Finché ci saranno le stelle - Drarry

Chapter 57 - Simply Everything

Harry rientrò al lavoro dopo circa quindici giorni che era stato a casa; aveva tolto i punti e ora stava decisamente meglio. Aveva ripreso a camminare e a fare tutto ciò che faceva prima senza nessuna difficoltà.
Quei giorni, erano stati fin troppo monotoni e noiosi per il corvino che era sempre in cerca di cambiamento. Scorpius era stato con loro fino al giorno precedente al suo rientro in azienda e quelle due settimane avevano permesso al giovane e al bambino di stringere un rapporto più saldo tanto che Draco si era ritrovato a fingersi geloso per le mancate attenzioni che i due non gli avevano dato.

Quel giorno, il biondo aveva chiesto a Dorian di andare via qualche ora prima a causa di alcune commissioni per i suoi genitori da fare. Harry non ci aveva creduto tanto quando glie l'aveva detto ma decise di lasciar correre, gli avrebbe chiesto spiegazioni una volta a casa.

Finì il turno che erano appena le otto di sera e si affrettò a dirigersi all'appartamento, moriva dalla voglia di vedere il biondo per chiedergli spiegazioni ma quando arrivò e aprì la porta, notò che le luci erano totalmente spente e tutto era proprio come lo avevano lasciato la mattina.

Il ragazzo sospirò ed entrò chiudendosi la porta alle spalle deciso a chiamare il giovane per sentire dove si trovasse ma non appena accese le luci, trovò un bigliettino sul tavolo in vetro posto davanti al divano. Alzò un sopracciglio, si abbassò sulle ginocchia e lo lesse:

ti starai chiedendo dove mi trovo,
tu non preoccuparti
e raggiungimi al Parc Monceau,
non te ne pentirai, ti aspetto lì
D.

Harry dovette rileggere il biglietto circa per un paio di volte, cosa aveva intenzione di fare?

Il giovane si alzò dalle ginocchia, afferrò le chiavi di casa e corse fuori. Scese le scale velocemente e salì in macchina per poter raggiungere quel parco prima possibile.

Le vie di Parigi erano deserte e per questo non ci mise molto anche se trovare parcheggio fu più difficile del previsto data la quantità di gente che girovagava lì intorno costantemente.

Entrò e appena le suole delle sue scarpe entrarono in contatto con l'erba, la figura di Scorpius gli si parò davanti.

«Ma Scorp, che fai qui da solo? Tuo padre si è improvvisamente impazzito?» sgranò gli occhi verdi Harry, si abbassò per prenderlo in braccio.

«Papà è più avanti» indicò un punto indefinito del parco il bambino e il corvino si diresse lì anche se non vedeva nulla se non alberi e il buio che iniziava ad impossessarsi della città.

Attraversò tutto il parco e si fermò un attimo ad osservarlo, era bellissimo: il prato era verde senza nemmeno un filo d'erba appassito, alberi di ogni misura e dimensione erano sparsi per tutto il parco e delle statue con un laghetto decoravano al meglio quel posto rendendolo magico. Al centro del lago c'era un'isoletta di terra dove era nato un salice dalle misure quasi spropositate e sul prato si reggeva un mezzo arco sorretto da delle colonne romane fatte interamente di marmo come anche il resto delle statue. Un ponticello interamente bianco faceva da tramite per arrivare all'altra parte del parco dove trovò una di quelle giostre per bambini in quel momento però inattiva.

Non seppe quanto passò ma di una cosa era certo: era sull'orlo di una crisi di nervi dato che non era una persona particolarmente paziente ed era ad un passo dall'andarsene completamente offeso.

Ma proprio quando l'ennesimo sbuffò rilasciò le sue labbra, arrivò in un punto del parco in cui delle luci si accesero improvvisamente ed era sicuro non ci fossero mai state. Aggrottò la fronte e si guardò intorno non riuscendo a capire chi fosse stato ad accenderle.

«Sono qui» gli giunse la voce di Draco nelle orecchie e immediatamente il corvino si girò facendo incrociare i loro occhi.

«Era ora, mi sono attraversato un parco intero» si lamentò ironizzando, Scorpius ancora fermo fra le sue braccia e Draco che ridacchiò «Perché mi hai portato qui? È tutto apposto?» chiese poi.