I
Palatone terminò la sua galoppata e si fermò su una collina. Il suo manto bianco rifletteva la luce notturna, sopra di lui c'era Gabriele vestito con una giubba da festa blu scuro e bianca, con sé portava solo la sua spada. Zoe era seduta all'amazzone dietro di lui e per l'occasione si mise un vestito rosso molto elegante. Poco più avanti, ai lati della strada, c'erano dei pali ficcati nel terreno, con sopra delle lanterne accese che servivano per mostrare la via verso la villa della marchesa Vivaldi. La dimora era ben visibile nonostante il buio, grazie alle molteplici finestre illuminate.
«Dai, ci siamo quasi. Riesco a vedere la villa da qui» disse il cavaliere.
«Non vedo l'ora di scendere da cavallo e camminare» disse Zoe, mentre si massaggiava le gambe.
Palatone nitrì, si scosse e sbuffò, il suo padrone lo calmò accarezzandogli il collo.
«Che gli prende all'improvviso?» domandò Zoe.
«Sì è innervosito»
«Se è per quello che ho detto mi dispiace, ma non sono abituata»
«Non ti preoccupare! Già si è calmato»
Gabriele diede un'ultima carezza al cavallo e si rivolse a Zoe.
«Quando staremo lì, stammi sempre vicino. Il signor Granaro mi ha detto che questa marchesa ha una brutta nomea, ma lui tende a esagerare»
«Già, magari potrebbero essere solo voci»
«Staremo a vedere... vai Palatone!!!»
Il cavallo riprese la galoppata e prosegui per il sentiero illuminato dalle lanterne.
II
Gabriele lasciò Palatone nella stalla di villa Vivaldi e raggiunse Zoe al giardino davanti all'ingresso. Lei era affascinata dalla maestosità della magione, che poteva essere paragonata quasi a un piccolo castello.
«Che hai?» domandò Gabriele.
«È grandissima... si può dire che persino la stalla è tre volte più grande di casa mia» rispose Zoe ridacchiando.
«Un posto così grande è inutile, se non si ha nessuno con cui condividerlo»
«Forse è per questo che organizza feste»
«Mhh... può darsi. Dai entriamo!»
Il cavaliere allargò il gomito e Zoe si mise a braccetto.
«Quando siamo dentro, stammi sempre vicino!» esclamò Gabriele serioso, mentre avanzavano.
«Sì, non ti preoccupare. Sono o non sono la tua fidanzata stasera?» annuì facendogli un sorriso ironico.
I due si avvicinarono all'ingresso e il maggiordomo li fermò.
«Prego signori, siete qui per il ricevimento?»
Gabriele fece vedere il suo anello e gli rispose.
«Sì, sono Gabriele Frangipane di Fonte Verde e lei è Zoe Martini di Colle Chiaro... la mia fidanzata»
«Un attimo che aggiungo la signora alla lista... prego accomodatevi»
I due avanzarono e superarono un arco di pietra, entrarono e salirono le scale, ai lati c'erano delle statue in pietra molto imponenti, raffiguranti degli enormi cani alati. Erano parecchie e sparse un po' ovunque, anche in giardino e nei corridoi della villa.
Si iniziò a sentire una dolce melodia provenire dalla sala principale, era proprio lì che Gabriele e Zoe entrarono. Davanti a loro c'era una enorme tavola imbandita di parecchie leccornie, come un cinghiale arrostito con patate, del pesce affumicato e la zuppa di pollo, che emanava un bell'odorino.
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Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca Leone
FantasyUn fantasy medievale ambientato a Stivalia una penisola ispirata al territorio italiano dell'epoca. Gli avvenimenti di questa storia si svolgono a Rocca Leone, epicentro della rinascita di un'entità malvagia che trae il proprio potere dalle cattive...