I
Il corridoio della prigione era lungo, logoro e le pareti in pietra venivano illuminate dal sole, che entrava dalle strette feritoie. Daminao camminava nervoso avanti e indietro, Tessa si avvicinò al finestrino della cella e lo guardò divertita.
«La vuoi finire di andare avanti e indietro? Stai consumando il pavimento»
«Chiudi quella dannata bocca!»
«Perso il tuo senso dell'umorismo? Sei stato fregato da un'altra ragazza? Ed io che credevo di essere l'unica»
«Oggi non sono in vena di scherzi, dolcezza. Devo essere calmo e pronto»
«Per fare cosa? Pestare a sangue un prigioniero indifeso? Molto nobile da parte vostra»
«Una lezione di morale dalla manigolda, che deruba la gente alla prima occasione? Fai sul serio?»
«Ehi, io frego soltanto chi è abbastanza stupido da farsi abbindolare»
«E quindi sarei stupido? Meriteresti una bella lezione»
«Uh che paura!» allargò le braccia sbeffeggiante, per poi stringerle al corpo «Sto tremando come una foglia, guarda!»
«Già stavo per ammazzarti. Se non mi avessero fermato...»
«Me la sarei vista bene anche da sola, che ti credi? Io sono una tosta!»
«Che sei tosta l'ho già notato la prima volta che ti ho visto alla taverna» disse il mercenario, sorridendo in maniera spavalda.
«Ecco lo vedi che sei stupido?!»
«Uno stupido che però è riuscito a ritrovarti, avresti dovuto lasciare la città»
Damiano si girò per vedere se Nereo stesse arrivando. Per uno strano motivo, sentiva il bisogno che in quel momento non venisse interrotto.
«Non hai una casa? Un posto in cui tornare?»
Tessa rimase sorpresa, non pensava che quel energumeno così volgare, potesse porgli una domanda che quasi nessuno gli aveva fatto prima.
«I miei genitori vivono in un paesino non lontano da qui... ma lì la vita era fin troppo tranquilla, non faceva per me. Me ne sono andata in cerca di fortuna alla prima occasione»
Nereo arrivò in ritardo alla torre e disse subito a Damiano di seguirlo, lui gli fece cenno di aver capito e si incupì all'improvviso.
«Sei più fortunata di quanto sembri...» disse allontanandosi dalla cella.
La ladra, vedendolo incamminarsi verso Nereo, rimase stranamente interdetta.
II
La porta della cella venne aperta e si sentì il solito cigolio metallico, dovuto alla ruggine che si formava sui cardini della porta. La stanza stavolta era ben illuminata, e la sedia, dove era stato legato il prigioniero, era posizionata in un punto con molta luce. Quello che nello scorso interrogatorio era un indemoniato, ora era solo un uomo stanco e spossato. Damiano e Nereo notarono subito il cambiamento dell'individuo. Stavolta sarebbe toccato al nobile alchimista iniziare l'interrogatorio.
«Noto che la prigione sta dando i suoi risultati...»
«Quali risultati?» domandò l'uomo.
Nereo e Damiano rimasero un po' sorpresi dal fatto che l'infetto riusciva a parlare.
«Era come dicevi» constatò il mercenario.
«Già» annuì Nereo, che dopo continuò a parlare con il detenuto «Ti vedo abbastanza provato, spero che questo ti faccia capire che non collaborare peggiorerà soltanto la tua situazione»
«Sì, ho pensato che non mi importa di niente»
«Nemmeno di perdere la vita?»
«Non pensare di mettermi paura, nessuno di noi parlerà»
«Ti consiglio di rispondere a questa domanda. Chi è il "primo nato"?»
L'uomo stette zitto con lo sguardo perso nel vuoto.
«Vedo che non hai intenzioni molto accomodanti» Constatò Nereo.
«State perdendo solo tempo»
«Perché?»
«Ci avete catturato, ma non ci fermerete mai!»
«Atteggiamento decisamente positivo, considerando la tua attuale posizione e un'ipotetica, e molto probabile, morte imminente»
«Fino a quando il nostro "Ragade nera" è in circolazione, non potrete far nulla» disse con sicurezza l'indemoniato.
«Ti stai riferendo al "primo nato"? Dove si trova?»
«Sprechi solo fiato, siete tutti carne morta. Non vi dirò nulla»
Damiano scoppiò dalla rabbia e urlò contro l'indemoniato.
«Basta! Ora parli hai capito?»
«Ah già tu saresti quello cattivo. Sei solo una merda!»
Il mercenario perse le staffe, diede al detenuto due pugni in pieno volto, che gli fracassarono il setto nasale.
«Fermati Damiano! Fermati!» urlò Nereo.
Il mercenario si fermò e si voltò spazientito verso l'alchimista, che lo guardava con rimprovero. L'indemoniato era una maschera di sangue, pieno di lividi e rivoli neri, che grondavano dal naso e dalla bocca.
«Ringrazia il mio amico, perché ti avrei ucciso senza farmi problemi!» disse Damiano innervosito, sputando nervosamente per terra.
III
Nereo e Damiano uscirono dalla cella, le loro espressioni rasentavano insoddisfazione. Il mercenario era ricoperto di sangue nero sulle braccia e per asciugarsi prese uno straccio.
«Perché mi hai fermato? A suon di pugni lo avrei fatto parlare»
«Meglio non esagerare per il momento, parlerà la prossima volta»
Tessa era accostata alla porta e aveva sentito tutto dall'altra parte del muro. Come al suo solito, si intromise nella loro discussione.
«State sbagliando tutto secondo me. Non è questo il modo per estorcere informazioni»
«Sta zitta! Che ne sai tu?» tuonò Damiano.
«NO, no sentiamo che ha da dire, sono proprio curioso, che ci può consigliare una ladruncola?» chiese con curiosità Nereo.
«Sarò pure una ladruncola come dici tu, ma tu che fai tanto l'intellettuale, non hai ancora cavato un ragno dal buco. Quello in cui sbagliate è che siete troppo prevedibili, dovreste essere più astuti, ma cosa c'è da aspettarsi da uno che sa solo usare la violenza e uno che solo perché ha letto dei libri si crede un genio?»
«Hai ragione, ho letto molti libri e cosa molto importante... sono libero. Tu invece rimarrai in questa prigione ancora per molto, perché sei solo una ladra che non sa fare altro»
Tessa lo guardò in malo modo, ma Nereo fu impassibile e se ne andò insieme a Damiano.
Alla ragazza non rimaneva che abbozzare e sdraiarsi sulla scomoda panca in legno della propria cella.
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Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca Leone
FantasíaUn fantasy medievale ambientato a Stivalia una penisola ispirata al territorio italiano dell'epoca. Gli avvenimenti di questa storia si svolgono a Rocca Leone, epicentro della rinascita di un'entità malvagia che trae il proprio potere dalle cattive...