Chapter 20 - Just Us

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Era passata più di una settimana da quando erano uscite quelle foto e le voci che stavano iniziando a girare per Parigi erano molte, quando i due ragazzi passeggiavano per le strade di quella città molti occhi si posavano su di loro ma cercavano sempre di non farci troppo caso. Era la notizia del momento, gli sarebbe passata.

In azienda tutto stava andando bene, Dorian non aveva più interferito riguardo la loro mezza relazione e non aveva detto più nulla al riguardo per evitare di dover litigare con i due. Ron e Hermione avevano ammirato notevolmente la loro determinazione a non far caso alle persone che li guardavano continuamente, forse avevano capito che ignorarli sarebbe stata la cosa migliore per far sì che le voci diminuissero.

Era appena giunto il lunedì, l'ennesimo inizio di settimana e Draco e Harry si erano diretti in azienda sbuffando sonoramente. Quel giorno sarebbe arrivato un nuovo ragazzo che Dorian fremeva dalla voglia di provare poiché pensava che due mani in più fossero sicuramente meglio di tutte quelle che già aveva; poteva sempre dare una mano.

Appena entrarono e salirono le scale per raggiungere il loro piano, videro l'ufficio di Draco colmo di scatole e scatoloni di ogni tipo. Ma che diavolo era successo?
Trovarono le rispose alle loro domane alcuni secondi più tardi quando, dietro quell'ammasso di roba, uscì fuori un ragazzo poco più basso di Draco, capelli mori e un ciuffo che gli ricadeva sul viso, due enormi occhi azzurri incorniciavano il suo viso e spiccavano sulla tonalità non troppo chiara della pelle. Subito lo sguardo del giovane si posò su Draco e gli dedicò un sorriso.

«Ciao» lo salutò «Dorian mi ha detto di sistemarmi qui, quindi scusate per il disastro. Cercherò di mettere apposto prima possibile» si grattò la nuca imbarazzato.

Harry alzò un sopracciglio e il biondo aprì la bocca per rispondere cambiando però subito idea. Era meglio non risultare scortese il primo giorno.

«Ciao» lo salutò Harry «Piacere, mi chiamo Harry e sono il capo di questo piano» gli porse la mano facendogli un mezzo sorriso.

Il ragazzo l'afferrò stringendogliela «Mi chiamo Ethan» si presentò «Il piacere è mio»

«Lui è Draco, è il mio vice e per qualsiasi cosa puoi rivolgerti o a me o a lui» disse poi, il ragazzo spostò di nuovo lo sguardo sul biondo stringendogli la mano. Ci furono alcuni secondi in cui il moro squadrò attentamente Draco che in risposta lanciò un'occhiata a Harry. Cosa diavolo aveva da guardare?

«Fai una cosa Ethan» interruppe il silenzio Harry «Prendi le tue cose e mettiti all'ufficio di fronte, meglio avere ognuno i propri spazi» gli fece un sorriso che di vero non aveva nulla.

«Ma Dorian-..»

«Qui sopra comando io» lo interruppe «E ti sto dicendo di prendere le tue cose e metterti nell'ufficio di fronte» ribadì «E se mi guardassi negli occhi mentre parlo risulteresti sicuramente più educato» lo riprese assumendo un tono a dir poco serio.

Il giovane spostò lo sguardo su di lui distogliendolo da quello del biondo.

«Ti ringrazio» parlò di nuovo il corvino «Muoviti a sistemare tutta questa roba, il lavoro da fare è tanto» lo liquidò poi andandosene nel suo ufficio seguito da Draco che lo aveva seguito senza pensarci due volte.

Appena aprì la porta, Harry sbuffò pesantemente e si sedette sulla sedia dietro la scrivania. Posò lo sguardo in un angolo della stanza.

«Qualcosa mi dice che sei geloso» lo provocò il ragazzo utilizzando un tono divertito. Andò verso di lui per accarezzargli la testa.

«La situazione non promette bene, meglio mettere le mani avanti» lo guardò poi.

«Sei preoccupato possa provarci?» gli chiese.

«Sono preoccupato perché ho paura tu possa permetterglielo» ammise.

«Non lo farò, Harry» gli accarezzò il viso «Te l'ho promesso, ricordi?»

«Sì ma-..»

«Ma niente» lo interruppe «Te l'ho promesso e io mantengo le promesse»

Seguirono alcuni attimi di silenzio prima che il corvino potesse avvicinarsi e lasciargli un dolce bacio a stampo.

«Scusa» soffiò «Non avrei dovuto insistere, ne avevamo già parlato» disse rimanendo vicino alle sue labbra.

«Non è successo niente» lo tranquillizzò «È stato solo un momento che ora è passato»

Harry fece un piccolo sorriso e gli lasciò un altro bacio a stampo prima di allontanarsi con il viso.

«Voglio ufficializzare la cosa» disse poi Draco.

«Che intendi?» lo guardò il corvino alzando un sopracciglio curioso.

«Voglio che esci con me e che sia un appuntamento, quello definitivo per far sì che tu possa diventare il mio ragazzo» sputò fuori e quello bastò per far spuntare un enorme sorriso sul viso del corvino che si riavvicinò con il viso per lasciargli una serie di baci a stampo che vennero tutti ricambiati.

«Non mi serve un appuntamento» sussurrò il ragazzo «Mi basta una serata a casa, sotto le coperte e una scatola di pizza fra le mani. Non voglio nient'altro»

«Forse per una volta potrei fare un'eccezione e adattarmi alle tue strane abitudini da persona che gli basta poco per essere felice» sorrise.

«Non potrei chiedere di meglio» gli morse il labbro inferiore delicatamente.

Draco gli dedicò un altro sorriso e si staccò da lui per tornare nel suo ufficio, volevano evitare di farsi vedere in quelle condizioni in azienda. Probabilmente se li avesse visti Dorian li avrebbe sgridati e non ne avevano nessuna voglia.

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La giornata passò tranquilla, c'era stato un via vai di gente continuo e nessuno si era mai fermato nemmeno per la pausa pranzo. Harry, Draco, Ron e Hermione erano riusciti a mangiarsi solo un pacchetto di patatine velocemente, giusto per fermare la fame ma non avevano avuto il tempo di allontanarsi un'ora per pranzare per bene e per quello ora stavano morendo di fame.

Quasi alle dieci di sera, Dorian chiuse l'azienda riuscendo a mandare tutti a casa. Harry e Draco andarono con la macchina del biondo ad una pizzeria per farsi preparare un paio di pizze che poi avrebbero mangiato in tranquillità sul divano davanti alla televisione come si erano promessi ma quando arrivarono si dedicarono a ben altro che alle pizze. Riuscirono a mangiare un'ora più tardi quando ormai erano del tutto fredde ma se ne fregarono, avevano lo stomaco chiuso a causa di tutte le emozioni che avevano provato fino a pochi istanti prima.

Qualcun altro, se fosse stato al corrente di come trascorrevano il tempo libero, avrebbe sicuramente detto che non potevano pensare di costruire una relazione nella quale c'era sopratutto sesso. Ma loro non lo facevano perché non sapevano come occupare il tempo - anzi, erano convinti del fatto che tra di loro ci fosse fin troppo dialogo - ma lo facevano perché gli piaceva, perché in quell'occasione si sentivano completamente appartenenti all'altro, si sentivano una cosa sola e pensavano non potessero esserci altre emozioni paragonabili a quelle che loro sentivano quando finivano al letto insieme.

Non sapevano cosa stava nascendo fra di loro, non sapevano se era amore o solo attrazione ma era qualcosa di forte, qualcosa che li faceva sorridere e che li faceva stare bene come nessun'altra cosa o persona aveva fatto prima di allora.

Quella sera, fra un bacio rubato e un altro, quei due ragazzi decisero che avrebbero provato a stare insieme, avrebbero provato a condividersi e ad essere felici dopo tanto tempo che non lo erano.

Non sapevano se ci sarebbero riusciti ma ci avrebbero provato, ci avrebbero messo tutto loro stessi per fare in modo che quella cosa potesse andare avanti perché non c'era niente che volevano di più di quello. Niente.

Finché ci saranno le stelle - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora