Quella frase bastò per procurare a Draco un magone sul petto che era sicuro non si sarebbe tolto facilmente. Quel ragazzo stava iniziando a provare dei sentimenti per lui e lui, invece, aveva iniziato a smettere di provarli. Come era possibile?
Tante volte si era ritrovato solo con se stesso a chiedersi se quello che aveva sentito fosse vero, se veramente aveva smesso di provare qualcosa per lui ma non aveva mai trovato una risposta. Aveva addirittura pensato non ci fosse.Il vero problema si verificò la sera quando, dopo la fine della cena organizzata da Dorian, Harry si era ritrovato ad abbracciare Ginny. Era stato solo un abbraccio eppure Draco aveva sentito il nervoso salirgli alle stelle. Non poteva essere geloso di una persona che ormai non gli apparteneva più, di una persona per cui aveva smesso di provare qualsiasi cosa.
Ricordava di essersi improvvisamente raggelato sul posto e di aver distolto lo sguardo da quella scena - secondo lui - orripilante. L'unica cosa che lo aveva fatto stare tranquillo, era stata sicuramente il fatto che Harry avesse mangiato un po' più del solito senza destare sospetti a nessuno. Per un momento un piccolo sorriso si era disegnato sul suo volto.
D'altro canto, Harry aveva messo in campo tutte le forze necessarie per riuscire ad ingerire qualche boccone in più e fortunatamente ci era riuscito.
Il giorno dopo al lavoro fu estenuante per tutti, il caldo era troppo e le cose da fare erano il doppio. Harry era sull'orlo di una crisi di nervi e la ebbe proprio poco prima della pausa pranzo.
«Wow» una voce che non sentiva da troppo tempo «Sapevo sarebbe finita prima o poi, adesso ho campo libero. Giusto?» sorrise il ragazzo poggiandosi allo stipite della porta dell'ufficio di Harry che alzò lo sguardo verso di lui. Era convinto fosse finita l'era di continuare a provarci con Draco dopo le cose che aveva scoperto e che gli aveva detto.
«Chi ti dice che sia finita?» lo schernì il corvino facendo girare verso di lui il biondo, alzò un sopracciglio da dietro la porta senza che potesse vederlo.
«Uhm, non lo so. Non vi guardate in faccia e vi ho sentiti litigare un paio di volte. Non prova più niente per te? Mi dispiace» usò un tono falsamente dispiaciuto.
«Pensavo che avessimo messo le cose in chiaro, o sbaglio?» chiese retorico il ragazzo alzandosi dalla sedia posta dietro la scrivania.
«Beh sì ma ora che è finita..»
«Senti Ethan, non è finito proprio un cazzo. Esci da qua e tornatene nel tuo ufficio» gli disse utilizzando un tono minaccioso.
«Sei geloso?» rise «Cazzo, mi dispiace. Deve essere dura provare ancora qualcosa per qualcuno che non ti calcola più»
«Non intrometterti Ethan, lo sai che non ti conviene»
«No, tu sai che non ti conviene metterti contro di me. Stai attento a dove metti i piedi, potresti rimanerci secco in qualsiasi momento»
«Adesso sì che ho paura» lo derise «Non te lo ripeterò una seconda volta, devi andartene da qui»
«Non me ne andrò finché Draco non accetterà di uscire con me» girò lo sguardo verso il biondo che lo guardò divertito da fuori la porta dell'ufficio del corvino; aveva deciso di affacciarsi.
«E dove avresti intenzione di portarmi?»
«Cosa cazzo vuol dire "dove avresti intenzione di portarmi" ?» sbottò Harry.
«Ovunque tu voglia» sorrise «Puoi scegliere»
«Draco, che cazzo stai facendo?!» parlò di nuovo Harry, era incredulo. Sapeva chi fosse, glie lo aveva detto lui. Che gioco stava giocando?
«Ush, mi sento lusingato» rispose al giovane non dando peso alla domanda posta dal corvino «Mi affiderò a te allora»
«Quindi uscirai con me?» sorrise felice il ragazzo.
«È quello che volevi no?» ricambiò il sorriso.
«Non te ne pentirai» lo rassicurò felice.
In quel momento, in quell'esatto istante, Harry prese consapevolezza di quanto era accaduto. Draco stava per uscire con quello che era un assassino, un ricercato e lui lo sapeva, lo sapeva bene. Stava per uscire con l'unica persona con cui non sarebbe mai dovuto uscire.
Con gli occhi colmi di lacrime e il cuore diviso a metà, rientrò nel suo ufficio sbattendo la porta. Non poteva credere a ciò che aveva assistito. Scivolò con la schiena lungo il muro e lasciò che delle lacrime rigassero il suo viso.
Passarono pochi istanti prima che sentisse dei tacchi sbattere sul pavimento, il suono di uno schiaffo e un "fatti schifo, Malfoy" sputato con tutta la rabbia possibile. La porta si aprì lentamente e dietro di essa spuntò Ginny che quando lo vide in quelle condizioni, sentì una parte di sé rompersi. Chiuse la porta alle sue spalle e si sedette di fianco a lui afferrandogli la mano dolcemente. Harry prese l'iniziativa e poggiò la testa sulla sua spalla, tirò su con il naso e chiuse gli occhi.
«Mi dispiace tanto, Harry» gli disse la ragazza «Non ti merita, sei troppo per uno come lui»
Il ragazzo non rispose, si limitò a lasciare che la rossa potesse mettergli una mano fra i capelli per accarezzarglieli. Era consapevole del fatto che Draco avrebbe potuto fare come voleva, non stavano più insieme, ma uscire con Ethan era l'ultima cosa si aspettava facesse. Il solo pensiero, gli procurò un enorme ferita al centro del petto che sapeva non si sarebbe cicatrizzata presto.
Avevano chiuso da poco, da circa una settimana, e lui aveva già provveduto a sostituirlo con un'altra persona che non fosse lui. Non aveva fatto niente per riprenderselo e quel pensiero rese consapevole il corvino di quanto gli aveva detto giorni prima: non provava più nulla per lui e doveva smetterla di sperare tornasse da lui per chiedergli scusa.
Ci aveva tenuto così tanto che sarebbe stato disposto a rinunciare a qualsiasi cosa per stare con lui, erano anni che non stava così bene e mai avrebbe pensato che sarebbe stato in grado di fargli una cosa del genere.
Quando lungo il suo viso scivolò un'altra lacrima, Ginny si staccò da lui e gli prese il viso fra le mani per asciugargli le lacrime e dolcemente lo strinse in un abbraccio che il corvino si affrettò a ricambiare. Ne aveva così bisogno in quel momento.
«Ti va se stasera cucino io per te? Potremo ordinare la pizza o posso-..»
«Non ho molta fame in realtà» la interruppe «Non c'è bisogno tu lo faccia, sto bene. Devo solo abituarmi»
«Voglio solo tirarti un po' su il morale, so che è difficile per te» lo guardò dolcemente.
«Lo so e ti ringrazio ma è un periodo un po' così, non mangerei nulla e ti farei buttare tutto»
«Posso aiutarti in qualche modo?»
«Mi basta che tu ci sia» le dedicò un mezzo sorriso «Puoi farlo?»
«Sì» ricambiò il sorriso «Posso»
A quel punto, Harry si alzò da terra e aiutò la giovane a fare lo stesso. Appena la rossa fu in piedi, si affrettò ad abbracciarlo una seconda volta nell'arco di pochi minuti; pensava potesse dargli un po' di forza.
«Qualsiasi cosa tu stia passando, sappi che ce la farai» gli disse una volta che si fu staccata «Sei la persona più forte che abbia mai conosciuto»
«È la prima volta che qualcuno mi dice una cosa del genere»
La ragazza passò una mano sulla sua guancia umida asciugandogliela dolcemente.
«C'è una prima volta a tutto, no?» gli chiese retorica.
Harry ridacchiò «Hai ragione» si poggiò alla scrivania.
Il silenzio calò improvvisamente, gli occhi verdi del giovane erano puntati in quelli della ragazza di fronte a sé. Poi non seppe come, forse si perse qualche passaggio, ma le labbra della rossa furono presto sulle sue.
Per un primo momento rimase immobile non sapendo minimamente cosa fare ma poi decise di ricambiare il bacio mettendole una mano sulla guancia lentigginosa.
Non sapeva cosa diavolo stesse facendo ma gli stava piacendo, gli stava piacendo incredibilmente tanto.
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Finché ci saranno le stelle - Drarry
FanfictionParigi, anni 2000. Harry Potter, professional designer, è ben deciso a fare della sua passione un lavoro ma nulla sembra essere all'altezza delle sue aspettative. All'alba dei suoi venticinque anni però, verrà contattato da un'azienda famosa, la Dor...