ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ꜱᴇɪ - ᴘʀᴏʙʟᴇᴍɪ ᴅɪ ꜱꜰɪᴅᴜᴄɪᴀ

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La signora Hyuga si affaccio nella camera del figlio dopo pochi minuti dalla sua chiamata con Genzo, attratta dai rumori, appena tornata dal fare la spesa.

<< Ciao Kojiro, sono passata solo perché è tornato il tuo amico >> commentò la donna, guardando gentilmente il figlio da poco sveglio.

<< Genzo? >> domandò confuso Kojiro, ma dalle spalle della madre comparve Takeshi.

<< Ciao Kojiro, come va? >> chiese il ragazzo.

<< La febbre è passata >> commentò Kojiro, ancora deluso che Genzo non fosse tornato, anche se avrebbe dovuto aspettarselo.

<< Beh io vi lascio soli, Koji. Vado a cucinare per il pranzo >> commentò la donna, dando un buffetto al figlio e uscendo dalla stanza.

Takeshi si avvicinò a Kojiro e il ragazzo sbadigliò leggermente.

<< Takeshi potresti portarmi il righello? È urgente >> commentò Kojiro al ragazzo.

<< Sì, subito >> assicurò Takeshi, alzandosi a prenderglielo.

<< Grazie Takeshi... Tu sei sempre così servizievole >> lo ringraziò Kojiro.

<< Grazie! >> commentò Takeshi, con un leggero sorriso.

<< Mi ricordo quando all'inizio Genzo doveva stare ai miei ordini... Era sempre così irritato >> commentò divertito Kojiro.

<< Ogni scusa è buona per tirare in ballo Genzo per te, eh? >> sbuffò leggermente Takeshi.

<< È cambiato dalla prima volta che stava qui con me. Ora è così diverso, più sopportabile! >> ammise Kojiro.

<< Perché, com'era prima? >> domandò Takeshi.

<< Decisamente meno spigliato e serio... >> ammise Kojiro, ripensando a tutte quelle volte che Genzo e lui si erano pizzicati prima di raggiungere quello strano equilibrio che avevano adesso.

Gli sembrava passata quasi una vita, eppure erano passate solo poche settimane.

Si perse qualche istante in quei pensieri, quando era ancora all'ospedale e la gamba era fratturata da poco.

La teneva appoggiata ad un cuscino, mentre Genzo se ne stava nel bagno della sua stanza d'ospedale.

<< Wakabayashi vieni subito qui! È un ordine! >> aveva urlato Kojiro quel giorno, vinto dal prurito del suo gesso.

<< Che cazzo vuoi?! Lasciami stare! >> aveva esclamato Genzo, facendo spuntare la testa dal bagno.

<< Mi prude la gamba >> era stata la risposta di Kojiro,

<< E usa un righello o qualcosa così >> aveva detto Genzo, scrollando le spalle con uno sbuffo.

<< E dove è il righello? >> aveva chiesto Kojiro.

<< Ma che ne so?! Arrangiati! Io non mi scomodo per portarti uno stupido righello per grattarti >> si era lamentato Genzo.

<< Prendimi un righello, io non ce la faccio più! >> aveva urlato Kojiro.

Genzo seccato si era alzato a prenderglielo.

<< Eccolo! >>

<< Datti da fare e grattami in maniera decente e decisa! >> aveva ordinato Kojiro.

<< Fallo da solo! >>

<< No. Devi scontare la pena! Grattami non resisto più >>

Line Without A Hook - HyugabayashiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora