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<<Kàire, cara Alma!>> esordì Callistrato non appena la porta fu aperta. Si tolse il velo e lo consegnò alla schiava che gli aveva accolti <<Ti ricorderai del buon vecchio Aristene, immagino.>> disse invitandolo ad entrare.

Alma annuì con un sospiro. Poi andò a prendere una bacinella colma d'acqua e si piegò per lavare i piedi degli ospiti. Che strano, a guardarla sembrava essere invecchiata parecchio. Aveva ancora gli stessi capelli lunghi, le braccia candide, il viso delicato, ma stavolta c'erano anche due occhiaie e qualche ruga in più.

<<Speriamo di essere arrivati in tempo!>> esclamò Aristene.

<<Non hanno ancora iniziato>> disse Alma mentre gli slacciava i sandali <<Siete in tempo.>>

Per lei, invece, c'era ancora tanto lavoro da fare. Chi poteva organizzare il lavoro che c'era dietro la serata di un simposio se non Alma, dopo tutto? Lei che era in quella casa da più di sette anni, e che aveva imparato fin da subito cosa si aspetta un padrone tanto esigente come Erodio.

<<Per poco non ci hai fatti tardare, Callistrato.>> scherzò Aristene.

<<Oh, ma è stato per una giusta causa! Ci tenevo ad indossare il mio chitone più bello!>>

Quando Alma finì chiamò uno dei servi per mostrare la strada ai due ospiti.

Mentre camminavano osservavano i larghi muri dipinti, così come il pavimento e i soffitti. Agli angoli vi erano alcune piante verdeggianti o, a volte, piccoli busti di statue in bronzo.

Più proseguivano più il rumore delle voci e delle risate degli altri uomini si insinuava fra le pareti. Si sentivano anche i rumori dei piatti e del fuoco che ardeva dalla parte delle cucine.

<<Erodio si è dato da fare a quanto pare, stasera.>> disse Callistrato. Aristene annuì ridacchiando <<Sembrava impaziente di parlarci, quando ci ha invitati.>>

<<Ah, non so tu, ma io ho proprio voglia di bere fino all'ultima goccia di vino questa sera, altro che chiacchiere!>>

<<Non ti aspettare che io faccia lo stesso, sai che non amo il troppo vino.>>

Callistrato gli posò una mano sulla spalla <<Una volta nella vita bisogna provare, Aristene!>>

<<Ben detto, Callistrato!>> li interruppe la voce prorompente di Erodio, che li accolse calorosamente non appena arrivarono nella grande stanza. Indossava un chitone dai colori più sgargianti, chiunque avrebbe capito che era lui il padrone di quella splendida casa. La barba nera era ben curata e sulle dita luccicavano le pietre preziose degli anelli d'oro.

<<Una volta nella vita è d'obbligo, mio caro Aristene.>> Erodio lo salutò con un veloce abbraccio, giusto il tempo di qualche pacca sulla schiena.

<<Ti ringrazio dell'invito, ma non accetterò.>>

<<Questo è tutto da vedere.>> disse Erodio allargando le braccia <<Vi conoscete tutti, non è vero?>> indicò il resto degli uomini nella stanza. Non erano più di una decina, tutti fidati amici di Erodio, immaginavano.

Anche Aristene e Callistrato si assicurarono di riconoscere tutti i volti dei presenti, ed effettivamente era così: era meglio sapere di essere in pochi quando era necessario parlare di questioni urgenti.

Videro Lisia, figlio di Cefalo, importante oratore e, in quei tempi, anche proprietario di una ricca attività di scudi.

Videro Callimaco, scultore di cui si sentiva spesso parlare, ora che aveva fatto ritorno da Corinto.

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