Chapter 46 - To Fall in Love

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I giorni seguenti a quello furono infernali per i due ragazzi che stavano iniziando a risentire delle scelte che Dorian aveva preso. Da quel giorno, l'uomo non faceva altro che rivolgergli parole poco carine e a volte capitava che non li guardava nemmeno in faccia.
Draco si limitava a sospirare e a chiudersi nel suo ufficio mentre Harry serrava la mascella e prendeva un bel respiro per evitare di urlargli contro tutto ciò che gli passava per la testa. Odiava le persone maleducate; quelle che non salutavano o che non degnavano di uno sguardo o una parola chi li circondava.

Come se ciò non fosse già abbastanza, aveva anche scoperto che i suoi genitori non si erano minimamente preoccupati di chiamare Dorian per dirgli che non sarebbero stati presenti a quella sfilata; avevano ignorato del tutto le parole del figlio che, in quel momento, non era nella condizione giusta per poter andare da Dorian a chiedergli favori o a raccontargli la storia della sua vita. Pensava al fatto che tanto non sarebbe partito e sicuramente ci avrebbe pensato l'uomo a dirgli dell'accaduto regalando ai genitori la soddisfazione più grande della loro vita che non volevano altro che vedere il loro unico figlio fallire.

Harry era stufo di come si era evoluta la situazione e stava seriamente pensando di lasciare tutto e andarsene se non fosse per Draco che passava le giornate a convincerlo di rimanere perché quello era il suo sogno e se avesse deciso di abbandonarlo se ne sarebbe pentito per tutta la vita. Il ragazzo avrebbe tanto voluto contraddirlo ma sapeva quanta ragione avesse il biondo; lasciare quell'azienda avrebbe voluto dire lasciar andare quello che era sempre stato il suo sogno. Aveva fatto tanto per realizzarlo e non voleva distruggerlo così, per una stupida litigata dalla quale però non sembrava esserci nessuna via d'uscita.

Quel giorno grandi nuvoloni decoravano il cielo della bella Parigi e, a volte, delle gocce scendevano copiose bagnando le strade deserte e i tetti delle case.
L'azienda era rimasta chiusa e Harry non poteva che esserne più felice di così: tutto aveva bisogno tranne che continuare ad arrabbiarsi per qualcosa che non aveva detto solo per tutelarsi.

In quel momento tutto era tranquillo nell'appartamento di Draco e una leggera luce fioca entrava dalle finestre illuminando i visi dei due ragazzi ancora addormentati.

Il primo ad aprire gli occhi fu il biondo che venne colpito sulle palpebre da un raggio e, inevitabilmente, aprì gli occhi solo dopo esserseli stropicciati.

Girò lo sguardo verso il corvino e un piccolo sorriso si dipinse sul suo volto, si girò su un fianco per guardarlo meglio e gli passò una mano sul viso dolcemente.

Harry mugolò e nascose il viso nel cuscino procurando a Draco una risatina. Si avvicinò di più e gli lasciò un bacio sulla guancia prima di appoggiarsi al suo petto e chiudere di nuovo gli occhi.

«Sei un rompipalle» borbottò il ragazzo dai capelli corvini.

«Buongiorno a te, piccolino» rise alzando lo sguardo verso di lui.

«Non sono piccolino» si oppose aprendo anche lui gli occhi.

«Lo sei, sopratutto appena sveglio»

«Assolutamente no» lo guardò «Non lo sono»

«Come vuoi» si avvicinò al suo viso e fece combaciare dolcemente le loro labbra fino a far incontrare le loro lingue.

Lentamente la mano pallida del ragazzo biondo scivolò fino al cavallo dei suoi pantaloncini da calcio blu e lo strinse delicatamente facendo sospirare di piacere il corvino.

«Già sei eccitato, piccolino?» soffiò vicino alle sue labbra Draco.

«Smettila» soffiò anche lui mordendogli il labbro inferiore.

Finché ci saranno le stelle - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora