CAPITOLO 15 - Il flusso del male

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I

Nessuno al tavolo prese la parola e Zoe facendosi coraggio, decise di prendere l'iniziativa. Non era abituata a farlo, ma in quel momento si sentì più sicura, forse il racconto ascoltato da Gabriele, o forse la lontananza da casa, l'avevano spinta a buttarsi. Si alzò e subito tutti la guardarono.

«Io sono Zoe Martini e vengo da Colle Chiaro. Qualcuno lo conosce?»

Nessuno accennò un gesto o proferì parola.

«Immaginavo. È un piccolo paesino immerso nel verde, là ci si conosce tutti e siamo come una grande famiglia. Sin da piccola ho potuto studiare ogni tipo di pianta e grazie all'affetto e alla guida di mia nonna, ho imparato a padroneggiare la magia bianca, diventando un'esperta d'incantesimi di protezione e guarigione. Beh, almeno è così che dicono tutti...»

«Non vedo l'ora di farmi curare da te, piccola» interruppe Damiano.

«Zoe qual è la ragione che ti spinge a partecipare a questa missione?» domandò Gabriele con tono serioso. Zoe gli rispose e fece fatica a trattenere l'emozione.

«Sono qui perché mia sorella ha bisogno del mio aiuto. Circa un anno fa ebbe una brutta malattia che stava quasi per ucciderla, ma sono riuscita a salvarla mettendola in uno stato di coma perenne, da allora sono stata sempre a vegliare su di lei e a cercare una cura, ma oramai avevo perso le speranze, fino a quando... Tolomei mi ha promesso dei semi di una pianta rarissima che possono risvegliare finalmente mia

sorella. Devo portare assolutamente al termine questa missione... Lo devo fare per lei»

Ci fu un silenzio che mise a disagio la maggior parte dei presenti, ma Damiano, come al suo solito, cercò di smorzare l'imbarazzo.

«Beh, sarà il caso di ravvivare un po' l'atmosfera. Non c'è molto da dire su di me, sono stato cresciuto dalle cape di pezza, ma ho preso il largo non appena ne ho avuto l'occasione. La mia vita è ammazzare per soldi, mi occupo più che altro di feccia sovrannaturale, ma se la paga è buona ammazzo anche tipi normali... niente bambini però, sia chiaro! Mi è stata promessa una grossa somma di denaro perché le streghe sono la mia specialità, e caspita se ne ho uccise di quelle puttane! Certo, non muoiono veramente se non le bruci, ma prima puoi anche tagliargli la testa, impalarle con dei forconi, affogarle con...»

«Va bene, va bene...hai reso l'idea» lo interruppe il cavaliere.

«Ehi ora è il mio turno vero?» domandò Elidoro tutto contento «Ti va bene se parlo io adesso?» chiese a Nereo, che annuì con un gesto disinteressato della mano. Gabriele lo invitò a parlare e lui si alzò.

«Mi presento, anche se non ce ne sarebbe bisogno! Io sono Elidoro Eliometri l'artista, il maestro di musica, colui che viene ricordato per la bellezza delle sue ballate. Sono colui che fa della sua musica la sua arma migliore, ma non solo, posso esservi d'aiuto in molti altri modi, sono bravo a raccogliere le giuste informazioni e all'occorrenza posso supportarvi con la mia musica. Supportarvi in qualsiasi modo, anche

moralmente se volete»

«Sei proprio sicuro che ci serva?» domandò Damiano in maniera scettica a Gabriele.

«Ci servirà tutto l'aiuto possibile... Avanti Nereo, sei rimasto solo tu»

«Io sono Nereo di Rocca Nebbiosa, Sono un conte e un alchimista, mi è stato promesso un libro molto raro. Ora che ci siamo presentati, vorrei parlare della missione in maniera più approfondita»

Il mercenario sbuffò e interruppe per l'ennesima volta chi parlava.

«È semplicissimo. Troviamo quei bastardi, li seppelliamo sotto una valanga di spadate e portiamo le loro teste dal monsignore. Che altro c'è da dire?»

Nessuno gli diede ascolto e Nereo proseguì.

«È stato il monsignor Tolomei a dirmi di ragguagliarvi su tutto, quindi state seduti tranquilli e finirò a breve» tirò fuori delle carte dalla borsa e le distese sul tavolo, si trattava di cartine geografiche, che rappresentavano la penisola di Stivalia «Sono orami cinque anni, che studio il moto dei flussi delle energie che coprono il nostro pianeta. Quello che voi chiamate "male" è un flusso di energia pesante che, scaturito dagli esseri umani, tende a ristagnare al livello del suolo» Nereo espose la mappa agli occhi di tutti, fissandola sul legno e continuando il discorso indicandola con le dita mentre parlava.

«I flussi di nord e sud vengono attirati in una zona di "massima energia", dove guarda caso più spesso avvengono i sismi e, dove noi ci troviamo attualmente. Queste due correnti convergono sotto la montagna, che essendo isolata dal resto della catena, consente ai flussi di ruotare attorno ad essa creando un vortice di ristagno, che inquina tutto, dalle pietre, ai vegetali, agli animali, impregnandoli e modificando il loro modo di essere. Più l'animo di una persona è predisposto al male, più esso si lascia corrompere e mutare dalla sua influenza. Il monsignore mi ha detto di cercare l'essere chiamato "primo nato", perché è colui che più di tutti ha accolto il male dentro di sé ed ora lo diffonde in tutta la città. Ancora dettomi dal monsignore: prevedere quando questo male si manifesti è praticamente impossibile, quindi la chiesa si è sempre incaricata di

sfogare il male in eccesso quando questo si fosse presentato e, le streghe che prima non interferivano con questa purificazione, sembrano aver deciso di voler provare ad imbrigliare questo potere, e

difatti hanno eretto una barriera che rende invalicabile la montagna, come già constatato dalle guardie del re. Il pericolo che ne deriverebbe da questa azione credo che sia abbastanza intuitivo per tutti. Ora vi dirò solo qualche altro dettaglio su come riconoscere i segni del "male" sulle persone e...»

Nereo venne interrotto, si udì bussare la porta in maniera frenetica.

«Aprite! Aprite!» urlò la voce fuori alla porta.

Gabriele si alzò e prese la spada che aveva vicino alla sedia. Si avvicinò alla porta e l'aprì, mentre con l'altra mano impugnava stretto il manico della spada.

Era un uomo giovane e dall'aria sconvolta. I suoi vestiti erano logori, ma sulla casacca c'era il marchio di Rocca Leone.

«Chi sei?» domandò Gabriele.

«Sono lo stalliere del castello mio signore» rispose affannando.

Gabriele tolse la mano dalla spada e fece entrare l'uomo, che non perse tempo a parlare.

«Miei signori! In paese è stato trovato un cadavere! Mi hanno detto di venirvi subito a chiamare»

Rimasero tutti per un attimo in silenzio.

«Pare che la nostra missione sia appena cominciata. Seguitemi» disse Gabriele con decisione.

Si alzarono tutti da tavola e si avviarono all'ingresso.

«Aspetta un attimo, mi serviranno i miei strumenti... vado a prenderli» disse Nereo preso alla sprovvista.

Damiano vide che Zoe era visibilmente preoccupata.

«Sicura di voler venire? Non credo che sarà un bello spettacolo»

«Grazie ma da quello che ho capito, dovrò farci l'abitudine»

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora