In quel momento davanti a me avevo solo due opzioni.
Lasciare il mio giacchetto di jeans dove l'avevo lasciato e mettermi l'anima in pace, oppure andare a riprendermelo l'indomani mattina prima della scuola con il rischio di incontrare di nuovo quello sbruffone.
Dato che quel giacchetto era il mio preferito e io ci tenevo troppo per rinunciarci, decisi di scegliere la seconda opzione, senza ombra di dubbio.Quindi eccomi qui, sul mio skate e le cuffie nelle orecchie mentre mi dirigo al parcheggio sperando di non trovare nessun tizio con la motocicletta a darmi fastidio.
Nonostante questo sono certa che non ci sarà anima viva visto che sono le sette del mattino e le strade sono praticamente deserte.Dopotutto chi andrebbe in un parcheggio vuoto a quest'ora della mattina?
Io, ma oltre me nessun altro.
Percorro circa dieci minuti di tragitto prima di arrivare a destinazione.
Di mattina presto non sono mai venuta, e rispetto a quando vengo di pomeriggio l'atmosfera è decisamente diversa.
La luce chiara dell'alba passa attraverso le colonne creando un effetto di luci e colori a dir poco meraviglioso.. è come se si respirasse la pace completa solo a guardarlo.A quel pensiero sorrido involontariamente prima di darmi una spinta con lo skate alla ricerca del mio amato giacchetto.
Spero tanto che quel teppista non me l'abbia rubato, d'altronde non vedo cosa potrebbe farsene.
Faccio slalom tra le varie colonne voltando il capo a destra e a sinistra, ma del mio giacchetto non c'è neanche l'ombra, e a me comincia a venirmi una crisi nervosa.
Sospiro intenzionata a continuare la mia ricerca, ma dopo quasi un quarto d'ora a girovagare l'intero parcheggio ci rinuncio.
Un'espressione abbattuta si stampa sul mio viso mentre mi piego sulle ginocchia pensando a qualche altro posto dove cercare, ma non mi viene in mente niente.Sbuffo scocciata prima di alzarmi di nuovo per andare a scuola.
Come se non bastasse oggi ho una verifica di storia per cui non ho studiato bene, e se va male i miei genitori mi ammazzano.
Che vita di merda.
Sto per uscire dal parcheggio una volta per tutte, ma il rumore di un motore a me familiare mi fa voltare di scatto.
Una smorfia infastidita si stampa sul mio viso mentre osservo la motocicletta nera opaca avvicinarsi.
Quando si ferma davanti a me e si toglie il casco mi sembra di rivivere la scena di ieri, quando l'ho visto per la prima volta e ho pensato a quanto fosse bello.Questo finché non ha aperto bocca.
Da lì dire che mi sia stato sulle palle è dire poco, avrei voluto prenderlo a schiaffi.
"Ma guarda un po' chi si rivede" canticchia sistemandosi i capelli spettinati con una mano.
Seguo con gli occhi quel gesto trovandolo, ahimè, davvero molto attraente, ma per fortuna lui non sembra accorgersene.
"Che ci fai qui?" chiedo fingendomi interessata. Un po' lo sono, ma non glielo faccio notare.
"Potrei farti la stessa domanda.. Isabelle" dice, e mi sorprende il fatto che si ricordi il mio nome.
Adesso che ci penso io non so il suo, per me lui è solo "il tizio con la motocicletta".

STAI LEGGENDO
Unforgettable
RomanceIsabelle è una ragazza di diciassette anni piena di determinazione, un sorriso dolce, e lo skate sempre a portata di mano. Quando ha bisogno di sfogarsi, scappare, o stare da sola, si rifugia nell'unico posto che la fa sentire libera di essere se st...