Chapter 6 - The Release of the Bomb

727 43 7
                                    

L'appartamento era più accogliente di quanto Harry avesse immaginato. Era abbastanza grande, le pareti erano bianche e i mobili si alternavano con colori come bianco e grigio rendendo il tutto più soft e tranquillo.

Le finestre davano sulla Torre Eiffel che agli occhi del giovane, vista da quella lontananza, gli sembrò una delle sette meraviglie del mondo. Era tutto spettacolare e probabilmente non si sarebbe mai potuto abituare a tale bellezza, Parigi era magica.

La prima notte fu tosta, nonostante vivesse solo da anni quella non era casa sua, quello non era il suo letto e prima che riuscisse a chiudere occhio passarono ore. Come se non bastasse, la sua testa continuava a ritornare a ciò che Draco gli aveva detto prima che si salutassero e questo non faceva altro che fargli passare il sonno ma non riusciva ad evitarlo, quelle parole rimbombavano nella sua testa come un eco senza fine. Lo schifava davvero così tanto? Eppure i ragazzi con cui era stato non sembravano aver mai provato tale disgusto, cosa c'era stavolta che non andava?

La sveglia delle sette e mezza suonò riempiendo quella stanza nella quale fino ad allora era regnato il silenzio più totale. Harry si alzò dal letto sbuffando, si portò una mano sul viso e si strofinò gli occhi credendo che quello fosse il modo più efficace per svegliarsi meglio.

Si diresse in bagno barcollando - a volte dovette tenersi alle pareti per evitare di cadere - e raggiunse il lavandino a fatica. Aprì l'acqua e si affrettò a sciacquarsi il viso, non poteva per nessun motivo al mondo presentarsi al lavoro con quella faccia.
Si sistemò i capelli corvini e inforcò gli occhiali, tornò in stanza e prese dalla valigia i vestiti che ancora non aveva sistemato nell'armadio, la sera precedente era tornato troppo stanco e non aveva trovato la forza necessaria per farlo. Ci avrebbe pensato quel pomeriggio nella pausa pranzo o magari la sera prima di andare a dormire, era sicuro che quel giorno non sarebbe potuto essere peggiore di quello precedente.

Una volta che si fu preparato, prese una giacca, il telefono, le chiavi dell'appartamento, il portafoglio e uscì velocemente; erano quasi le otto e doveva ancora passare al bar per prendere un cornetto che avrebbe mangiato poi nel suo ufficio di nascosto.

Contro ogni sua aspettativa riuscì a prendere quel cornetto prima dell'orario prestabilito, a quell'ora non c'era molta fila e in pochi minuti si era trovato fuori dal negozio. In quel preciso momento, davanti il portone del suo appartamento, trovò la macchina nera di Alexandre che lo stava aspettando fuori.

Gli si parò davanti con un piccolo sorriso e il sacchetto bianco fra le mani.

«Buongiorno Sign- Harry» sorrise l'autista, ancora doveva prendere l'abitudine.

«Buongiorno a te Alexandre» e l'uomo gli aprì la porta della macchina.

Quando il corvino salì non si stupì di trovare già Hermione intenta a sfogliare le pagine di una rivista di moda.

«Buongiorno Harry» sorrise la ragazza alzando gli occhi verso di lui.

«Buongiorno Herm, scusa per ieri ma ho staccato più tardi del solito e non ti ho potuta salutare»

«Ma di che, stai tranquillo. Avevo immaginato» gli dedicò un mezzo sorriso «Senti, ne stavo parlando ieri con Ron, ti va di venire con noi stasera appena finiamo il turno? Andiamo a mangiare qualcosa insieme» propose la giovane.

«Oh sì, sì certo» sorrise accettando senza pensarci «Ci facciamo portare da Alexandre o..?»

«Ron ha la macchina» gli disse «Andremo con lui»

«Va bene, ci sto» sorrise.

E in quel momento l'auto partì. Harry buttò un occhio sulla rivista che la ragazza stava sfogliando prima che aprissero quella conversazione.

Finché ci saranno le stelle - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora