2.

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Sicuramente quando Dio distribuiva la finezza io ero in fila per la voglia di vivere, non c'è altra spiegazione.

Ottimo lavoro Isabelle, sei più delicata di un rinoceronte in un negozio di tazzine.

"Chi c'è?" urla il ragazzo facendomi spalancare gli occhi.

Mi tappo la bocca per non provocare altro rumore e vado a nascondermi di nuovo dietro la colonna del parcheggio.
Resto immobile sperando che il ragazzo sconosciuto se ne vada, ma tutte le mie speranze vanno in frantumi quando avverto dei passi muoversi nella mia direzione.

E ti pareva. Dimenticavo quanto fossi sfigata.

"Chi c'è?" domanda di nuovo, la voce calma, ma così incredibilmente vicina.

Chiudo gli occhi preparandomi al peggio, ma un'improvvisa presenza al mio fianco mi fa agitare e di conseguenza spalancare le palpebre.

Volto la testa di lato e trattengo il respiro quando il mio sguardo incontra quello del ragazzo sconosciuto.
Un profondo cipiglio occupa il suo viso mentre gli occhi di un azzurro limpido mi scrutano curiosi da sotto le ciglia.
Le labbra carnose a forma di cuore disegnano una smorfia confusa che se possibile, lo rendono ancora più attraente.

Accidenti, non ho mai visto un ragazzo così bello.

Senza accorgermene i miei occhi fanno un'accurata ispezione della sua persona, in cerca di qualche segnale di pericolo che però non trovo.
Mi mordo il labbro inferiore, una cosa che faccio quando sono nervosa, e noto che il suo sguardo si pianta lì per un paio di secondi, prima di schizzare nelle mie iridi castane.

Il suo è uno sguardo talmente intenso e inaspettato che deglutisco in difficoltà nel sostenerlo.

Non so quanto tempo rimaniamo lì a fissarci senza dire niente, ma a un certo punto decido di spostarmi per andare via una volte per tutte.

Meglio non restare qui.

Faccio per allontanarmi, ma il ragazzo sconosciuto pianta un braccio al lato sinistro del mio viso, impedendomelo.
Il suo corpo sovrasta il mio di circa trenta centimetri, quindi dire che sia alto è un eufemismo. Comparato a un grattacielo non è nulla.

"E tu chi sei?" chiede con voce bassa e roca, provocandomi un brivido lungo la schiena.

"Ehm.." boccheggio in difficoltà. "Ecco, io sono Isabelle ma tutti mi chiamano Belle, sai come la principessa della Bella e la Bestia, conosci quel film vero?" dico balbettando.

Il ragazzo sconosciuto inclina la testa di lato fissandomi incuriosito, mentre io nella mia testa mi schiaffeggio ripetutamente.

Adesso penserà che sono pazza, perfetto.

"Isabelle.." assapora il mio nome lettera per lettera e per qualche strano motivo il mio stomaco fa le capriole a quel suono.
Sto uscendo fuori di testa per un ragazzo che potrebbe essere un potenziale criminale, devo darmi una calmata.
"Che cosa ci fai qui, Isabelle?"

In realtà vorrei chiedere a lui cosa ci fa qui, ma meglio lasciar stare.

"Ehm, io vengo qui tutti i giorni per allenarmi con il mio skate e.. ecco, quello è il mio skate" glielo indico, ma lui tiene lo sguardo fisso su di me.

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