuta esserci la casa.
"La mamma ha appena messo un'altra protezione proprio per non far uscire me" urlò con un tono arrabbiato.
Esmeralda si girò verso Dean ridacchiando.
"Non ridete" urlò ancora la rossa.
"Dai Esme torna qui" continuò a urlare per farsi sentire, questa volta sembrava seccata.
Esmeralda si guardò un attimo intorno e poi si avviò di nuovo verso la casa.
L'avrebbero cercata poi Fred e George la bacchetta, e in caso non l'avessero trovata, avevano un fabbricante di bacchette in casa.
"Aspetta era qui, ricordo di aver calpestato questi fiori ed aver pensato a Luna" disse Dean bloccandosi davanti a una piccola porzione di fiori bluastri, si guardò intorno ed Esmeralda fece lo stesso.
Sentirono delle risate, e Ginny dire qualcosa ma non a voce abbastanza alta cosicché i due mori potessero sentirla.
Le risate cessarono e una voce dolce chiamò Esmeralda cantilenando.
Esmeralda alzò di scatto lo sguardo ma lo riabbassò quando notò di aver visto qualcosa, una specie di bastoncino.
La bacchetta di Lee si trovava vicino al suo piede destro, si abbassò a raccoglierla con un sorriso sul volto felice di averla trovata lei per prima e rimase un attimo piegata a guardare la bacchetta.
Sembrava lunga quanto quella di Fred, Ginny aveva ragione, era di un colore rossiccio ed era molto fine, infondo c'era una specie di piccola sfera in legno bucherellata, a tenerla attaccata alla base della bacchetta era quella che sembrava una foglia intagliata.
Fred urlò di nuovo, questa volta richiamando sia lei che Dean, questa volta sembrava preoccupato.
Lei si alzò e tenne alta la bacchetta.
"L'ho trovata" urlò di rimando, ma i gemelli questa volta correvano verso di loro con le bacchette alte.
Dean si voltò ed ebbe un sussulto, Esmeralda fece lo stesso e si paralizzò.
Bellatrix Lestrange si trovava a pochi passi da loro con le braccia incrociate e un sorriso posato sul volto.
Le urla di Fred e George che dicevano alla donna di non muoversi, sovrastavano quelle in lontananza di Ginny che chiamava i genitori.
L'ultima volta che aveva visto la donna era quando la maledisse a casa Black e le provocò danni al cervello.
Voleva muoversi, voleva fare la coraggiosa, lanciare la bacchetta a Dean o avere lei stessa poteri per fare qualcosa, ma rimase immobile.
Riuscì a voltarsi verso il ragazzo accanto a lui e sussurrò il suo nome.
"Dean" abbassò lo sguardo sulla mano e il ragazzo capì, prese la bacchetta che teneva la mora e si mise davanti a lei proteggendola con il corpo.
La bacchetta verso la strega che ancora li fissava, sembrava ancora più pazza della volta prima, le tornò in mente il commento di Muriel, e si mise a pensare se anche Bellatrix avesse mai pensato che assomigliasse ai fratelli Black.
"A Notturn Alley mi elogiavano come la strega migliore nella maledizione cruciatus, e ascoltando di più le persone ho sentito dire che la ragazza dei gemelli Weasley aveva iniziato da poco a rimettersi.
E ora la ritrovo qui a raccogliere fiorellini"
Disse puntando la bacchetta leggermente verso la ragazza.
"Non ci provare" la intimò Fred ormai arrivato vicino ai ragazzi insieme al gemello.
"Dove sono"
"Dove sono chi?" Chiesero i gemelli in coro.
"Yaxley e Dolohov" disse schivando con disinvoltura l'incantesimo lanciato dai gemelli.
"Erano qua lo so per certo.
Il signore oscuro li vuole"
Disse guardando dietro i ragazzi.
"Beh se il signore oscuro li vuole, allora sarà meglio cercarli, vero George?"
