Chapter 8 - Ever and Never

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Il sole, quella mattina, era alto nel cielo e i suoi raggi filtravano dalle tende illuminando la stanza in cui due corpi nudi e aggrovigliati fra le coperte stavano ancora dormendo.

I vestiti erano sparsi per l'appartamento e i respiri dei due ragazzi che la sera prima avevano deciso di spassarsela erano regolari. Tutto era tranquillo finché il telefono di uno dei due non squillò facendo aprire gli occhi ad entrambi. Il ragazzo a cui apparteneva il cellulare, dopo qualche secondo di esitazione necessario per svegliarsi ancora un minimo, rispose con estrema lentezza; doveva ancora completamente digerire la sbronza della sera precedente.

«Harry! Ma dove sei? Siamo qui sotto da dieci minuti!» sentì urlare dall'altro capo del telefono il giovane, riconobbe subito la voce di Hermione.

Il corvino scattò a sedere «Scusa ma che ore sono?!» si affrettò a chiedere mentre si alzava per dirigersi in bagno.

«Sono le otto e dieci, dovevi scendere alle otto!» rispose sempre utilizzando un tono esclamativo.

«Cazzo» quasi urlò «Cinque minuti e sono giù, aspettatemi!» e attaccò.

Velocemente prese i vestiti dall'armadio e se li infilò in maniera scomposta e disordinata, allacciò la camicia riuscendo - fortunatamente - a non far saltare nessun bottone e si mise le scarpe.

Si lavò i denti e successivamente prese una gomma da masticare che subito mise in bocca con l'intenzione di riuscire a migliorare un minimo la situazione del suo alito. Prese poi la giacca, il telefono, il portafogli e si diresse in camera dove il ragazzo che fino a poco prima giaceva al suo fianco aveva avuto la decenza di infilarsi i boxer.

«Devo scappare, sono in super ritardo al lavoro» prese gli occhiali sul comodino e li mise riuscendo finalmente a vedere tutto più nitido intorno a sé.

«Immaginavo» borbottò ancora assonnato.

«Senti, fai colazione, lavati, fai quello che ti pare e poi vai via. Le chiavi te le lascio così prima di andartene puoi chiudere la porta, riesci poi a passare in azienda per riportarmele?»

Il giovane gli fece un mezzo sorriso e si alzò dal letto per raggiungerlo «Certamente, mi mandi la posizione?» passò una mano sul suo viso.

«Sì, mi raccomando lascia tutto in ordine» gli rubò un bacio a stampo e corse fuori dalla porta, scese le scale facendo attenzione a non inciampare sui suoi stessi piedi.

Aprì la porta della macchina e salì tirando un lungo sospiro di sollievo, chiuse gli occhi per un istante, il necessario per cercare di riprendersi data la corsa che aveva fatto.

«Alla buon'ora!» lo riprese Hermione.

«Scusa Herm, non ho sentito la sveglia» borbottò.

«O forse non l'hai proprio messa?» si aggiunse una voce che il ragazzo aveva imparato a conoscere molto bene.

«Non lo so, non mi ricordo» continuò a borbottare aprendo gli occhi.

«Mi spieghi perché ti ostini ad andare a fare serata se sai che il giorno dopo lavori?!» disse di nuovo la ragazza.

«Dai Hermione, lascialo in pace. Qualche volta ci vuole, lo facciamo anche noi» si intromise Ron.

«Sì ma in maniera moderata, lui si ubriaca proprio» si oppose «Ah! Con quel ragazzo infine come è andata?» si azzardò poi a chiedere cambiando argomento.

Improvvisamente Harry sentì gli occhi argentati del biondo posarsi su di sé, che gli interessasse la cosa?

«Come vuoi che sia andata?» ridacchiò «Me lo sono ritrovato nel letto nudo»

Finché ci saranno le stelle - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora