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"Allora, traditrice che non sei altro, hai deciso di dirmi dove usciremo insieme a quegli altri due idioti che, ci tengo a precisare, ti avevo chiesto esplicitamente di non invitare con noi?" fa Kim con tono provocatorio, seduta a gambe incrociate sul mio letto.

"Non smetterai di ripeterlo vero?" le lancio un'occhiata esasperata.

È da ieri che non fa altro che rinfacciarmi quanto sia stata una migliore amica orribile. A minuti mi verrà un mal di testa atroce.

"No, o almeno finché non ti deciderai a scaricarli e uscire soltanto con me" ribatte piccata.

"Kim, sai bene che non posso farlo" la riprendo andando verso l'armadio.

Sarà meglio che scelga qualcosa da mettere al più presto.
Sono solo le quattro di pomeriggio e l'uscita è programmata per le nove, ma si sa, il mio armadio è tutto fuorché pulito e ordinato, quindi mi ci vorranno secoli prima che trovi qualcosa di decente da mettere in mezzo a tutto quel macello.

"Non mi sembra ci sia qualcosa che te lo impedisca" insiste.

"Non posso e basta. E poi qual è il problema? È per Tyler? Perché avete discusso?" mi volto verso di lei con le braccia incrociate al petto.

"Non è per Tyler, non mi importa nulla di lui, quindi figurati se mi faccio il problema" si mette subito sulla difensiva.
Io alzo un sopracciglio sapendo benissimo che sta mentendo e lei, capendo che non ha via di scampo, sbuffa esasperata.

"Raccontami tutto Kim, fammi capire cos'è successo" dico avvicinandomi a lei, che ha mutato repentinamente la sua espressione.

Dall'essere imbronciata, è passata ad abbassare lo sguardo sul pavimento in una smorfia triste, arrabbiata e delusa.
Le circolo le spalle con un braccio e la guardo in silenzio, aspettando pazientemente che mi dica cosa la turba tanto.

Passano i secondi, poi i minuti, e alla fine quando credo che non mi dirà nulla, alza di nuovo lo sguardo e incrocia i miei occhi castani.

Qualcosa dentro di me si spezza quando mi accorgo che un velo di lacrime copre le sue iridi scure, ma non piange, so che non lo farà.
Kim è una persona molto orgogliosa e non cederà alla tentazione di sfogarsi, infatti fa un profondo respiro e si schiarisce la voce, prima di poggiare la testa sulla mia spalla.

"Io e Tyler abbiamo litigato, come avrai intuito, ma ho deciso di non raccontarti niente perché sapevo cosa stessi affrontando in quei giorni, e caricarti di altra angoscia scaricandoti i miei problemi addosso non lo ritenevo opportuno" comincia.

"E prima che tu mi dica che non avrei dovuto preoccuparmi per te, beh, l'ho fatto comunque e a me sta bene così" continua quando vede che sto per ribattere, e il mio sguardo inizialmente contrariato cambia in uno più sciolto e affettuoso.

A volte Kim ha l'abitudine di mettere gli altri al primo posto non sapendo che spesso non è mai una buona idea, ma è irremovibile.
Lo fa e basta, e quando succede ci mette tutta se stessa affinché quella persona si senta sicura di avere lei al suo fianco.

"È cominciato tutto la sera del nostro quasi bacio, quando ho capito per la prima volta che provavo qualcosa per lui già da tempo. Da lì è stato tutto un alternarsi di insicurezze e confusione, cosa che Tyler ha peggiorato ulteriormente comportandosi da perfetto stronzo qual è" dice Kim giocherellando con il tessuto dei suoi jeans, forse cercando una distrazione che la induca a parlare con meno difficoltà.

"All'inizio ero confusa. Non capivo cosa provavo nei suoi confronti e non ero ancora pronta ad ammetterlo, quindi per alcuni giorni decisi di allontanarmi da lui e riflettere su quello che volevo, ma non servì a molto, così decisi di ignorare per un po' la situazione. Tyler invece si comportava normalmente, o quasi almeno, dato che capitò più volte che mi desse attenzioni particolari, come accompagnarmi a lezione, abbracciarmi.. come una coppia insomma.." mormora con tono malinconico alla fine.

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