"Vero, Fred. Non vorremmo mai che il 'signore oscuro' si metta a piangere per la mancanza di due mangiamorte"
"Tu vuoi che pianga, Bellatrix?" Chiese George provocando la donna"
Lei alzò di poco il mento come a prendere una postura più nobile, ma non si mosse.
"Va via. Non sono più qui, da ieri" disse Dean fermo.
"Oh va bene se me lo dici così" disse lei per poi smaterializzarsi.
I ragazzi si guardarono intorno in silenzio, Esmeralda con gli occhi spalancati sentiva solo il rumore del suo respiro pesante.
"È davvero andata via?" Chiese Dean sbalordito.
"Non credo, si sarà nascosta qua vicino, avete sentito qualcosa?"
Ma nessuno di loro aveva sentito niente.
Fred guardò Esmeralda e le prese la mano.
"Dovevi solo rimanere dentro il confine. Non ti ho chiesto niente Esmeralda apparte questo" disse lui con le lacrime agli occhi.
"Scusa" rispose sinceramente asciugandogliele.
"George tiene Esme" disse Fred lasciando la ragazza vicino al gemello.
Si smaterializzò e si sentì un crac come per la smaterializzazione di Bellatrix.
Poi un altro meno forte a pochi metri.
Fred era lontano ora, Esmeralda lo guardò.
"Mi senti?"
"Si" rispose lei.
Erano in contatto.
"Precauzione" rispose Fred guardandosi intorno.
Un altro rumore che indicava la comparsa di un'altra persona, e Bellatrix riapparve in mezzo, tra i tre ragazzi e Fred.
"Sapevo che avresti fatto qualche stupidaggine" disse rivolta a Fred.
George si portò Esmeralda dietro il corpo e Dean si mise accanto a lui.
Esmeralda nello spazio tra di loro vide Arthur e Molly uscire dal confine di protezione, e Fred che puntava la bacchetta a Bellatrix che a sua volta puntava la bacchetta contro i due.
"Ti amo" sentì Fred nella sua testa.
"Ti amo anche io" rispose lei.
Ginny urlava che avrebbe potuto aiutare se l'avessero fatta uscire.
Bellatrix cercava di maledire Esmeralda e di conseguenza anche Dean e George, mentre Fred a sua volta cercava di maledire Bellatrix che però si era protetta con un incantesimo scudo.
Arthur e Molly non si intromisero in quanto non ci fosse niente da fare ma rimasero vicini a Fred.
"Stupeficium" urlò Bellatrix quando lo scudo dei tre ragazzi cessò.
Dean cadde a terra e batté la testa perdendo i sensi.
Ci fu un uno a uno tra la strega e George.
"E se perdessi anche l'altro orecchio?" Cantilentò lei per poi puntare alla testa del ragazzo.
Lui alzò un altro scudo che fece rimbalzare l'incantesimo di Bellatrix che la colpì, per poi lanciargliene un altro.
"Pietrificus totalus"
La donna perse l'equilibrio per qualche secondo cercando di schivarlo ma tornò subito dritta e con qualche graffio in faccia si voltò dietro.
Fred era stato pietrificato, ma Molly l'aveva già liberato.
"Levicorpus" pronunciò Bellatrix quando vide che George non le prestava attenzione troppo concentrato sul gemello.
Il ragazzo si alzò in aria scalciando e sferrando pugni ovunque, la bacchetta ormai a terra.
"George" urlò Molly.
Bellatrix fece levitare George fino a dietro di lei, per poi scagliarlo contro i tre teste rosse dietro.
Esmeralda prese la bacchetta di George a terra.
"Pensane uno facile" pensò.
"Lumos" disse agitando la bacchetta in basso, ma quella non fece niente.
"Ovviamente" sbuffò lasciandola cadere di nuovo ai suoi piedi.
Quando alzò lo sguardo, Bellatrix la fissava.
Lo spazio intorno a lei aveva un color tipo opalescente, uno scudo, immaginò Esmeralda.
"Non ti conosco, ma da quando ti ho visto mi sei rimasta impressa nella mente quindi devo ucciderti" disse per poi alzare la bacchetta.
