Quando mi sveglio, una sensazione strana mi pervade, come quella di un post-sbronza, anche se ieri non ho bevuto nemmeno un bicchiere di vino. Il mio corpo è stanco, e la mia mente è in subbuglio. Come se la notte non fosse mai finita. Senza pensare troppo, corro in bagno e vomito, e in un istante, la mia mente si concentra su una sola idea: devo andare in farmacia.
"Sto uscendo un momento," informo gli altri, mentre mi avvolgo in un cappotto pesante.
"Stai attenta," mi avverte Remus, lo sguardo preoccupato ma affettuoso.
"E torna presto," aggiunge Sirius, cercando di mascherare una certa apprensione sotto il suo tono allegro.
"Non preoccupatevi," rispondo distrattamente, uscendo di casa. Londra è affollata, un miscuglio di turisti e cittadini che sembrano ignorare tutto ciò che sta accadendo dietro le quinte. La città va avanti, e io, invece, mi sento come se stessi per precipitare in un abisso.
Vado in farmacia, prendo il test di gravidanza, e torno a casa in fretta, come se il tempo fosse una merce che non posso permettermi di sprecare.
I quindici minuti in bagno sembrano eterni. Ogni secondo è un'eternità, e quando il risultato appare, mi sento come se il mondo fosse stato ribaltato. Incinta. Di Voldemort. La realtà si fa pesante come un macigno, ma è la mia realtà ora. Mi aggrappo alla speranza che tutto questo sia solo un incubo, ma non lo è.
Vado da Lily, che è in cucina, intento a sperimentare nuove ricette, con la mano che si posa inconsciamente sulla sua pancia, come una madre che già sa di essere benedetta da una vita che cresce dentro di lei.
"Lily. Posso parlarti un attimo?" chiedo, cercando di non sembrare completamente fuori controllo, anche se dentro di me è il caos.
"Certo Audrey. Che ti serve?" mi chiede con un sorriso dolce, ma il suo volto si fa più serio quando mi vede.
"Sono incinta. È di Voldemort," le dico, cercando di mantenere la calma, ma la verità mi soffoca. La guardo negli occhi, e lei non dice niente per un momento. Poi, inaspettatamente, mi abbraccia. Un abbraccio che mi fa sentire che, in qualche modo, non sono completamente sola.
"Non preoccuparti. Non lo saprà mai, né il bambino né quel mostro," mi rassicura, e per un istante, sento una piccola scintilla di speranza.
Annuisco, ma non so nemmeno come rispondere. "Dobbiamo pensare a un nome," aggiunge lei, cercando di alleggerire la situazione.
"Lo chiamerò come i miei genitori. Non so se metterci il suo cognome o il mio," dico, sentendo una certa tristezza affiorare. Questi dettagli sembrano così insignificanti, ma allo stesso tempo così enormi.
"Non lo so. Puoi deciderlo quando partorisci," mi risponde Lily con un sorriso che vuole trasmettermi serenità. "Va bene, spero che farò la scelta giusta."
"Ne sono certa," dice lei, e il suo sorriso mi fa sentire, per un momento, meno sola. Come se davvero potessi farcela.
A pranzo, Peter non è presente, e informiamo gli altri del secondo "arrivato". Non è ancora il momento di sapere il sesso, ma la casa si riempie di felicità. "Diventerò doppiamente zio!" esclama Sirius, dopo aver bevuto qualche calice di troppo, cercando di spezzare la tensione che gravita nell'aria.
La serata scivola via e, a cena, ci sono anche gli altri membri dell'Ordine. Non posso fare a meno di sentire l'ironia della vita. Tra un chiacchiericcio e l'altro, la mia pancia è ancora invisibile, quindi mi concedo il lusso di un vestito attillato verde, che evidenzia ogni forma, ogni curva. Magari qualche mago penserà che il bambino sia suo, e chissà, magari qualcuno potrà aiutarmi con tutto questo.
Intorno a me, il mondo sembra vivere una vita normale. I Paciock aspettano un bambino, così come i Weasley che ne hanno già sei. Sono tutti gentili, ma nessuno di loro è adatto a me. Non lo sono mai stati.
"Siamo felici di averti qui," mi dice Molly, sorridendo affettuosamente, ma io non riesco a sentirmi parte di tutto questo. Non so nemmeno se lo voglio.
