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Capisco che non è tutto un sogno quando Hunter mi stringe i fianchi e si allontana da me per guardarmi.

Ha le labbra gonfie e gli occhi lucidi. Io sono certa di avere una faccia tra il felice e lo sconvolto.

Mi è sembrato di ritornare indietro al nostro primo bacio, quando non avevamo ancora nessun problema ed eravamo soltanto.. noi.

Come se una lampadina si fosse accesa all'improvviso nella mia testa, mi volto verso la porta chiusa al nostro fianco.

Hunter segue il mio sguardo e serra la mascella.

Le mie mani giacciono delicate sul suo collo, le sue stringono i miei fianchi, come se stesse cercando di rimanere aggrappato a qualcosa che non sia il buio che lo perseguita.

"Hunter.."

Sfioro le sue guance per attirare la sua attenzione, e quando lo faccio cerco di apparire il più tranquilla possibile.

"Va tutto bene" dico accarezzando il suo viso teso.

"Non so se ci riesco Isabelle" chiude gli occhi, come se stesse provando dolore.

Non riesco a vederlo così.

Vorrei arrabbiarmi, fargli capire che non ha nulla da temere se ci sono io con lui, così afferro saldamente il suo mento tra le dita e lo costringo a guardarmi.

I nostri occhi si incrociano.

I miei pieni di una determinazione che non mi appartiene, e i suoi intinti della rassegnazione di una battaglia neanche vinta.

"Ci riesci invece. Ci devi riuscire. Non ti permetterò di tornare indietro, hai capito?"

"Non è così facile"

"Lo so" lo assecondo. "Ma io sono qui, sono sempre stata qui. Te l'ho promesso"

"Me l'hai promesso" poggia la fronte sulla mia.

"Te l'ho promesso"

Ci guardiamo negli occhi per quelle che mi sembrano ore. Non ci serve parlare.

Quello che ci siamo detti è sufficiente, ma dopo lunghi secondi di silenzio decido di rendere vero ciò che gli ho detto, alzandomi sulle punte e facendo scontrare le nostre labbra.

Le sue mani avvolgono la mia schiena, e solo questo mi basta per sentire una scossa elettrica corrermi da capo a piedi.

"Ci riesci" mormoro quando ci stracchiamo.

Si volta, e senza nessuna esitazione spinge la maniglia ed entra.

La prima cosa ad accoglierci è il buio. Mi guardo intorno per capire meglio cosa mi circonda, ma non riesco a vedere niente se non qualche ombra sfocata.

Sussulto quando una piccola lampadina si accende all'improvviso sopra al soffitto della stanza.

Hunter si allontana dall'interruttore e si gira verso di me, facendomi segno con la bocca di fare silenzio.

Annuisco, non capendo il motivo della sua richiesta, ma non faccio domande.

Ora la stanza è più illuminata, e la prima cosa che osservo è che è diversa dalle altre.

Alcuni disegni per bambini sono attaccati contro la parete, mentre il mobile che si trova sotto di essa è occupato da una serie di giocattoli.

Il letto al centro è coperto da una trapunta decorata da stelle, ma quello che attira di più la mia attenzione sono le tutine piegate sul materasso, con accanto sistemate delle minuscole scarpe di lana.

Hunter mi trascina verso una culla, in un angolino della stanza.

Ci avviciniamo piano per non fare rumore, e una volta arrivati lì il mio cuore si ferma.

All'interno della culla giace il corpo addormentato di un bambino, gli occhi chiusi e il ciuccio che penzola dalla bocca.

Non riesco a descrivere quello che sto provando in questo momento.

"È bellissimo" mi ritrovo a mormorare.

È la prima cosa che ho pensato appena l'ho visto, e non so se è perché adoro follemente i bambini o lui ha qualcosa di speciale.

Forse entrambi.

"Lo so" la voce di Hunter soffia nel mio orecchio facendomi rabbrividire.

Sento la sua mano stringere forte la mia, come se avesse paura che da un momento all'altro possa scappare via.

Ricambio la stretta per fargli capire che non andrò da nessuna parte.

Gli ho promesso che sarei rimasta, e lo farò.

"Si chiama Jace" dice quando il silenzio ritorna a fare da padrone nella stanza.

"È un nome stupendo"

"Già" borbotta Hunter.

Gli lancio un'occhiata, trovandolo teso e rigido.

Qualcosa lo tormenta, e il fatto che il motivo di ciò possa essere proprio Jace mi fa sorgere non poche domande.

Come fa una cosa così piccola a essere causa di tanti problemi?

Osservo attentamente il suo viso. I suoi tratti sono dolci e delicati.. mi sembrano familiari.

I suoi capelli sono castani, quasi biondi, di una sfumatura che solo una persona possiede in questa famiglia.

Mille pensieri cominciano a scorrermi per la testa come un tornado.

Ipotesi bizzarre scorrono veloci come un torrente e una sensazione strana comincia a crescere dentro di me.

Guardo Jace, ma è come se non lo stessi facendo veramente.

Le sue dita stringono forte il mio indice, ed è nel momento in cui lo vedo agitarsi nel sonno che ritorno alla realtà.

Mi alzo staccandomi delicatamente da lui, che continua serenamente a dormire, poi mi volto verso Hunter che mi stava già guardando.

I suoi occhi mi mettono in soggezione, così abbasso lo sguardo sulla sua mano, poggiata sulla balaustra della culla.

Stringe il legno così forte che le nocche sono diventate bianche.

Deglutisco, non capendo perché stia rimanendo in silenzio a fissarmi. Sembra stia aspettando che faccia qualcosa, ma non capisco.

Penso solo al fatto che Jace faccia parte di una storia di cui solo Hunter conosce la vicenda, e che sembra terrorizzato dal raccontare.

"Quindi era questo il tuo segreto" do voce ai miei pensieri.

In risposta ricevo solo silenzio, uno così assordante che le mie orecchie cominciano a fischiare.

Hunter non parla, sembra non riuscirci. La presa attorno alla culla si fa più insistente, come se stesse facendo di tutto per non cadere.

"Hunter" mormoro esitante.

Dopo quello che mi sembrano secoli ritorna finalmente a guardarmi.

Le sue pupille sono dilatante, si morde il labbro inferiore per non tremare. Poi le sue labbra si schiudono, esita qualche secolo a parlare, ma alla fine lo fa, e quello che dice mi lascia completamente sconvolta.

"Jace è mio figlio Isabelle"

S/A
COLPO DI SCENA.
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE MI RACCOMANDOO!!💃🏻💃🏻

Se il capitolo vi è piaciuto lasciatemi un commento o una stellina, mi farebbe tanto tanto piacere❤️✨

Un bacio e alla prossima <3

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