È la prima volta in vita mia che mi sento vuota.
È una sensazione strana, quasi piacevole; non sento niente, il mio cuore batte normalmente, nessuna lacrima scende dai miei occhi e non soffro.
Il dolore sembra scomparso nel nulla, ma forse sono io a stargli lontano.
Sono passate tre settimane da quella sera a dir poco orribile. Non ho più visto Hunter da allora, ma non ho mai smesso di pensare a lui.Dopo ciò che è successo ha preso a chiamarmi tutti i giorni ad un ritmo inconcepibile.
Ricevevo messaggi solo da parte sua, ma non ho mai osato leggerli ne accettare le sue chiamate.
Mi faceva troppo male pensare che fossero ancora una volta delle miserabili scuse.Mamma e papà si sono accorti molto in fretta che mi era accaduto qualcosa. I primi giorni sono stati infernali.
Rimanevo chiusa in camera tutto il tempo, piangevo e non uscivo mai, neanche per farmi una doccia. Ho smesso anche di mangiare, per un periodo.Non avevo forze per fare nulla. Dormivo poco o dormivo tutto il giorno, e mi erano comparse delle occhiaie enormi, tipo Grand Canyon.. insomma, ero un morto che camminava.
E quella non era la cosa peggiore. Dovevo ancora fare i conti con le domande dei miei genitori. È stata dura.. molto dura.Mi hanno chiesto in continuazione cosa avessi, io non rispondevo, ma loro continuavano.
Volevo raccontare loro qualche bugia che desse una spiegazione al mio comportamento, ma non riuscivo a inventarmi nulla.Sono andati avanti così per tre giorni, poi quando hanno capito che non avevo intenzione di parlare hanno smesso.
Non sono riuscita a confidarmi neanche con mio padre, il che la dice lunga su quanto la situazione fosse critica.Kim ha provato a contattarmi, ma non ho risposto neanche a lei.
Mamma veniva quasi ogni giorno in camera mia avvisandomi che fosse al piano di sotto chiedendo di vedermi, ma rifiutavo ogni volta.
Mi sentivo così uno schifo che farmi vedere in quelle condizioni era l'ultima cosa che volevo.Anche Tyler è venuto a trovarmi.
All'inizio ero restia a incontrarlo perché ero arrabbiata con lui per quello che aveva fatto a Kim, ma dopo un paio di tentavi è riuscito a piombare come un missile in camera mia.
La sua reazione appena mi vide non me la scorderò mai: mi ha guardato come se avesse avuto un morto davanti a lui, con gli occhi sgranati e la bocca semichiusa.
Io non feci nulla. Aspettai che si riprendesse e poi si avvicinò al mio letto, si mise accanto a me e mi abbracciò senza parlare.
Fu in quel momento che crollai. Cominciai a piangere sulla sua spalla e lui mi strinse a se, come per farmi capire che era lì e che non se ne sarebbe andato.A quel punto capii che dovevo smetterla. Fino a quel momento avevo allontanato tutti perché ero convinta di non aver bisogno di nessuno, ma mi sbagliavo.
Mi mancava Kimberly e mi mancava Tyler. Erano gli unici amici che avevo e le uniche persone in grado di farmi stare meglio.Fu così che qualche giorno dopo anche Kimberly fece il suo ingresso in camera mia, dopo quelle che erano state due settimane.
Mi sarei aspettata tutto da lei, tranne ciò che fece appena mi vide: cominciò a urlarmi contro.
"Brutta deficiente che non sei altro! Si può sapere che cazzo avevi per la testa quando hai deciso di ignorarmi?! Io so che tu stai male, ti chiamo dieci volte al giorno, vengo a casa tua per vederti e tu mi ignori! Ti sei per caso dimenticata che sono la tua migliore amica o cosa?!" termina rossa in viso.
Rimango paralizzata con la bocca semichiusa. Decisamente non me l'aspettavo.
"Ciao anche a te Kimberly" fa sarcastico Tyler.
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Unforgettable
RomanceIsabelle è una ragazza di diciassette anni piena di determinazione, un sorriso dolce, e lo skate sempre a portata di mano. Quando ha bisogno di sfogarsi, scappare, o stare da sola, si rifugia nell'unico posto che la fa sentire libera di essere se st...