"Io vi devo ringraziare per avermi accolta," rispondo con un altro sorriso, ma è tutto un po' meccanico, un po' finto.
Non posso credere che, nonostante abbia perso tutto, ci sia ancora qualcuno disposto ad aiutarmi a rivivere. Ma, anche se sono incinta di suo figlio, lui non mi vedrà mai. Non saprà mai di noi. Vivrò con mio figlio a Godric's Hollow, nella casa di zia. Lì, crescerà come ogni altro mago. Vivrà come io non ho potuto vivere. Non è il lusso che mi serve... è la normalità di chi, come me, è stato dimenticato dal mondo.
Un anno dopo
Megan Wilson Riddle. Nata la notte di Natale in un ospedale babbano. La mia piccola bambina mi ha fatto passare notti insonni, soprattutto all'inizio, ma da qualche mese si è calmata. Ora gioca spesso con Harry, il figlio di Lily e James. Ci vediamo praticamente ogni giorno, anche con i Weasley e i Paciok, ma io sono sempre la straniera.
Nonostante abbia ereditato anche l'isola del nonno e la villa di mio zio Gallet, mi sono trasferita nella casa di zia. È proprio di fronte alla casa dei Potter, ma non è una cosa che mi rende felice. La casa è piccola, ma accogliente, una cottage a due piani, con un salotto grande e una piccola cucina. Al piano superiore ci sono due stanze e uno studio. Ho fatto mettere una dondola e uno scivolo nel giardino per far giocare Megan all'aperto, come qualsiasi altro bambino dovrebbe fare.
Mentre cullavo Megan, stanca per aver corso in lungo e in largo con Harry, sento una voce che mi fa gelare il sangue.
Mi volto verso la casa dei Potter. La porta è aperta. E quando mi avvicino all'ingresso, vedo il corpo di James a terra, senza vita. "Fa silenzio," sussurro a Megan, coprendole gli occhi con la mano. La mia mente è già altrove, sapendo che la mia vita, la nostra vita, sta per essere distrutta di nuovo.
Cammino dentro la casa dei Potter. Non ci voglio credere, ma lo so. Lui è qui, e sono pronta. Quando apro la porta della camera di Harry, vedo Lily stesa a terra e un corpo incappucciato che punta la sua bacchetta verso Harry. È lui.
Tom.
Mi gira la testa, ma non posso fare altro che affrontarlo. Scatto, prendo la mia bacchetta, e una tavola cigolante lo fa voltare verso di me. È lui, ma non è più lo stesso. "Audrey," esclama con un tono che non riesco a interpretare. Non è il tono che mi aspettavo, ma non ha importanza. Abbassa il cappuccio, e il suo volto è cambiato. Non è più quello che ricordo. I suoi occhi sono rossi, e sembra che l'inferno intero sia riflesso in essi.
"Sapevo che ci saremmo rivisti," dice, ma c'è qualcosa di diverso, qualcosa che non posso ignorare. "Vedo che mi hai dimenticato in fretta." Indica Megan, e il suo sorriso è vuoto, privo di qualsiasi umanità. "È mia figlia," dico, proteggendo Megan, e puntando la mia bacchetta contro di lui.
"Ora puoi usare il passato," dice con rabbia, e prima che possa reagire, urla: "AVADA KEDAVRA!"
Mi giro per proteggere Megan. Non posso perderla. Ma la maledizione mi colpisce. La protezione che avevo su di me è svanita con la nascita di Megan.
Una luce bianca. Poi il buio. La sua voce, le sue mani su di me, la sua fronte sulla mia, le sue lacrime bagnano la mia pelle. Ma ora... è il nulla.
Rivedrò la mia famiglia. Rivedrò Regulus. Rivedrò James e Lily. E sorveglierò Megan, la mia piccola Megan. Non le permetterò di soffrire come ho sofferto io. Non dovrà mai saperlo.
Lei vivrà. E sarà libera.
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L'erede di Merlino
FanfictionAudrey Wilson è la nipote del grande mago Merlino. Cadrà nella trappola di Tom Riddle. La sua impulsivtà la metterà nei guai e il giovane Riddle ne approfitterà. Tuttavia Audrey lascerà un'eredità più grande e pericolosa di quanto lei o Lord Voldemo...