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<<Guarda che se mi hai fatto venire quassù per niente ti lascio qui!>>

<<Ma se sono salita da sola!>>

Edna non aveva fatto in tempo a spiegargli che già avevano iniziato a litigare. Per la verità Gordias non aveva fatto domande quando si era presentata alla radura, quella sera dopo il tramonto, con tante travi di legno sotto un braccio e una cesta di vimini sotto l'altro, perché sapeva che non sarebbe servito a nulla. E infatti Edna gli aveva solo ordinato di seguirla, aiutandola a trasportare un po' di roba. Era riuscita a portarlo fin sopra la roccia della cascata, che da laggiù sembrava una normalissima rupe ma da lì sopra era come trovarsi sulla montagna più alta del mondo.

All'inizio l'arrampicata non era stata semplice, visto che il pericolo di cadere con una cesta di vimini e delle travi sottobraccio non era da sottovalutare, poi però Edna aveva scoperto un sentiero nascosto dalle chiome e dalle radici che si inerpicava fin sopra dal lato destro. Gordias, ovviamente, aveva sbuffato. Non perché fosse irritato, ma perché sapeva che il sentiero avrebbe potuto trovarlo prima lui.

<<Spero che tu non soffra di vertigini!>> urlò Edna sporgendosi leggermente, perché la potente cascata d'acqua bianca era proprio sotto ai suoi piedi e il getto creava un rumore quasi martellante.

<<Magari avresti dovuto chiederlo prima di salire, no?>>

<<Passami le travi, provo a montare la macchina qui.>>

<<Fallo da sola, le hai portate tu.>>

<<Ma devi sempre avere qualcosa da ridire, tu?>>

<<E tu devi sempre parlare a vanvera?>>

Alla fine la costruì da sola, naturalmente. Era la prima cosa a cui aveva pensato: Gordias doveva vedere la leva-corda, e quando gli avrebbe detto cos'era riuscita a fare il giorno prima, era sicura che sarebbe rimasto a bocca aperta.

La cascata continuava a sputare acqua, e col passare dei minuti si erano abituati al rumore, anche perché nessuno dei sue parlava. Gordias non la guardava nemmeno, era impegnato a fare l'offeso perché la sua tranquillità, quel giorno, era stata bruscamente disturbata da alcune travi e una cesta di vimini.

Dalla cesta Edna prendeva, quando le servivano, gli oggetti e i piccoli agganci che le occorrevano per completare la leva-corda, tutte cose che aveva recuperato in poco tempo a casa sua e che erano nient'altro che repliche di quelle che aveva fatto prendere dalla scatola di Gordias, nella sua tenda. Ma questo lui ancora non lo sapeva.

Ogni tanto sollevava la testa e provava a vedere se Gordias avesse cambiato espressione, ma quando lui se ne accorse decise di darle proprio le spalle.

Anche quando finì di montare la macchina e si mise a cercare una pietra abbastanza pesante, Gordias non la considerò minimamente. O gli piaceva particolarmente il rumore della cascata, o ignorarla gli veniva proprio spontaneo. Eppure, anche se per poco, con la coda dell'occhio, Gordias la osservava.

Legata la roccia, Edna passò la corda sopra il dischetto di ferro e poi la fece scivolare giù nel vuoto, tanto che un pezzo veniva nascosto dal getto della cascata.

<<E questa sarebbe la tua invenzione?>>

<<Sì>> farfugliò Edna mentre era intenta a legarsi la corda in vita <<Perché, che ti aspettavi?>>

Non rispose, ma solo perché squadrava la leva-corda con inaspettato interesse.

Edna sorrise, poi lo invitò ad avvicinarsi al bordo, tendendogli la corda. Ma Gordias rimaneva lì perplesso, e allora decise di tentare: si allontanò da terra e dopo un bel respiro si lanciò in avanti, stringendo gli occhi e digrignando i denti.

GHIGHNOMAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora