Ioannis aveva sempre avuto qualcosa che lo distingueva dagli altri ragazzi.
Edna non era mai riuscita a capirlo: forse il suo aspetto, il suo sguardo che era così profondo e allegro. Ma in fondo loro due avevano li stessi e identici occhi. Gli avevano ereditati da Aristene, ma solo Ioannis aveva quel qualcosa che li rendeva simili a due gioielli preziosi.
Tutto di lui sembrava essere stato creato dalla perfetta armonia; il suo viso dolce, le labbra rosee, le ciglia folte non troppo scure, i capelli biondi e morbidi che mai erano stati messi in ordine.
Ma non era solo il suo aspetto che lo rendeva amabile e attraente. Edna aveva sempre pensato che fosse dotato di una grande forza d'animo. Era sempre stato molto coraggioso. Se qualcuno, o lei stessa, era in pericolo, Ioannis non esitava e rischiava anche la sua stessa incolumità. Se era circondato da amici dimostrava di avere la capacità di guidarli, di mostrare la via giusta da seguire, e, sorprendentemente, sapeva sempre qual era. Non l'aveva mai visto rifiutare una richiesta d'aiuto, non l'aveva mai visto soffrire per colpa di qualcun altro, non l'aveva mai visto con qualcosa che non fosse un sorriso, anche quando tutto gli era nemico.
Era generoso anche con gli estranei, trattava chiunque come se fosse un fratello.
Non solo, anche durante le feste o i banchetti era acclamato da centinaia di persone, ammirato da tutte le ragazze che incontrava. Incantava la gente con i suoi modi cortesi e con la sua voce melodiosa. Gli piaceva cantare, infatti, suonare la lira in occasioni speciali, anche se gli strumenti erano ben poco se paragonati alla sua voce. Persino gli uomini più anziani, quando gli era davanti, lo guardavano con orgoglio. Lui sì che era una delle poche cose che Atene si poteva vantare di avere.
La cosa straordinaria era che lui stesso faceva in modo di suscitare allegria nelle persone con cui aveva a che fare: non a caso, tutti in città lo conoscevano e lo salutavano quando passava per strada. Amava anche quello, fare lunghe passeggiate sotto il Sole o andare al porto a guardare il mare che trascinava le navi fino al molo lì vicino.
Rimaneva a fissare le onde azzurre e bianche di schiuma anche per molte ore, respirava l'aria che sapeva di sale mentre immergeva i piedi nell'acqua fredda. Era gioioso, libero in tutto quello che decideva di fare, nelle scelte a cui andava in contro. E pensare che allora aveva solo undici anni.
Edna invece ne aveva sette, e in confronto a suo fratello era sempre stata più vivace, più inesperta, più impacciata. Neanche lei era mai cambiata, purtroppo o per fortuna.
Solo una cosa era rimasta uguale al passato: l'amore incontrastato che, anche se non mostrava, provava per lui da tutta la vita.
Ioannis non era solo il suo fratello maggiore, ma anche il suo punto di riferimento più importante. Prima di Socrate era stato Ioannis ad insegnarle tutto quello di cui aveva bisogno per vivere, perché fin da quando era stata solo un piccolo esserino balbettante aveva avuto la sensazione che il mondo con lei fosse terribilmente ostile, e che Ioannis fosse l'unica luce dei suoi occhi.
Grazie a lui aveva imparato a camminare: aveva cominciato quasi subito, per strada, mentre Ioannis la teneva per mano e l'aiutava a rialzarsi quando cadeva.
Aveva iniziato a parlare ascoltando la sua voce, mentre le cantava delle canzoni per farla addormentare quando la sera era troppo buio. La sua prima parola era stata proprio il suo nome.
Se era spaventata si intrufolava di nascosto nel suo letto e rimaneva lì fino a quando il gallo non svegliava entrambi. Poi rimanevano sotto le coperte a giocare per quei pochi minuti che gli erano concessi, perché la mattina presto Ioannis doveva andare dal maestro.
Edna lo aspettava fin quando faceva ritorno a casa, e rimaneva alla finestra anche quando era via per parecchi giorni.
Col passare degli anni accadeva più spesso, e lei si chiedeva cosa avesse da fare tutta la giornata e perché tornasse sempre accompagnato da suo padre. Cercava di chiedere spiegazioni con quella vocina e quell'aria perplessa, ma aveva smesso molto presto perché suo padre non faceva altro che passarle vicino e ignorarla, mentre Ioannis le diceva che per quelle cose era ancora troppo piccola. "Poi ti spiegherò" era la frase che aveva imparato ad interpretare come "Non ti impicciare", anche se detta da Ioannis era comunque credibile.
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GHIGHNOMAI
Historical FictionSe pensate che siano gli altri a decidere il nostro futuro e a dettarci le regole per vivere, non potete immaginare il disegno che la macchina della vita ha in serbo per ognuno di noi. Edna questo l'ha sempre saputo, ma una ragazza ateniese non può...