Passarono giorni da quando Fred e Angelina lo fecero.
Ad Hogwarts andava tutto bene, per quanto potesse andare bene con la Umbridge in giro.
Angelina e Fred non avevan alcun problema per quanto valeva le nuove regole imposte dall'inquisitrice supremo, mantenevano le distanze fuori quando si trovavano nei corridoi, o in sala grande o durante le lezioni, ma poi in sala comune passavano la maggior parte del tempo insieme.
Pansy invece era più infastidita, lei non era nella stessa casa del suo quasi ragazzo, e per di più, il fatto che ovunque fosse George ci fosse anche Fred non le scendeva. Sapeva che i due non amavano separarsi, e le stava bene, ma fino a un certo punto. Non pensava che tutti i loro altri appuntamenti sarebbero stati come quando si parlarono in riva al lago nero, voleva stare con George senza avere il gemello di lui a 20 passi di distanza. Preferiva di gran lunga quando con loro c'era anche Lee, in quei casi almeno era sicura che Fred non stesse cercando di ascoltare ciò che si dicevano lei e il rosso, però sarebbe stata un'uscita di gruppo, seppur il lentigginoso e il mulatto parlassero tra di loro, la privacy per Pansy andava diminuendo.
Si augurava che da qualche parte ci fosse qualcuno messo peggio di lei, ed era così, in un altro mondo, c'era Esmeralda chiusa ancora nella sua stanza all'ospedale.
Cinque anni prima, quando si trovava ancora in terza media, le sue compagne di classe che avevano dei fratelli o delle sorelle maggiori, raccontavano che nei bagni delle scuole superiori i ragazzi si intrattenevano e facevano i loro comodi. Ossia scopavano.
Esmeralda si era sempre augurata di non trovare mai nessuno a fare ciò, né qualche ragazzo a scuola, né i genitori di qualche sua amica da cui andava a dormire, né i suoi stessi genitori.
Ma sicuramente non pensava di poter sentire nella sua testa, la sua anima gemella ansimare e gemere mentre lo faceva con un'altra ragazza ignorandola completamente.
Non negava che sarebbe stata volentieri al posto di Angelina in quel momento, i versi del ragazzo sembravano così sexy, e per di più era lei la sua anima gemella quindi aveva tutto il diritto di desiderare di essere al posto di Angelina, ma quel pensiero era durato solo pochi secondi perchè poi la rabbia di ciò che stava succedendo l'aveva travolta.
A volte si sentiva ancora stupida e le venivano dubbi sul fatto di essere pazza e di meritarsi di stare in quel posto, ma quasi subito cacciava quei pensieri dalla testa, era troppo reale per poter essere la pazzia.
A completarle il cattivo umore, era la mancanza di Alessandro. Alcune guardie dell'ospedale controllavano i cancelli, lei non accendeva più il telefono sotto suo ordine. L'ultima volta che l'aveva sentito le aveva detto di non accendere più il telefono, sarebbe passato lui a farle qualche segno quando avrebbe potuto farlo, i genitori iniziavano a nutrire sospetti vedendo il ragazzo felice come sempre, era sospetto visto che la sua più cara amica era chiusa in una specie di manicomio. Inoltre si erano accorti che il telefono della ragazza mancava, pare che prima di scatenare il delirio nella struttura in cui Ella si trovava, lo avessero chiamato e lui aveva risposto che era in possesso del telefono di lei, la scusa era che ascoltava la sua musica per sentirne meno la mancanza, fortunatamente ci avevano stranamente creduto.
Era sdraiata sul letto a pensare, quando sentì bussare alla porta. Ovviamente non ci fu bisogno di dare il permesso per entrare, era solo una forma di cortesia per avvisare che in meno di un secondo la persona dentro non sarebbe più stata sola visto che dopo aver bussato aprivano subito.
Ne spuntò Morgana e quello che sembrava uno scrittore caduto in disgrazia.
"Salve" salutò il signore.
Esmeralda lo squadrò da capo a piedi e lo salutò con un cenno del capo.
"Posso sedermi?" Chiese lui indicando la sedia e il tavolo al centro della stanza.
"Se proprio deve" sbuffò lei.
"Esmeralda vieni a sederti" le disse gentilmente Morgana rientrando nella stanza con un'altra sedia.
La ragazza guardò storta l'infermiera ma poi decise di alzarsi dal letto per sedersi davanti all'uomo.
"Sono Gianfranco, lo psicoterapeuta dell'ospedale in cui ti trovi" iniziò lui, si bloccò aspettando una risposta che però non arrivò.
"A quanto sta scritto nella tua cartella, sei qui da 1 settimana circa. Ho pensato che fosse meglio non venire subito a farti visita i primi giorni perchè volevo che tu ti ambientassi"
Si bloccò di nuovo, probabilmente si aspettava in ringraziamento dalla ragazza per quella prova di umanità, ma ricevette solo un sopracciglio alzato da parte sua.
Dietro di lui Morgana cercava di far capire alla ragazza attraverso i segni che doveva essere più amichevole.
"D'accordo...mi dicono che parli da sola"
Probabilmente avrebbe dovuto rispondere visto che lui si fermò di nuovo, ma vederlo un minimo in difficoltà un po' la divertiva.
"È vero...?"
"Se parlassi da sola farei un monologo interiore con me stessa no? In cui magari mi autocritico o mi do dei consigli da sola ma come se ci fossero due me, giusto? Qui però si tratta di un'altra cosa che voi non capite"
Se avesse detto che parlava davvero con la sua anima gemella probabilmente sarebbe dovuta rimanere in quel postaccio tutto bianco per ancora molto tempo, scelse allora di tirar fuori ancora la sua versione di una settimana e mezza prima.
"Mi immagino di parlare con la mia anima gemella, ma è tutto pienamente sotto il mio controllo, so che non è reale infatti è il personaggio di una saga letteraria, uno dei miei personaggi preferiti. So perfettamente che è tutto frutto della mia mente, tutta opera del mio cervellino, capito?" Esclamò cercando di essere il più convincente possibile. Sembrò riuscirci essendo che Morgana dietro di lei le aveva fatto segno che era stata brava.
Ma, il signor Gianfranco, psicoterapeuta che probabilmente necessitava a sua volta di un collega che lo assistesse, con il suo abbigliamento delirante e la cartellina poggiata sul naso, sembrava aver capito che la ragazza fingeva.
"Bene signorina, mi spiace dirle che anche se lei dice di star bene, sono costretto a darle delle medicine in quanto sua madre afferma che lei sta delirando, naturalmente se ciò che mi ha appena detto è vero non le succederà nulla, sarà solo come se avesse preso delle caramelle un po' schifose." Le sorrise in modo maniacale, all'improvviso le sembrò di avere davanti un'altra persona, quell'uomo che poco prima si bloccava aspettando una risposta e che per quanto potesse sembrare stupido, sembrava un minimo gentile, ora era come se avesse un'altra personalità.
Tirò fuori dalle tasche della giacca 3 barattolini contenenti diverse pasticche e le posò sul tavolo sotto lo sguardo attento di Esmeralda, per poi girarsi verso Morgana.
"Posso chiederle perfavore se-" iniziò, ma Morgana lo interruppe subito passandogli una bottiglietta d'acqua e un bicchiere di plastica.
"Continuo a pensare che non ne abbia bisogno ma se proprio lo credete necessario..." borbottò lei quando il signore passò a Esmeralda il bicchiere contenente l'acqua e 4 pasticche.
"Cosa mi succederà se le prendo?"
Chiese lei.
"La faranno stare meglio" rispose lui.
Lei scosse il capo.
"Sto benissimo così"
"Non ne dubito, ma sono costretto a dargliele, in un certo senso"
Esmeralda guardò Morgana che però distolse subito lo sguardo porgendolo alla finestra.
Quell'uomo le dava i brividi e lei non aveva intenzione di stare un minuto di più nella sua stessa stanza, voleva che se ne andasse il più presto possibile. Prese le pasticche e se le mise tutte e 4 in bocca buttando giù un sorso d'acqua.
"Abbiamo finito?" Chiese alzando un sopracciglio.
L'uomo davanti a lei sorrise.
"Si."
"Tornerò domani, per sapere se hai avuto qualche...problema con le medicine"
Si alzò e uscì dalla porta salutando l'infermiera e Esmeralda.
Morgana lo guardò uscire e aspettò qualche secondo prima di rivolgere lo sguardo a Esmeralda.
"Lui non mi piace proprio, è qui da due settimane, mi fa ribrezzo ti giuro, vieni tesoro"
Le disse per poi porgerle una mano per farla alzare dalla sedia.
"Morgana ma mi so alzare anche da sola woo ok" disse quando si alzò, le venne un capogiro e pensò di cadere a terra da un momento all'altro, fortunatamente aveva subito dato le due mani all'infermiera che la tenevano salda.
"Vieni stenditi".
L'accompagnò al letto e la fece sdraiare.
"A breve ti addormenterei, i prossimi minuti saranno terribili, penserai di star cadendo dal letto quando invece sarai qui sdraiata e ferma, i tuoi movimenti saranno lenti e i suoni saranno ovattati.
Mi dispiace che ti stia succedendo questo, capisco come ti senti, ho provato a spiegare che ti sono stata molto dietro e che non avevi segni di pazzia, schizofrenia, bipolarismo o qualunque altra cosa che potesse far pensare che tu avessi bisogno delle medicine. Ma tua madre ha insistito"
Finì lei mentre le accarezzava la mano.
Esmeralda iniziava a sentire la stanza muoversi e aveva l'impressione di essere sempre sul bordo del letto e cadere.
"Quella stronza" disse lei sussurrando lentamente.
"Morgana cado"
Morgana scosse la testa
"Non cadi ti tengo io tranquilla"
"No Morgana ma sto cadendo davvero ora tienimi"
"Morgana..." Esmeralda iniziò a non sentire più nemmeno la sua stessa voce, cercò di mettere a fuoco la donna di fronte a lei, ma vide solo le labbra muoversi prima di vedere tutto nero.Spazio 🌻☀️
Avete notato quanto poco ci incastra il titolo con i capitoli? Cioè uno magari si aspetta chissà cosa e invece è una cazzata, il prossimo potrebbe succedere che io scriva "legati i capelli" e allora potreste pensare a che ne so, che potrebbe esserci una scena di sesso e invece magari è Piton che dice ad Hermione di piegarsi i capelli boh ok
Vi faccio gli auguri di buon anno ora, e vi avviso subito che probabilmente inizierò a postare ogni 3 o 4 giorni quando riinizierò scuola. Faccio l'alberghiero e sono in quarta, quindi non farò più un solo giorno di laboratorio ma 3 o 4, tra compiti, la stanchezza di aver fatto laboratorio e la mia voglia di non fare un cazzo non so quanto riuscirò a scrivere.
Però si spera che ciò non succeda e che io continui a pubblicare ogni due giorni, la mia era solo una constatazione.
Buon anno!🖤
☀️🌻
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Weasley, Fred Weasley
FanfictionAl compiere dei 17 anni, i maghi possono sentire la voce della propria anima gemella e comunicare mentalmente. Ma non tutti i maghi sono così fortunati da avere la propria anima gemella in un certo senso...vicina. Tralasciando i personaggi creati d...