Non sapeva quanto fosse durato il viaggio di ritorno. Più o meno altri cinque giorni, ma le sembrava di essere stata in cammino per mesi. Aleggiava un'aria di dispiacere e nostalgia fra i ragazzi: lasciare la propria casa per non sapere poi quando sarebbero tornati era una realtà che non riuscivano ad accettare. Per quanto Cleonimo gli spronasse a proseguire e a dimenticarsene, lo sconforto non li abbandonava mai del tutto.
Anche Edna era stata più silenziosa del solito, ma non per lo stesso motivo. Troppe cose erano successe in quei pochi giorni, una più strana dell'altra: il colloquio con Plistoanatte, la serata con Dora, il quasi - incontro con Alcibiade, la storia di Githoes. Tutti eventi, a parte il complotto fra Alcibiade e Barnabas, che forse avevano tutti una spiegazione comune. E quella spiegazione poteva dargliela solo Gordias.
Appena arrivati sull'isola, non ci pensò due volte a lasciare tutti i bagagli e a fiondarsi dritta dritta nella foresta, senza neanche levarsi l'armatura a corazza di lino che aveva portato per tutto il viaggio, ormai sporca e sudata. Portò con sé soltanto la spada.
Prima di inoltrarsi fra gli alberi, Crisafo la raggiunse e la fermò.
<<Dove stai andando? Se Cleo scopre che te la dai a gambe adesso farai una brutta fine.>>
<<Ecco perché mi coprirai.>>
Ma Crisafo non sembrava aver apprezzato. Anche lui era rimasto giù di tono durante il tragitto, perché perfino lui non era immune alla nostalgia di casa. E adesso sembrava starla guardando come se fosse spazientito, quasi esasperato.
<<Senti,>> disse Edna, cercando di tornare un po' più seria <<Lo so che me la vedrò brutta. Ma ho da fare una cosa importante. Ti prego, non chiedermi spiegazioni, ho solo bisogno di andare. Ne ho bisogno davvero.>>
Crisafo guardò prima lei, poi lanciò un'occhiata al bosco alle sue spalle.
<<E' che non mi fido molto a lasciarti solo in un bosco, adesso.>>
Edna colse il riferimento. Adesso lo sapeva.
<<Non è mica la prima volta che ci vado. Fidati di me. E poi la storia dell'altro giorno è acqua passata.>>
Dallo sguardo che le lanciò capì che non era affatto acqua passata, ma per lo meno era riuscita a convincerlo. Crisafo la lasciò andare via, e si trascinò all'accampamento.
Edna arrivò nella radura che il cuore le batteva più del solito. Non sapeva se aveva davvero voglia di rivederlo, Gordias, ma immaginava la sua reazione quando gli avrebbe parlato di tutto ciò che era venuta a sapere. E non era una bella reazione. Peccato che prima di pentirsi di quella corsa, Edna lo vide al suo solito posto, sulla riva del laghetto.
Un'altra Edna che raccoglieva i sassolini da terra e li scaraventava in acqua con aria annoiata e intorpidita, ma stavolta era in piedi. Quando la sentì arrivare, Gordias si voltò immediatamente. Non seppe decifrare la sua espressione, quella che le mostrava appropriandosi del suo stesso volto. Era come se l'avesse disturbato ma allo stesso tempo non volesse che se ne andasse via di nuovo. Sorrise, anche se solo da un lato: <<Siete tornati.>>
<<Già.>> Edna lo salutò con un cenno del capo e si sedette in riva al lago, un po' più distante da lui, senza guardarlo.
Gordias lanciò un altro sassolino: <<Ci avete messo un giorno in più del previsto.>>
<<Non me ne sono accorta. Tu, piuttosto, perché eri già qui?>>
<<Ho continuato a venire anche dopo che siete partiti. Volevo starmene per i fatti miei.>>
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GHIGHNOMAI
Historical FictionSe pensate che siano gli altri a decidere il nostro futuro e a dettarci le regole per vivere, non potete immaginare il disegno che la macchina della vita ha in serbo per ognuno di noi. Edna questo l'ha sempre saputo, ma una ragazza ateniese non può...