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"All'inizio è stato un inferno. Era come se mi fosse crollato il mondo addosso. Ero solo e nessuno sapeva niente. Avevo paura di dirlo a chiunque, e per mesi ho deciso di fare finta di niente perché non volevo fare altro.. non riuscivo a fare altro" dice a voce sempre più bassa.
Le mie mani viaggiano lente tra i suoi capelli, mentre le sue, con estrema dolcezza, accarezzando la mia gamba da sopra i jeans.
Siamo seduti entrambi sul pavimento; la mia schiena poggiata sul bordo del letto e la sua testa fra le mie gambe.
Jace è tornato a dormire e io ed Hunter siamo rimasti in silenzio, non sapendo cosa dire.
Avrei voluto fargli tante di quelle domande che non sapevo da dove iniziare, ma poi lui ha cominciare a parlare e io ho lasciato che si sfogasse.
"Non devi sentirti in colpa" dico percorrendo col dito la sua guancia.
"E come faccio a non farlo Isabelle? Ho rovinato la mia vita, quella della mia famiglia, quella di.." si interrompe serrando la mascella, come se stesse per dire qualcosa che non dovrei sapere. "Ho fatto un errore" dice alla fine.
"E quindi? Tutti facciamo degli errori e tu non sarai ne il primo ne l'ultimo a farne. Non ha senso condannarti a vita per una cosa del genere"
"Tu non capisci Isabelle"
"Si.. hai ragione" annuisco. "Non so cosa stai provando, ma non vale la pena portarsi dietro un peso del genere"
"Poteva essere tutto diverso. Avrei potuto continuare a divertirmi, a non pensare costantemente di voler scappare"
"Non hai perso niente Hunter. Jace non è una punizione"
"Jace è stato la mia condanna" serra la mascella. "Se non fosse mai nato non starei qui a parlare di come mi sono rovinato la vita"
Gli occhi d'amore che ha riservato prima a suo figlio sono scomparsi dietro un sipario di rabbia e rancore, e un tremolio colpisce il mio cuore, rompendolo un po'.
Non riesco a sentirgli dire queste cose.
"No Hunter.. non è così.." scuoto la testa spostandomi per trovarmi di fronte a lui.
Quegli occhi che mi hanno sorriso mille volte e fatto sognare miliardi di baci adesso sono spenti e persi, senza nulla a cui aggrapparsi.
Mi mordo il labbro inferiore e poggio una mano sulla sua guancia, costringendolo a guardarmi.
"Ascoltami bene" comincio. "Io sono qui per ascoltarti, sentirti parlare di Jace, ma non di questo. Hai sofferto; questo lo capisco. Ti senti responsabile di questa situazione e non riesci a pensare ad altro; capisco anche questo. Ma non è colpa tua Hunter. Ti stai sabotando da solo e non te ne rendi conto"
Lui rimane in silenzio. Le sue mani giacciono ferme sul suo grembo, ma con la coda dell'occhio noto mentre gioca con uno dei suoi anelli, come se fosse agitato.
D'improvviso lo vedo ghignare di sfuggita e abbassare lo sguardo sulle mie labbra.
"E allora cosa dovrei fare Isabelle?" chiede dopo lunghi secondi di silenzio.
"Questo devi capirlo tu" faccio cadere la mano sul mio ginocchio, a pochi centimetri dal suo.
"Da solo non ce la faccio"
"Devi farcela. Prima accetti questa situazione, meglio sarà per te" rispondo sedendomi dall'altro lato della stanza.
"Sembravi convinta di quello che dicevi prima, adesso non sai dirmi altro?" chiede provocatorio.
Non capisco cosa stia facendo adesso, ma non mi sforzo nel cercare il motivo. Hunter è un enigma che non capirò mai.
"Ho solo detto la verità"
"E tu che ne sai se è la verità?" sbotta infastidito.
"Ti si legge in faccia" rispondo e lui distoglie lo sguardo.
"Non sono un fottuto libro"
"Ti ricordo che stai parlando con me. Puoi provare a nasconderlo, ma capirò sempre quando qualcosa non va"
"Da quando sei così cazzuta?" alza un sopracciglio, e non capisco se stia scherzando o sia davvero infastidito.
"Non ti lascerò da solo ai tuoi casini"
"Non è facile come la fai tu Isabelle. È da anni che cerco di risolvere i casini che ho fatto in passato, ma non ci riesco"
"Forse questa è la volta buona"
"Non esiste una volta buona"
"Esiste sempre una volta buona. Se ti arrendi in partenza dove vorresti arrivare?"
"Non sono bravo a fare il padre, cazzo!" urla, facendomi sussultare. "Non ero pronto ad avere un bambino, ed ecco il risultato. Adesso sono solo un coglione in cerca di una soluzione a questa situazione di merda" sibila con odio.
"Ecco dove sbagli" dico a bassa voce.
Hunter serra la mascella, come se fosse stanco di questa conversazione e volesse andare via il prima possibile.
Ignoro il suo comportamento e mi alzo per avvicinarmi a lui.
Mi siedo sulle ginocchia e allungo una mano per spostargli alcune ciocche di capelli dalla fronte.
"Pensi che nessuno possa aiutarti solo perché non capiscono cosa provi, ma non è così. Se mi lasci entrare e mi mostri cosa senti, di cosa hai paura, posso aiutarti io Hunter" sussurro facendo scivolare la mano sulla sua guancia.
Sposta lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra, ma non faccio niente, lasciando a lui decidere cosa fare.
Ad un certo punto abbassa la testa, facendola scontrare contro il mio petto.
Circondo le braccia intorno al suo collo e lo stringo a me, sentendo le sue mani fare lo stesso con i miei fianchi.
Accarezzo piano la base dei suoi capelli e lui fa scivolare le dita in giù, sfiorando il mio sedere, prima di depositarsi ai lati delle mie cosce.
"Non so chiedere aiuto tigre.." mormora.
Il mio cuore scalpita a quel nomignolo e un piccolo sorriso si apre sulle mie labbra.
"Non c'è n'è bisogno Hunter.. l'ho capito da sola" rispondo col cuore in mano.
S/A
ECCOCI DI NUOVO QUII✨Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, e in caso fatemelo sapere con una stellina o un commento, mi farebbe tanto piacere❤️✨
Comunque, penso che a breve aggiornerò con un altro capitolo, quindi tenetevi prontii💕💕
Un bacio e alla prossima <3
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Unforgettable
Roman d'amourIsabelle è una ragazza di diciassette anni piena di determinazione, un sorriso dolce, e lo skate sempre a portata di mano. Quando ha bisogno di sfogarsi, scappare, o stare da sola, si rifugia nell'unico posto che la fa sentire libera di essere se st...