Isabelle è una ragazza di diciassette anni piena di determinazione, un sorriso dolce, e lo skate sempre a portata di mano.
Quando ha bisogno di sfogarsi, scappare, o stare da sola, si rifugia nell'unico posto che la fa sentire libera di essere se st...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
{...}
Cosa fai quando quella che credevi fosse una vita senza problemi si trasforma in un inferno senza fine?
Da quando papà mi ha detto del tumore della mamma non riesco più a vivere come prima. Me ne ha parlato; mi ha raccontato di quando ha cominciato a manifestare i primi sintomi, le volte in cui si è sentita bene, fino a che non è completamente crollata.
Ha un tumore ai polmoni, ed è al quarto stadio, ovvero l'ultimo. Probabilmente la cosa peggiore a cui potrebbe essere destinato qualcuno.
La causa di tutto è una malattia troppo avanzata per essere curata. Non mi sono mai accorta di nulla, e se quel giorno qualcuno lassù non mi avesse aiutata, avrei potuto perdere mia madre per sempre.
È passata una settimana da quando è successo. Da allora è andato tutto a rallentatore.
Lei è in ospedale, papà va a trovarla tutti i giorni, e io non ho il coraggio di parlare con nessuno dei due.
Mi hanno nascosto tutto per mesi. Avrei visto mamma morire sotto i miei occhi senza sapere il motivo, senza poter fare qualcosa per salvarla.
Mi sarei condannata a vita se fosse successo. Mi sarei data la colpa, perché non sapevo cosa avesse, e io dovevo saperlo.
"Isabelle" una voce mi distrae dai pensieri, e quando mi giro trovo Hunter.
Dopo quel giorno c'è stata un po' di tensione tra noi. Un po' per la questione di mia madre, un po' per quello che è successo con Grace.
Non ne abbiamo più parlato, ma ciò non significa che io non ci pensi di continuo. Infondo non capita tutti i giorni di scoprire che l'ex del tuo ragazzo è la madre di suo figlio.
È una batosta che devo ancora digerire.
"Tra quando cominciate?" chiedo mentre si avvicina a me.
"Dieci minuti" mi circonda il fianco, attirandomi al suo petto.
"Voglio tornare a casa" sbuffo, facendo cadere la testa sulla sua spalla.
Questo spiazzale è un vero e proprio inferno, peggio di come me lo ricordavo. La musica rimbomba nelle casse come impazzita, c'è puzza di fumo ovunque, e non mi sto divertendo per niente.
Sono venuta solo perché avevo promesso ad Hunter che ci sarei stata, ma nient'altro. Con una situazione del genere avrei preferito stare a casa.
"Appena finisco ce ne andiamo" mi afferra il mento tra le dita, stampandomi un lungo bacio sulle labbra. "Staremo solo noi due"
"Mhh" mugolo su queste, infilando le mani nei suoi capelli.
In poco tempo il bacio si intensifica, e non so come ne quando, finiamo entrambi schiacciati contro il cofano della sua auto, parcheggiata poco lontano dallo spiazzale. Non lascio spazio al pudore, e gli permetto di toccarmi ovunque.