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Quando mi sveglio, Tom non perde tempo. Mi stampa un bacio sulle labbra, secche e un po' imbronciate, come se volesse farmi sapere che il buongiorno è solo una formalità. "Buongiorno, piccola," dice con una dolcezza che fa venire il dubbio che stia cercando di scoprire se è possibile essere contemporaneamente il diavolo e il bambino Gesù.

Rispondo con un altro bacio, e poi uno ancora, e un altro ancora. Sì, perché alla fine non sono riuscita a non ricambiare, anche se so benissimo che "questa cosa" è più un'arma psicologica che un gesto romantico.

"Non puoi fare così. È mattina," dice dolcemente, come se avesse appena fatto una scoperta scientifica. E io non posso fare altro che ridere. Che cosa vuoi che ti dica, Tom? Ho appena passato una notte di incubi, ma guarda, il buongiorno è davvero il top, eh.

"Lo so," rispondo, sorridendo, come se la situazione fosse totalmente sotto controllo. L'inferno è appena iniziato, ma non posso mica rovinarti la giornata.

Mi alzo, pronta a scappare almeno per un attimo. Il bagno, la fuga. Ma lui non mi lascia andare da sola. Come un'ombra, Tom mi segue, come se avesse qualcosa da insegnarmi sulla vita. Poi, senza tanti preamboli, mi spoglia. Io, ovviamente, faccio la parte della donna che sta vivendo un sogno... o forse un incubo, ma, chi può dirlo?

Entro nella doccia con lui. Le mattonelle nere brillano di un lustro che mi fa pensare a quanti ne avrebbero fatto buon uso. L'acqua scorre sui nostri corpi e, in un attimo, mi sbatte contro la parete. "Questa è una buona idea," penso tra me e me, mentre la mia testa rimbalza contro le mattonelle fredde.

Poi il collo. È il turno del collo. Inizia a leccarmi, con quella calma che riesce a farmi perdere il controllo, e subito dopo mi riempie di piccoli morsi, che diventano lividi, come se stesse marchiando il mio corpo con un'etichetta. Il suo bacio delicato sul seno, invece, sembra una battaglia tra gentilezza e violenza. E, ovviamente, gemito.

"So che ti piace, piccola," sussurra, e non sono sicura di chi stia parlando. Non è che lo faccia per me. È tutto per lui. Sì, lo so, che meraviglia.

Poi, con un colpo da maestro, mi insapona il corpo, con quella dolce delicatezza che fa sembrare tutto così naturale. "Sì. Mi piace. Tu mi piaci," sussurro, mentre faccio lo stesso a lui. E in fondo, non è che ci sia davvero molta differenza tra la mia resistenza e la sua forza. È solo un gioco, e mi sono presa il mio ruolo.

Mi gira di schiena, i miei fianchi sono il suo terreno di battaglia, e il mio petto sbatte contro le mattonelle, ma a quanto pare è la routine che preferisce. I gemiti, i colpi. Li sento risuonare come un'eco che non ha mai fine.

"Ci vestiamo," mi dice, come se la realtà fosse solo una parentesi temporanea. Scendiamo, e la sala è vuota. C'è Regulus, che sembra che ci stia aspettando, pronto per la sua parte del dramma.

"Audrey. Tu e Regulus andrete nella grotta a nascondere questo," dice, estraendo un medaglione dalla tasca, con quella faccia da psicopatico che di solito ha. E io, naturalmente, mi sento di nuovo una prigioniera. E ovviamente non posso dire niente. Perché, dico sul serio, dovrei oppormi?

"Dobbiamo nascondere un medaglione in una grotta?" chiedo, fingendo una totale ignoranza, quando in realtà sto solo cercando di guadagnare tempo. Perché mai dovrei nascondere il pezzo dell'anima di qualcuno, soprattutto se quell'anima è una specie di crimine ambulante?

"Esatto. C'è un pezzo della mia anima dentro, quindi va protetto," dice, come se fosse una normale conversazione. "Ora andate," ordina.

Regulus e io ci smaterializziamo nella grotta, e la sensazione di umidità è sufficiente a farci sentire davvero vivi. Ma, ahimè, non è solo l'umidità che percepiamo. Sento anche il rumore delle onde che sbattono contro la roccia. È quasi poetico, se non fosse che la grotta è il nostro nuovo campo di battaglia.