"Avada Kedavra" urlò e una luce verde fuoriuscì dalla bacchetta della donna.
Si era rannicchiata e strizzava gli occhi sperando di non sentire niente apparte le urla di tutti, ma quando sentì un clacson li riaprì.
Una macchina davanti a lei stava cercando di attirare la sua attenzione mentre lei era ancora rannicchiata a terra.
Si alzò e fece un cenno di scuse all'uomo in macchina che la insultò e poi se ne andò lasciando una scia di fumo dietro.
Si guardò intorno, si bloccò alla vista di un cancello con all'interno un grande giardino e una piccola villa.
Guardò gli alberi più vicini, tra i rami c'era una casetta di legno.
Avanzò incredula e aprì il cancello che cigolò.
Si fece avanti fino ad arrivare alla casa, stava per bussare alla porta, ma i rumori che provenivano dal retro le fecero cambiare direzione.
Aggirò la casa e arrivò alla grande porta del garage.
Un cagnolino le scodinzolava felice mentre la guardava, ma come sempre non abbaiò.
Un ragazzo molto più alto di quanto ricordava Esmeralda era seduto su una moto rossa e bianca, con la testa china che guardava il manubrio su cui era posata una mano con le nocche rosse e spellate.
Lei continuò ad avvicinarsi piano, il cane che non conteneva più la gioia fece un piccolo abbaio per poi alzarsi e correre verso la ragazza.
"Che fai Jack" disse il ragazzo alzando lo sguardo per un attimo.
Esmeralda si abbassò per prendere in braccio il cane, gli fece due carrezzine e poi continuò il suo cammino.
Quando finalmente si trovò proprio davanti alla moto, tanto che poteva toccare la gomma con il ginocchio, lasciò scendere il cane e guardò il ragazzo.
Aveva ancora il capo chino ma non stava più prestando attenzione alla moto, aveva lo sguardo sulle gambe della ragazza mentre il labbro gli tremava leggermente.
"Se non sei davvero tu va via, non ne posso più di avere le allucinazioni ti prego" sussurrò con la voce spezzata.
Esmeralda non rispose ma sorrise.
Lui alzò lo sguardo lentamente e quando la vide poggiò gli occhi sui palmi delle mani e scosse la testa.
"Vieni qui stronza" disse per poi allargare le braccia.
Esmeralda ridacchiò e si gettò tra le braccia del suo migliore amico.
Alessandro rischiò di cadere dalla moto non riuscendo a tenersi bene in equilibrio per la troppa emozione, così scese a terra prima di far casini.
"Mi dispiace" disse lei tra le lacrime.
"Shh, mi hanno spiegato, stai tranquilla" rispose lui accarezzandole la testa.
"Avvisiamo i tuoi genitori e poi mi racconti" disse lui tirando fuori il telefono dalla tasca.
"Ah il tuo" disse tirando fuori anche il suo, l'aveva tenuto lui per tutto il tempo.
Esmeralda prese i due telefoni.
"Non chiamarli, non ancora" lo bloccò.
Lui annuì.
Uscirono dal garage e si avviarono a casa, ma Alessandro sembrò ripensarci.
"I miei sono in casa, vai in casetta, prendo da mangiare e arrivo" disse poi.
Esmeralda si avviò e si arrampicò sull'albero.
"Fred" cercò di chiamare, ma Fred non rispose.
Magari stava pensando ad altro.
Ma poco dopo, mentre guardava dalla finestrella Alessandro che camminava verso la casetta con un vassoio di cibo in mano sentì un brivido.
"Che antipatico" disse capendo che Fred poco prima l'aveva sentita ma non gli aveva risposto di sua spontanea volontà.
Intanto Alessandro salì su e si sedette davanti ad Esmeralda a braccia incrociate.
"Raccontami tutto"
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Weasley, Fred Weasley
FanfictionAl compiere dei 17 anni, i maghi possono sentire la voce della propria anima gemella e comunicare mentalmente. Ma non tutti i maghi sono così fortunati da avere la propria anima gemella in un certo senso...vicina. Tralasciando i personaggi creati d...