CAPITOLO 18 - Solo per un prosciutto

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I

Si stava facendo sera e alle porte della città di Rocca Leone, due soldati stavano sorvegliando l'ingresso che portava alla città. Il primo era un uomo di mezza età e l'altro una giovane recluta, entrambi armati di alabarda. Su una strada sferrata, un anziano trasportava un carretto pieno di paglia. Aveva passato tutta la giornata nei campi, e finalmente si stava ritirando a casa. I due soldati lo notarono e guardarono il carretto in maniera sospettosa.

«Ehi vecchio, fermati!» disse quello con più esperienza.

L'anziano si fermò subito e il soldato si avvicinò a lui.

«Cosa trasporti?»

«Solo del fieno per i miei animali»

«Facci vedere subito» disse la recluta, con fare minaccioso.

«Ma vi prego, farò tardi e mi aspettano a casa»

L'altro soldato si arrabbiò e gli urlò contro.

«Come osi discutere vecchio!» dopo diede ordini alla recluta «Vai controlla»

Il giovane controllò con attenzione il carretto e tolse parte del fieno, per poi scavare a fondo. Le sue mani toccarono qualcosa di solido, che venne subito afferrato e tirato fuori dal carro. Era un prosciutto.

«E questo? Ce lo volevi nascondere? Vecchia canaglia!»

«Vedete signori, questo prosciutto è parte della mia ricompensa, mi è stata data dal mio padrone per un lavoro che ho svolto per lui. L'ho coperto con il fieno, perché la strada è piena di briganti. Se vedete c'è anche il marchio a fuoco del suo casato»

I due soldati si guardarono tra loro e si scambiarono un gesto d'intesa. Il vecchio poteva dire la verità, ma quella era un'occasione per arraffare qualcosa di sostanzioso.

«No vecchio, tu hai cercato di fare il furbo... ora noi requisiamo questo bel prosciutto e tu finisci al fresco in prigione»

«No vi prego, cosa porterò a casa? Come mangeranno i miei nipoti?»

La recluta, vedendo implorare l'anziano contadino, sghignazzò di gusto e si avvicinò ancora al prosciutto.

La strada che proseguiva dopo quelle porte, conduceva al casale della compagnia e Gabriele, che stava andando al colloquio con Tolomei, si trovava a passare in sella a Palatone. Notò subito i soldati e il vecchio in lacrime, che gridava di ridargli la sua ricompensa ottenuta con molta fatica.

«Che cosa sta succedendo qui?»

«Vogliono prendere il mio prosciutto e mettermi in prigione»

Gabriele guardò l'anziano e poi volse lo sguardo stranito sui due soldati. Il più anziano dei soldati subito cercò di giustificare l'accaduto.

«Lo nascondeva nel carretto, lo ha sicuramente rubato»

Gabriele guardò il povero anziano che aveva un'aria agitata, intimorita e per certi versi anche rassegnata. Il cavaliere sbuffò e chiuse gli occhi, poi si rivolse alle guardie con tono serio.

«Avete prove contro di lui?»

«Beh veramente...»

«Come immaginavo, senza prove non potete fare nulla e non mi risulta che ci sia una legge che vieta il trasporto di viveri»

«Basta ora cavaliere! Non immischiarti in faccende che non ti riguardano» lo avvertì in malo modo la recluta.

Gabriele scese da cavallo e si avvicinò alle due guardie.

«Se si commettono soprusi di questo genere allora la faccenda certo che mi riguarda»

«Nessuno ti ha chiesto di metterti in mezzo»

«Ve lo dirò solo una volta, lasciatelo andare o ve la vedrete con me»

«Non ci fai paura!» urlò la recluta mostrando i denti e uno sguardo da cane rabbioso. Dopo impugnò l'alabarda con due mani e caricò contro il cavaliere, che con rapidità ed eleganza si spostò, tagliando l'estremità dell'arma. Subito dopo, la punta della spada era a pochi centimetri dalla gola della giovane recluta.

«Allora? Ci fate passare?»

La recluta sudò a freddo e deglutì nervosamente. Il soldato più anziano fece cenno al cavaliere di aver capito. La spada venne subito riposta, dopo con calma Gabriele prese il prosciutto e lo rimise a posto. L'anziano contadino spinse il carretto, con di fianco il cavaliere che lo scortava. I due soldati, ancora increduli e sconvolti, si fecero da parte. Il vecchio aveva ancora gli occhi lucidi, e nonostante tutto si fosse risolto, aveva un'espressione imbroncita.

«Ti ringrazio giovane, questo paese non è più quello di una volta»

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora