Il resto della giornata per Harry passò tranquillo. Era capitato più di una volta in quelle ore che qualcuno tra Ron, Pansy e Ginny entrassero nel suo ufficio per chiedergli dove si trovasse Draco ma il ragazzo aveva deciso di non dire a nessuno di loro il vero motivo della sua mancanza improvvisa: pensava fosse una cosa che sarebbe dovuta partire da lui e non spettava al corvino dire ai quattro venti che il biondo avesse un figlio. Se avesse voluto glie ne avrebbe parlato lui; non si sentiva in dovere di parlare per lui.
Alle quattordici Harry uscì dall'azienda sotto gli occhi confusi di tutti e si affrettò a salire in macchina per dirigersi nell'appartamento di Draco dove - era sicuro - sarebbe rimasto fino a che non sarebbero partiti per l'America due settimane più tardi.
Appena arrivò, scese dall'auto e salì le scale fino ad arrivare davanti la porta della casa che aprì con un solo giro di chiavi. La chiuse dietro di sé e si tolse la giacca che poggiò sullo schienale del divano.
«Sono a casa» urlò per farsi sentire dai presenti e in quel momento sbucò dalla cucina il bambino biondo seguito da Draco che lo stava guardando attentamente.
«Già sei qui?» chiese andando verso di lui pronto per baciarlo ma Harry si spostò dal lato opposto rispetto a dove si trovava il ragazzo in quel momento.
«Ho parlato con Dorian e ci ha dato dei turni. Io faccio la mattina e tu il pomeriggio ma solo per poco» disse incrociando le braccia al petto mentre si poggiava alla parete «E tra due settimane partiamo per l'America» annunciò.
Il biondo sgranò gli occhi «Ma non-..»
«Si è scusato per averci detto quelle cose, ha detto che da quando ci siamo noi l'azienda è migliorata e non potrebbe mai commettere l'errore di licenziarci o di toglierci i posti che abbiamo» disse interrompendolo.
«Quindi partiremo per quella sfilata?» chiese facendo un mezzo sorriso.
«Partiremo per quella sfilata» confermò staccandosi dalla parete «Adesso sbrigati a prepararti, alle quattordici e trenta devi essere in azienda e fare fino a chiusura»
«Vado a prepararmi solo se vieni qui e mi dai un bacio» si oppose.
«È tardi, Draco» lo liquidò sparendo dietro la porta di quella che ormai era la loro stanza.
Il biondo sospirò pesantemente e lo guardò andarsene. Probabilmente sarebbe stato più difficile del previsto gestire quella situazione.
Si fece coraggio e si diresse verso la porta della loro stanza, l'aprì lentamente.
«Non me lo perdonerai mai, vero?» parlò il ragazzo.
Harry si girò verso di lui solo dopo aver finito di abbassarsi la maglia.
«Volevo solo che fossi sincero con me come io lo sono stato con te» gli rispose «Ma non l'hai fatto per non so quale assurdo motivo e adesso mi ritrovo ad avere a che fare con un bambino che non è nemmeno il mio e non so minimamente quello che devo fare perché tutto mi aspettavo tranne di fare il baby sitter» sbraitò.
«Non mi sembra che qualcuno ti abbia detto di farlo, anzi! Ti sei offerto tu» gli ricordò.
«Non ho di certo messo in dubbio questo» si difese «Ma mi aspettavo me lo dicessi. Un bambino non è una cosa da niente»
«Mi dispiace, Harry» sospirò «Ma non me la sentivo e tutto volevo tranne che lo scoprissi così»
«Io non lo so se riuscirò a gestirlo» ammise «È una cosa troppo grande per me e nonostante voglia provarci a prendermene cura, non me la sento di avere un bambino»
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Finché ci saranno le stelle - Drarry
FanfictionParigi, anni 2000. Harry Potter, professional designer, è ben deciso a fare della sua passione un lavoro ma nulla sembra essere all'altezza delle sue aspettative. All'alba dei suoi venticinque anni però, verrà contattato da un'azienda famosa, la Dor...