<<Sai, la prossima volta dovresti semplificare i tuoi sogni, però.>>
<<Io credo che sia tu a dover sforzare l'immaginazione.>>
Edna e Atena, di notte, di nuovo nel Partenone. Di nuovo una sulla mano dell'altra. Di nuovo a guardarsi come se quella fosse la prima volta.
<<Io non sono un genio, qui la mente divina sei tu.>> disse Edna facendo spallucce, mentre Atena le riservava un sorrisetto furbo. A differenza della volta precedente, Atena sembrava molto più accessibile e gentile, ma Edna stava sempre molto attenta a non alzare mai la voce o a non usare termini inappropriati quando si rivolgeva a lei. Ormai si conoscevano, ma nella sua postura, nel suo sguardo, c'era qualcosa che spingeva Edna a rispettarla prima di considerarla una vera e propria amica.
Improvvisamente Atena avvicinò la fronte alla sua e sussurrò: <<Voglio che tu sappia che il tuo impegno, arrivati a questo punto, è fondamentale. Stai procedendo seguendo i miei indizi, come speravo, e per fortuna ancora non demordi.>>
Edna alzò un sopracciglio e la guardò fissa negli occhi. Atena scosse la testa: <<In altre parole, sono fiera del tuo lavoro.>>
Edna chinò leggermente la testa in segno di ringraziamento, poi si perse un momento con lo sguardo nel vuoto. Un momento che diventarono parecchi momenti.
Atena non si intromise fino a quando Edna, spontaneamente, si mise a sedere sul palmo della sua mano, che ancora, come la prima notte, pareva una nuvola soffice e morbida.
Sospirò, e questo diede l'occasione ad Atena di inclinare leggermente la testa per incrociare il suo sguardo, anche perché sapeva già cosa le stesse passando per la testa.
<<Edna>> le disse <<È fatto così. Non puoi sperare di cambiare le cose anche per lui. Il compito di fermare una guerra è già abbastanza complicato, non cercare di importi un'impresa impossibile come quella di vedere nel suo cuore.>>
Sapeva già come funzionassero le discussioni con Atena, eppure ancora non era riuscita ad abituarsi a quella sua capacità di anticiparla nei pensieri.
Sorrise, ma in modo sbrigativo; come se fosse grata delle belle parole, ma non volesse comunque crederle. E non per qualche suo capriccio, ma perché era finalmente convinta di essere riuscita ad intravedere un unico, seppur piccolo, spiraglio di luce negli occhi di Gordias, e non poteva accettare quel suo strano atteggiamento, che a volte era curioso, a volte così freddo e aggressivo che quasi si pentiva di avergli rivolto la parola.
Perché doveva stare così attenta quando si trattava di lui? E domanda ancora più legittima: perché le importava tanto se dopotutto Gordias non era nient'altro che la seconda parte di un patto? Nulla di più che un mezzo per arrivare al suo scopo.
<<Quello che mi premeva dirti>> riprese Atena, ben consapevole che per quanto potesse confortarla, Edna avrebbe dovuto riflettere da sola <<Era questo: adesso stanno per concludersi le Lenee, ma tra pochi giorni inizieranno le celebrazioni delle Panatenee qui ad Atene. È importante che Gordias partecipi, con o senza la sua volontà. Conto su di lui, e soprattutto sulla tua pazienza.>>
Non che avesse molta scelta, effettivamente.
<<Ma ti consiglio di prepararti>> aggiunse alzando il mento <<Perché anche per te è in arrivo un'opportunità.>>
<<Di che parli?!>> esclamò Edna scattando in piedi. Atena sorrise, ma scosse la testa: <<Non posso dirti di più. Sarà Cleonimo ad informarvi: ho già fatto in modo che gli venga mandato un ambasciatore.>>
STAI LEGGENDO
GHIGHNOMAI
Historical FictionSe pensate che siano gli altri a decidere il nostro futuro e a dettarci le regole per vivere, non potete immaginare il disegno che la macchina della vita ha in serbo per ognuno di noi. Edna questo l'ha sempre saputo, ma una ragazza ateniese non può...