Chapter 37 - Stop That

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Al contrario di quanto potesse aspettarsi, Harry riuscì a mangiare qualche cucchiaino di gelato insieme a Ginny che stava facendo di tutto per cercare di risollevargli il morale.

La notte era stata abbastanza dura da superare, la sua testa continuava a posarsi su Draco e pochi istanti dopo sul funerale della riccia che si sarebbe tenuto da lì a poche ore. Si era girato e rigirato nel letto senza riuscire a trovare una posizione comoda sperando che quello potesse aiutarlo ad azzerare i pensieri.
Ginny aveva lasciato il suo appartamento circa un'ora dopo il suo arrivo e lo rassicurò dicendogli che sarebbe riuscito a superarlo e che lei, per qualsiasi cosa, ci sarebbe stata.

Appena scattarono le nove di mattina, la stanza venne riempita dal suono di una notifica. Draco.

Harry sospirò debolmente e quando lesse il messaggio, dovette chiudere gli occhi per evitare di scoppiare a piangere.

Buongiorno, mi dispiace per ciò che è accaduto ieri ma probabilmente sarebbe successo prima o poi, siamo troppo diversi.
Ti ricordi di mangiare? Non dimenticartelo.

Un brivido gli percorse la spina dorsale e un una lacrima rigò inevitabilmente il suo viso. Non rispose, semplicemente si alzò e si diresse in cucina dove prese un bicchiere d'acqua che buttò giù in un sorso solo.
Dopo qualche secondo di esitazione, aprì il frigo e osservò attentamente tutto ciò che lo riempiva: bevande varie, merendine, affettati, petto di pollo, insalata. Un nodo gli strinse prepotentemente lo stomaco e fu costretto a richiudere lo sportello con un colpo solo per non vomitare lì davanti.

Pensò poi al gelato che la ragazza rossa aveva portato la sera prima e fece per aprire il freezer ma la vaschetta di gelato vuota buttata nel secchio gli si parò sotto gli occhi. Lo aveva finito lei, si ricordava.

A quel punto, in silenzio e senza proferire parola, si arrese e si diresse in camera sua dove iniziò a vestirsi lentamente. Appena fu pronto, afferrò il telefono e le chiavi e uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Inaspettatamente, sotto il suo appartamento trovò Alexandre. Si era dimenticato di avvertirlo la sera prima che avrebbe preferito andare da solo.
Sospirò e salì consapevole del fatto che, probabilmente, non sarebbe stato l'unico ad essersi dimenticato di avvertirlo.

E infatti, i suoi occhi si incrociarono subito con quelli argentei del biondo. Un fiume in piena, il mare in tempesta, il cielo di Londra, un fiore appassito, le scie delle comete. La calma, il silenzio, la nostalgia.

Immediatamente spostò lo sguardo e rilasciò l'ennesimo sospiro. Poggiò la testa sul finestrino e afferrò il telefono con l'intento di riuscire a distrarsi con quello. Iniziò a girovagare un po' a caso su tutti i social senza mai vedere o leggere realmente qualcosa, la sua mente era altrove ma non sapeva precisamente dove.

«Non sembri aver dormito molto» interruppe quel silenzio il biondo.

«Non provare ad aprire una conversazione, non funzionerebbe» tagliò corto il corvino.

«Lavoriamo insieme, ci ritroveremo a parlare per forza» lo guardò.

«Non è questo il caso» gli rispose «Non stiamo parlando di lavoro»

Draco sospirò ormai deciso a non dire più nulla, sarebbe stato inutile davvero.

Quando arrivarono in azienda, Harry si affrettò a scendere da quella macchina che iniziava a stargli stretta e la prima persona che si avvicinò a lui per assicurarsi come stesse fu Ginny.

Quando la ragazza gli andò incontrò, gli dedicò un mezzo sorriso che venne prontamente ricambiato per quanto possibile.

«Ti ho preso un cornetto per tirarti un po' su il morale» gli mostrò la busta bianca e Harry quasi non si sentì male davanti a lei.

Finché ci saranno le stelle - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora