Il cielo quella sera era limpido, neanche una nuvola a coprire quella splendida luna piena.
Aristene aveva avuto premura di riportare Callistrato a casa sua e si era poi avviato verso la propria. In fondo la strada non era molta, e sembrava essere anche molto tranquilla.
A quell'ora non si sentivano nient'altro che i suoni dei grilli e l'uggiolare dei cani in qualche vicolo stretto.
Erano rimaste poche torce accese. Del resto era tardi, chi poteva essere ancora sveglio? Anche Erodio e tutti gli altri stavano certamente dormendo a quell'ora, pensava Aristene. Immaginava che fosse così.
Ma mentre Aristene ammirava il cielo sopra di lui e si godeva quell'insolita camminata al buio, qualcos'altro stava accadendo a centinaia di miglia di distanza.
Aristene non lo percepiva, ma il vento aveva iniziato a soffiare diversamente quella sera: era come se volesse sussurrare qualcosa, entrare nelle case, accendere le luci, regalare sogni ai bambini. Era un vento generoso, quello, e non era un caso.
In quel momento dei cavalli galoppavano veloci facendosi strada nella polvere del terreno sassoso delle campagne. Venivano da lontano quei cavalli, dall'Ovest.
Tante voci soffuse, sulla groppa dei cavalli e una di queste, la più forte, indicava la via nel buio. Non mancava molto, Atene era vicina. Avevano scolpito nei petti questa frase da ben oltre un mese di cammino, nella speranza che un giorno quel desiderio diventasse la loro realtà.
E quella notte, ormai, lo era già.
In quella notte le preghiere di un padre, di una madre, di una sorella, erano state esaudite.
Da quella notte le cose sarebbero cambiate per tutti quelli che lo conoscevano.
Perché quella notte lui era tornato.
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GHIGHNOMAI
Historical FictionSe pensate che siano gli altri a decidere il nostro futuro e a dettarci le regole per vivere, non potete immaginare il disegno che la macchina della vita ha in serbo per ognuno di noi. Edna questo l'ha sempre saputo, ma una ragazza ateniese non può...