4.

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"Non avrai mica paura di me?" chiede mentre sistemo lo skate nel mio zaino per andare più comoda.
Lo guardo alzando un sopracciglio, facendogli intuire l'ovvio.
"È perché non mi conosci, ho capito" sorride.

"Non ho paura di te, anzi devo ammettere che sembri addirittura simpatico, il fatto è che i miei genitori mi hanno insegnato a non fidarmi degli sconosciuti.. e tu lo sei" faccio spallucce.

"Sono simpatico quindi?" ghigna facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Di tutto quello che ho detto hai sentito solo quello?" alzo un sopracciglio.

"No, però se ci pensi non siamo poi così sconosciuti" mi guarda con un sorrisetto.

"Ma se non so nemmeno il tuo nome" affermo facendogli scontrare la lingua sul palato.

"Touché"

"Quindi qual è il tuo nome?" chiedo curiosa.

"Non te lo dico" ribatte facendomi aggrottare la fronte.

"Perché?"

"Così" fa spallucce.

"Ahh, ho capito. Fai il misterioso per apparire più attraente ai miei occhi, non è così?" scherzo.

Alla mia affermazione il suo sguardo diventa più serio, il ghigno sulle sue labbra aumenta mentre il suo braccio si allunga per circondare la mia schiena, attirandomi a se con un movimento soltanto.

Non me lo aspettavo, infatti spalanco gli occhi presa in contropiede, per poi cercare di mostrarmi il più indifferente possibile, nonostante ogni parte del mio corpo stia impazzendo.
I suoi occhi azzurri mi fissano divertiti, forse consapevole che questo gesto manda scariche elettriche lungo tutta la mia schiena.

La sua mano preme contro di essa annullando ogni distanza tra noi, il mio petto collide col suo e il mio respiro si mozza per un secondo.

Santa Maria vergine.

Non posso morire così giovane, prima di farlo vorrei sperimentare il cibo cinese, non ho mai mangiato sushi in vita mia.

Lo guardo inebetita da questo suo gesto, ma lui è concentrato a fissare le mie labbra schiuse dalla sorpresa.
Passano un paio di secondi prima che rialzi lo sguardo e mi incateni con le sue iridi chiare.

"Sta funzionando?" sussurra, e si, direi che sta proprio funzionando, ma non glielo dico perché altrimenti sembrerei davvero un'idiota.

Come se non lo fossi già.

Dalla sua domanda capisco che sta facendo tutto questo solo per provocarmi, così decido di ritornare in me e stare al suo gioco.
Mi mordo il labbro inferiore per non sorridere, vendendo che il suo sguardo si posa lì insistente, prima di inclinare la testa di lato ricambiando il contatto visivo.

"Ti lascio il beneficio del dubbio" sussurro a mia volta staccandomi dal suo corpo.

Mentre sistemo lo zaino dietro le spalle sento il suo sguardo addosso, ma faccio finta di non accorgermene e salgo a bordo della moto, dietro di lui.

Per fortuna che non è troppo alta, altrimenti sarebbe stata un'impresa salirci. Fare delle moto più basse però non farebbe male a nessuno, eh.

Mi aggiusto meglio sul sedile e poi gli lancio un'occhiata, facendogli capire che sono pronta.

Lui è gia voltato verso di me, con un ghigno sulle labbra e uno sguardo felino.

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