"O l'ordine, o me", dice Tom, il suo tono già impregnato di quella famosa aria di superiorità. Io sono legata a una sedia, dimenandomi, cercando inutilmente di liberarmi. Ma naturalmente, la mia lotta interiore è sprecata, come se avessi una possibilità contro di lui.
"Tom, ti prego. Non posso scegliere, non voglio," balbetto, i miei occhi pieni di lacrime.
"Allora non mi lasci altra scelta," sussurra, sollevando un coltello come se fosse una penna, pronto a scrivere una sentenza che nessuno ha mai chiesto.
Mi taglia la gola.
E voilà, mi sveglio. Il respiro affannato, il viso bagnato dalle lacrime che non smettono di scorrere. La mia notte di incubo è finita, ma solo per fare posto al più grande spettacolo del giorno: Tom che mi stringe con fare protettivo, come se avesse appena salvato il mondo.
"Va tutto bene. Era solo un incubo, solo un brutto sogno," dice, il suo tono così calmo che mi chiedo se sia lui a stare cercando di convincermi o se stia tentando di convincere se stesso.
"Tom, promettimi solo una cosa," dico, interrompendo le sue rassicurazioni.
"Qualsiasi cosa," dice, mentre mi asciuga con il pollice le lacrime rimaste, come se fosse una piccola carezza affettuosa.
"Non mi uccidere."
"Non potrei mai ucciderti," risponde, guardandomi come se la mia richiesta fosse la più ridicola delle cose. "È stato questo il tuo incubo?"
Annuisco, un cenno stanco, come a dire: "Certo, non ho altro da fare che fare sogni atroci, giusto?"
"Posso vederlo?" chiede, entrando nella mia mente come se fosse la cosa più naturale del mondo.
E naturalmente, gli lascio vedere tutto. Il sogno, più veloce, più distorto, e poi Sirius che si trasforma in Felpato, perché ovviamente, tutto è sempre più assurdo.
Improvvisamente, Tom interrompe il contatto. "Il cane dei Black è in realtà Sirius Black? Il traditore?" Mi chiede, furioso come se io fossi l'ultima persona sulla Terra a saperlo.
"Non so chi sia," mento. Perché ovviamente, fingere ignoranza è sempre la soluzione migliore in queste situazioni.
Lui però non è soddisfatto e rientra nella mia testa senza il mio permesso:
"Perchè non ti unisci all'ordine della fenice?"mi propone Sirius. "Tu ne fai parte?" chiedo e lui annuisce "Sei in territorio nemico allora".
Tom si alza dal letto, inizia a camminare avanti e indietro per la stanza come una tigre in gabbia. Ogni passo è una promessa di dramma.
"Tom, posso spiegare," dico, anche se in realtà, non ho niente da spiegare. A questo punto, anche le parole mi sembrano inutili.
"Spiegare cosa? Che vuoi unirti all'ordine? Che sapevi della spia? SMETTILA DI MENTIRMI!" Mi urla.
"Tom, omettere dei dettagli non è mentire," ribatto, con l'arroganza di chi sa di essere in torto ma non se ne importa.
Mi ordina di rimanere ferma. Ma io non sono mai stata brava a seguire ordini. Così le ginocchia cedono e cado a terra, con le lacrime che tornano come una brutta abitudine.
Regulus entra nella stanza, notando subito che sono sul pavimento, e viene a consolarmi. "Ehi Audrey, va tutto bene. Stai tranquilla," dice, con quel tono da bravo ragazzo che ovviamente fa male più del resto.
"Voglio tornare a casa," sussurro, facendo un'altra grande dichiarazione che nessuno può mai risolvere.
"Penso che presto ti lascerà. Ti aspetta nel suo studio. Ti accompagno?" chiede Regulus, e io annuisco. Perché sì, adesso ho bisogno di una guida, come se fossi in un tour dei peggiori incubi.
Nel suo studio, vedo la mia bacchetta in una teca, come un trofeo. Tom è lì vicino, guardandola come se stesse pregando che diventi sua.
"Penso che il tempo sia scaduto," dice, quasi con una certa nonchalance. "Ho provato a convincerti, ma sei più testarda di quanto pensassi. Voglio la tua bacchetta. Più potente di quella di Sambuco, ma inutilizzabile senza il legame con il proprietario. Hai una settimana di tempo. Sai cosa fare per farmela usare. Pensaci bene."
Oh certo, Tom. Perché questa proposta è così allettante che nessuno potrebbe mai rifiutarla. La bacchetta e... la mia mano. Fantastico.