Poi, con una faccia che sembrava decisa, Regulus prende il medaglione e lo calpesta con violenza. "Ma che stai facendo?" chiedo, il cuore che mi batte forte.

"Voglio distruggerlo. Dubito te l'abbia detto, ma il suo piano è uccidere tutti i mezzosangue e dominare il ministero. E quei maledetti horcrux lo rendono immortale. Non possiamo fare nulla se non li distruggiamo," spiega con una calma glaciale.

"Ok. Ti aiuterò," dico, purtroppo consapevole che siamo troppo lontani dalla salvezza per essere ottimisti.

Gli incantesimi volano, il medaglione resiste, ma non abbastanza. Scivola nel laghetto della grotta, e Regulus si tuffa senza esitazioni. Io resto immobile, mentre vedo il riflesso di mostri emersi dall'acqua, che si avvicinano a lui.

"REGULUS!" urlo, tirandolo via con tutte le forze. Non importa. È troppo tardi. Il medaglione è ormai nelle mani dei mostri.

Regulus, però, non sembra preoccuparsene. "Non preoccuparti per me. Porta a termine il lavoro. La sede è a Grimmauld Place, 12. Vai e dì a Sirius che mi dispiace," dice, come se stesse parlando del meteo.

Mi bacia con passione, una breve parentesi di umanità prima di scendere nelle profondità dell'acqua. "Spero che tu ce la faccia," dice, e il suo corpo scompare, mentre la mia anima esplode, e non posso fare nulla per impedirlo.

Arrivo a Grimmauld Place e suono al campanello. Sirius è il primo ad aprire, ma il suo volto, subito cambiato, mi dice tutto. "Che è successo?" mi chiede, vedendomi piangere. "Sembra che ti sia morto qualcuno davanti."

Mi butto su di lui, senza parole, solo singhiozzi.

"Regulus...voleva distruggerlo, ma non ce l'ha fatta," dico, tremante, mostrando il medaglione. "È quello che penso?" chiede un altro ragazzo, che spunta dietro di lui.

"Non ora, Remus," risponde Sirius, con la sua solita serietà. "Audrey, è meglio che torni da lui prima che inizi a sospettare."

Io, come una marionetta, eseguo. Tornando nella sala vuota dove Tom ci stava aspettando, non sembra sorpreso. "Dov'è Black?" chiede, con un tono che mi fa dubitare se già sapesse la risposta.

"L-lui è morto," balbetto, ancora una volta ridotta a un cumulo di emozioni.

"Perché stai piangendo?" mi chiede, freddo come il ghiaccio.

"Perché sto piangendo?!" urlo, con il cuore in pezzi. "L'unica persona con un po' di senno in questa casa è morta davanti a me, e io non ho potuto fare nulla per salvarlo. Come pensi che dovrei reagire?!"

Tom sorride come se avesse vinto qualcosa. "Sapevo che non sarebbe tornato. Sapevo che voleva tradirmi," dice, avanzando con il passo di chi ha già decretato una sentenza. "Spero che tu abbia nascosto il medaglione."

"Sì. L'ho nascosto," mento, mentre la voce mi trema. Ma il gioco è ormai fatto. Non c'è più spazio per la verità, solo per la sopravvivenza.

"Bene. Ora hai ancora due giorni per farmi usare la bacchetta," dice, mentre si allontana, lasciandomi sola. E, naturalmente, Tom è sempre un passo avanti. Come sempre.

I genitori di Regulus arrivano, e io cado a terra, in un abisso di disperazione.

"Wilson, cosa è successo? Dov'è Regulus?" chiede la madre. Ma come spiegare a chi non vuole ascoltare?

Tom fa il suo ingresso, senza un minimo di compassione. "Vostro figlio era un traditore. Ha provato a distruggere l'horcrux, e i demoni l'hanno ucciso. Ora farò lo stesso con voi," dice, con un tono che sembra una favola, ma con l'effetto di una maledizione mortale.

E, con un gesto rapido, lancia l'Avada
Kedavra.

L'erede di Merlino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora