Quella mattina Cleo si era svegliato di buon umore. Lo capirono tutti, perché dopo la sessione si allenamento abituale, aveva concesso qualche minuto di pausa. Nessuno aveva osato fargli domande, ma alcuni avevano già iniziato a farsi venire qualche idea.
<<Secondo me ha ricevuto notizie della moglie>> disse Pansemne dondolandosi a testa in giù dal ramo di un albero, con le mani incrociate dietro la nuca <<Io l'ho vista una volta. È una bella donna.>> alzò le sopracciglia, come se volesse far vedere che in realtà non gli importasse nulla.
<<Ieri ho visto che incontrava un ambasciatore, sì>> disse Crisafo cercando di toccarsi le dita dei piedi tenendo le gambe tese <<Ma io non credo che fosse la moglie il problema. Li ho sentiti parlare a lungo, dev'essere qualcos'altro.>>
Tirso li squadrò entrambi seduto su una roccia nera sporgente e scosse la testa: <<Io credo che stiamo messi male, invece. Magari quell'uomo è venuto proprio da Sparta. Magari ci sono brutte notizie e Cleo non vuole averci intorno mentre si occupa di queste faccende.>>
<<E perché avrebbe dovuto avvisare proprio Cleo?>> chiese Edna, che li guardava molto incuriosita, mentre sedeva sull'erba a gambe incrociate. Di tanto in tanto scrocchiava le nocche per far vedere che anche lei stava facendo esercizio ma in realtà seguiva la conversazione con molto interesse.
<<È vero>> osservò Crisafo distendendo le gambe per qualche secondo <<Ma forse lui c'entra qualcosa. Che so, magari uno dei mostriciattoli l'ha chiamato di persona.>>
Risero tutti, compreso Crisafo, ma Edna li guardava incredula e non riusciva a capire.
<<Mostriciattoli?>> domandò cercando di non dare l'impressione di non sapere proprio nulla.
<<Non ti ricordi?>> chiese Tirso curvandosi verso di lei dall'alto della sua roccia <<Gli efori. Quelli che trovi in giro per strada e stanno sempre vicino ai re. Quelli che hanno le mani così rugose che sembrano artigli.>> e mentre parlava li imitava con movimenti disgustosi delle mani. Ora sembrava molto più chiaro.
<<E se fosse qualcosa di buono?>> azzardò Pansemne, che non aveva ancora smesso di dondolarsi avanti e indietro. Edna si chiese come mai non gli venisse la nausea.
<<Gli ambasciatori non portano mai nulla di buono.>> Crisafo si rimise in piedi, intrecciando le dita e portandosele in avanti.
<<A proposito>> chiese Tirso <<Tu da quant'è che non hai messaggi?>>
Crisafo fece spallucce: <<Credo che i miei genitori stiano così bene senza di me che mi lasciano qui volentieri.>>
Tirso rimase ammutolito e così anche tutti gli altri. Ma, com'era prevedibile, fu Crisafo a rompere il silenzio con una risata, come ogni volta: <<Sto scherzando! Mi mancano, è chiaro. Prima o poi li risentirò.>>
Tirso sorrise, poi si voltò verso Edna: <<E tu, Gordias?>>
Edna rimase immobilizzata. Muta.
Lei una famiglia ce l'aveva, ma i suoi genitori non sapevano nemmeno dove lei fosse. Non si erano accorti che nella loro casa al posto suo c'era uno sconosciuto. E a lei la sua famiglia mancava? Perché era così difficile rispondere a quella domanda..?
Sentirono delle voci in lontananza e per fortuna bastarono ad interrompere quel momento.
Edna ringraziò di non aver avuto la possibilità di rispondere, si alzò da terra e si avvicinò agli altri che avevano già iniziato a stare all'erta. Anche Pansemne era sceso giù.
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GHIGHNOMAI
Historical FictionSe pensate che siano gli altri a decidere il nostro futuro e a dettarci le regole per vivere, non potete immaginare il disegno che la macchina della vita ha in serbo per ognuno di noi. Edna questo l'ha sempre saputo, ma una ragazza ateniese non può...