E poi, un altro incantesimo. Si materializza un uomo dai capelli bianchi. "Finalmente posso conoscere mia nipote," dice, guardandomi come se fosse un incontro tanto emozionante quanto una visita dal dentista.
"Gellert Grindelwald," dice Tom, compiaciuto, come se avesse appena presentato il suo vecchio amico di famiglia.
"Sono venuto a salvare la mia nipotina; in cambio, avrai Nagini. Ormai è solo un serpente, ma serve un rettilofono per parlare con lui," dice Grindelwald, con la stessa nonchalance con cui uno parla di un acquisto al supermercato.
"Ma Merlino non aveva figli maschi," rispondo, genuinamente perplessa.
"Sbagliato!" esclama Grindelwald, impazzendo nel suo delirio. "Merlino, durante la sua permanenza in Germania, ha avuto me. Non voleva una famiglia, ma mi ha lasciato crescere e mi ha informato solo quando è nata tua zia Maddison. La sua primogenita legittima."
Tom ascolta, ma non sembra nemmeno sorpreso. Evidentemente, non c'è mai niente di troppo strano quando sei nel suo mondo.
Poi Tom fa la sua proposta. "Grindelwald, ho una proposta. Mi sblocchi la bacchetta di cristallo e mi dai quella di sambuco, e io in cambio libererò Audrey."
"Ti darei la bacchetta di cristallo, ma non appartiene a me. Quanto alla bacchetta di sambuco, scordatelo," risponde Grindelwald. "Se queste sono le proposte, penso che non ci rivedremo mai più. Addio Audrey, e il serpente ve lo lascio comunque."
E così si smaterializza, lasciandomi in compagnia di Tom, il serpente e Regulus, come un'altra grande famiglia riunita per una cena di famiglia che nessuno ha chiesto.
"Regulus, porta Audrey in camera," ordina Tom, il suo tono di comando mai tanto seducente.
"Non ho bisogno di un babysitter," ribatto, uscendo dal suo ufficio e tornando in camera. Perché chi ha bisogno di lui, quando posso distruggermi da sola, giusto?
Tom arriva subito dopo di me. "Vuoi smetterla di rispondermi?" mi urla, ma non importa, non dico nulla. Lo ignoro.
Mi butto sul letto a pancia in su e lui si mette vicino a me. Mi solleva leggermente la maglietta e mi accarezza il ventre. Io mi metto di fianco verso di lui.
"So che non dovrei" dice avvicinandosi troppo alle mie labbra che sfiora leggermente.
"Hai ragione... non dovresti" dico mettendomi sopra di lui che torna a baciarmi.
Delicatamente mi spoglia; io gli sbottono la camicia, lui si leva la cintura.
Inizia a baciarmi il collo lasciandomi dei piccoli succhiotti e scende fino al mio seno. Sbottona delicatamente i miei jeans che cadono nelle mie gambe e li butto a terra con un semplice movimento dei piedi.
Sposta leggermente il mio intimo lasciando entrare due dita dentro di me. Inizio a gemere dal piacere.
"Vedo che ti piace"dice compiaciuto.
Inizia a muoversi più veloce e aggiunge un'altro dito. "Dimmelo Audrey. Dimmi che mi vuoi e io sarò tuo"mi sussurra.
"Ti voglio Tom"gli sussurro io. Entra dentro di me. Continuo a lasciare dei piccoli gemiti di piacere. Lui viene prima di me ma resta completando il suo lavoro.
Mi prende per la vita e mi fa mettere di nuovo a cavalcioni sopra di lui.
"Dimmi che mi vuoi e io sarò tua" gli rigiro la frase.
"Ti voglio Audrey"mi risponde lui.
Mi metto in ginocchio sotto di lui e aiutandomi con le mani lo prendo in gola iniziando a succhiare mentre sento lui che prova piacere. Mi spinge più affondo temendomi dai capelli.
"Ora è meglio riposarci" dice dopo essere venuto. Si rimette i boxer e dei pantaloncini, io mi faccio apparire il pigiama addosso e mi accuccio sul suo petto.
Fa avanti e indietro per la mia schiena con le sue mani fredde e mi lascia addormentare du di lui.
Non avrei mai pensato di fare ciò che ho fatto.
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L'erede di Merlino
FanfictionAudrey Wilson è la nipote del grande mago Merlino. Cadrà nella trappola di Tom Riddle. La sua impulsivtà la metterà nei guai e il giovane Riddle ne approfitterà. Tuttavia Audrey lascerà un'eredità più grande e pericolosa di quanto lei o Lord Voldemo...