Forse non avrebbe dovuto fare serata la sera prima. Quando Harry si svegliò, notò che le sette e mezza erano passate da circa quindici minuti e si ritrovò a sgranare gli occhi. Si alzò dal letto in fretta e furia correndo in bagno con l'intenzione di farsi una doccia, non voleva per nessun motivo al mondo presentarsi al lavoro che puzzava di alcool da fare schifo.
Ci mise poco e spese i minuti restanti per scegliere dei vestiti che si adattassero alla situazione, infine scelse un paio di jeans neri e una camicia bianca accompagnata da una giacca sempre rigorosamente nera. Non aveva la più pallida idea di come si sarebbe dovuto vestire ma cercò di andare sul sicuro più possibile, non voleva fare brutte figure il suo primo giorno.
Quando mise piede fuori dalla stanza, notò che Alexandre era già lì e al suo fianco c'era Hermione con un sorriso a trentadue denti. La presenza della ragazza un minimo lo risollevò, ricambiò il sorriso e si diresse verso i due.
«Buongiorno Harry, ti sei svegliato» disse la giovane e il corvino ridacchiò.
«Pensavi che non l'avrei fatto?»
«Beh, dopo tutto l'alcool che hai bevuto ieri sera non ci contavo così tanto» ridacchiò anche lei e il ragazzo scosse la testa divertito prima di posare lo sguardo sull'autista.
«Buongiorno Harry» sorrise l'uomo.
«Alexandre..» lo riprese Hermione e Harry capì subito il motivo.
«Oh no Hermione, è colpa mia» si intromise «"Signore" per me è troppo formale, gli ho chiesto io di chiamarmi Harry» spiegò.
«Oh allora scusate» guardò mortificata i due «Non siamo abituati, di solito si fanno chiamare tutti in quel modo. Anzi a volte se non lo fai, si offendono anche»
«Oh mio dio» si decise finalmente a salire nell'auto «Per me è veramente troppo, non mi offendo se mi ci chiamano ma insomma ho venticinque anni»
Hermione ridacchiò «Ti capisco, anche io se posso evito»
La loro conversazione venne interrotta dalla porta che si aprì con una forza tale da far sobbalzare Harry. La giovane sospirò capendo già di chi si trattasse.
«Buongiorno Signor Malfoy» lo salutò Alexandre.
Il ragazzo non rispose nemmeno, si limitò a prendere una sigaretta dalla tasca e aprire il finestrino.
Il corvino lo stava guardando sbalordito, a casa sua non si usava salutare? Per un momento si chiese come facesse a lavorare per quell'azienda così importante se lui era così egoista e menefreghista.
«Per quale cazzo di motivo mi stai guardando in questo modo, Potter? Sposta lo sguardo altrove» fece un tiro.
«Perché non ho mai incontrato qualcuno più maleducato di te» ammise «Almeno abbi la decenza di salutare»
«Sei arrivato da meno di ventiquattro ore e già mi hai stufato, sai che sono un tuo superiore e devi portarmi rispetto?» alzò un sopracciglio.
«Porto rispetto solo a chi porta rispetto a me» lo guardò «E tu non lo stai facendo da ieri»
«Ascoltami bene» si avvicinò di più a lui «Se sei qui stamattina è solo grazie a me, se oggi avrai le chiavi del tuo appartamento è solo grazie a me e se riuscirai a realizzare il tuo sogno è solo grazie a me quindi fammi il favore di cominciare a stare zitto. Io sono dentro questa azienda da anni e nessuno ha mai osato mancarmi di rispetto e tu non sarai il primo. Vuoi lavorare con noi? Va bene, ma si sta alle mie regole e se una mattina mi gira male tu non mettere bocca, non ne hai il diritto» disse il tutto con una tale cattiveria nel tono che fece quasi venire i brividi a Harry.
«Io sto alle regole di Dorian, non alle tue. Non sei il capo, l'azienda non porta il tuo nome» serrò la mascella.
«Io sono il capo del settore dell'azienda in cui lavorerai» rispose a tono «Non giocare con il fuoco Potter, potresti scottarti» scese dall'auto appena questa si fermò, il corvino lo seguì parandosi davanti a lui.
«Il fuoco è la mia specialità, dovresti iniziare a ricordartelo» e gli tolse la sigaretta dalle mani facendo un tiro prima di affiancarsi a Hermione che era stata zitta per tutto quel tempo.
«Bel caratterino eh» lo punzecchiò la ragazza ridacchiando.
«Già» concordò ridacchiando anche lui «Non mi faccio mettere i piedi in testa tanto facilmente» buttò la sigaretta a terra schiacciandola con la suola della scarpa.
Bastarono pochi istanti prima che Dorian uscisse dalla grande porta contornata d'oro per accoglierli.
«Buongiorno ragazzi» un grande sorriso si dipinse sul suo volto «Buongiorno Harry» lo guardò, il corvino ricambiò il saluto con un sorriso «Draco» lo salutò chiamandolo semplicemente per nome, il biondo ricambiò il saluto facendo un semplice cenno con la testa «Hermione tu puoi entrare» le diede il via libera «Draco, ci pensi tu a guidare Harry nel suo ufficio?»
«Certamente, sarà un onore per me avere a che fare con il domatore di fuoco» lo prese in giro entrando nella grande struttura, Harry roteò gli occhi sbuffando e lo seguì.
Fecero circa due rampe di scale prima di giungere in un piano dove erano presenti varie porte, probabilmente ognuna conduceva ad un ufficio.
«Questo è il tuo ufficio» gli aprì la porta mostrando l'enorme stanza, al centro c'era una scrivania con sopra un computer, le mura erano bianche con il logo dell'azienda dipinto sulla parete in oro, una moquette nera decorava la stanza e le vetrate facevano ben vedere tutto il panorama. Il giovane rimase quasi a bocca aperta.
«È fantastico» soffiò.
Il biondo ghignò «Lo so» concordò «Peccato che se non inizierai a portarmi rispetto, questo spettacolo potrai godertelo solo per una settimana» usò un tono di sfida misto al divertimento, ci stava prendendo gusto.
«Come ti ho detto, tu non-..»
Draco lo interruppe «Io sono il capo di questo piano e Dorian aspetta le mie considerazioni, tutto dipenderà da quelle e da nient'altro» lo guardò con un mezzo sorriso dipinto sul volto.
«Tu inizia a portare rispetto a me, vedrai che farò lo stesso» ricambiò lo sguardo.
Il biondo quasi rise «Dovresti iniziare a pensare bene a quello che fai, ogni giorno potrebbe essere l'ultimo»
«Mi stai minacciando?» alzò un sopracciglio.
«Oh no, non potrei mai. Ti sto avvertendo e basta» lo guardò, quel solito ghigno a decorargli il volto.
«Sai, dovresti iniziare ad essere meno sicuro di te stesso. Non sai chi hai davanti»
«Nemmeno tu lo sai eppure mi sembra che continui a sfidarmi senza nessun tipo di problema, o sbaglio?»
«Non ti sto sfidando» si difese «Semplicemente non sto zitto, non sono in grado»
«Se vuoi lavorare qui dovresti iniziare a chiudere quella bocca, ti conviene»
«Grazie del pensiero, sicuramente ne terrò conto» ed entrò nell'ufficio sotto gli occhi ardenti del ragazzo; era già la seconda volta che gli toglieva la risposta dalla bocca.
Quando fu dentro, gli occhi argentei del giovane erano ancora impegnati a scrutarlo. Per un assurdo istante pensò fosse davvero un bel ragazzo, quei jeans gli stringevano le gambe magre e gli fasciavano le natiche in una maniera a dir poco eccitante, la camicia bianca si addiceva perfettamente al colore della sua pelle e quella giacca nera..avrebbe dovuto distogliere lo sguardo per evitare di avere un'erezione di prima mattina ma non ci riuscì, era così attraente che le labbra si mossero da sole facendo uscire l'ultima frase che avrebbe dovuto dirgli.
«Potter» lo chiamò, il corvino si girò verso di lui roteando gli occhi al cielo.
«Cosa vuoi ancor-..»
«Staresti così bene piegato a novanta su quella scrivania»
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Finché ci saranno le stelle - Drarry
FanfictionParigi, anni 2000. Harry Potter, professional designer, è ben deciso a fare della sua passione un lavoro ma nulla sembra essere all'altezza delle sue aspettative. All'alba dei suoi venticinque anni però, verrà contattato da un'azienda famosa, la Dor...