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Mi svegliai al suono di passi veloci fuori dalla mia porta. Non c'era dubbio che qualcosa stesse accadendo. Mi alzai in fretta, mi vestii e uscii di corsa dalla stanza, cercando di capire cosa fosse successo. Mi trovai nel corridoio appena in tempo per vedere Draco Malfoy, il suo volto contratto dalla rabbia, mentre parlava a voce bassa con Thomas.

"Non è questo il momento, Megan," disse Thomas con tono basso, come se volesse impedirmi di fare un passo più in là.

"Voi non potete solo andarvene e lasciarmi qui!" gridai, la mia voce tremante di frustrazione. "Non potete trattarmi come se non avessi un'opinione! Non sono una bambina!"

Draco mi fissò con uno sguardo gelido. "Tu non sei nulla," disse in tono sprezzante. "Non sai nemmeno cosa stai facendo. Ti stai solo cacciando nei guai."

"Tu cosa sai di me, Malfoy?" risposi, la voce che mi tradiva più di quanto volessi. "Non sono come voi! Non sono tua alleata, né di tuo padre."

Il conflitto che si stava sviluppando tra di noi sembrava destinato a degenerare, e io non riuscivo a fermarlo. Il mio cuore batteva forte e la rabbia mi acceccava.

Thomas si avvicinò rapidamente, mettendosi tra me e Draco. "Basta!" urlò, la voce dura, ma anche preoccupata. "Non potete continuare così. Se vi scopre Voldemort, sarà la fine per entrambi. Megan, stai calma."

La mia mente era in confusione, ma sentivo la rabbia crescere in me, come una marea che non riuscivo a controllare. "Non sono calma, Thomas!" urlai, ma lui mi guardò con quella sua espressione che mi gelava il sangue.

"Non voglio che tu soffra." continuò, il suo tono più severo. "Non voglio che finiamo tutti nei guai. Ma devi ascoltare."

"Non ascolto nessuno!" urlai, il mio cuore martellava nel petto. "Non sono qui per essere comandata da voi."

Thomas mi afferrò per le spalle, girandomi verso di lui con la forza che non avrei mai pensato avesse. "Cosa pensi che accadrà se Voldemort scopre questo? Se ti comporti come una ribelle? Tuo padre non ti tratterà con la stessa gentilezza, Megan. Non è un gioco."

Le parole di Thomas mi colpirono come un pugno allo stomaco. Mi feci silenziosa, cercando di respirare in modo regolare mentre sentivo una pressione crescente dentro di me. Ero imprigionata, ma quella prigione sembrava sempre più difficile da sopportare. "Non voglio essere come loro. Non voglio essere come mio padre, Thomas."

Draco, che aveva osservato il nostro scambio con un sorriso quasi sarcastico, si avvicinò ancora una volta, ma Thomas lo fermò con un gesto deciso. "Voglio che tu esca, Draco. Ora."

Draco non rispose. Si limitò a lanciarmi uno sguardo carico di disprezzo e poi si allontanò senza aggiungere nulla.

Quando finalmente la porta si richiuse dietro di lui, la tensione che aleggiava nella stanza sembrò svanire, ma il silenzio che seguì fu pesante come piombo. Rimasi lì, le mani tremanti e il cuore che non riusciva a fermarsi.

"Stai bene?" mi chiese Thomas, la voce più dolce, anche se sotto c'era ancora un residuo di severità.

Io annuii lentamente, ma non ero sicura di cosa sentissi. Mi sentivo stanca, confusa, e allo stesso tempo più forte di quanto avessi mai pensato di poter essere. Ma ero ancora intrappolata in un mondo che non comprendevo, e non sapevo se sarei mai riuscita a uscirne.

Thomas mi guardò intensamente per un momento, come se cercasse di capire se avessi capito la gravità della situazione. "Voldemort non tollera il disordine, Megan."

Thomas si avvicinò a me con una dolcezza che non avrei mai pensato di trovare in un posto come questo. Le sue mani erano calde, ma allo stesso tempo sembravano trattarmi con una delicatezza che non riuscivo a comprendere. Le sue parole cercavano di tranquillizzarmi, ma io sentivo solo il peso del mondo addosso.

L'erede di Merlino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora