CAPITOLO 42 - Ben fatto figliolo

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I

Era domenica e nella basilica di Rocca Leone si diceva messa. Vicino all'altare c'era Tolomei e si rivolse ai pochi fedeli seduti sulle panche. Fra questi, seduto in fondo, c'era anche Gabriele con un braccio fasciato e la faccia gonfia piena di lividi. Nel giro di poco, la funzione arrivò alle battute finali e il monsignore diede la benedizione a quei pochi che continuavano a seguirlo.

«Benediximus vobis in nomine patris et filii et spiritussancti»

Le persone si fecero il segno della croce.

«Oremus: Vade in pace» disse infine il monsignore.

Dopo la gente si alzò e si avviò lentamente verso l'uscita. L'unico a rimanere fu Gabriele che rimase seduto ad aspettare Tolomei.

Il monsignore si faceva attendere, si stava togliendo le vesti da cerimonia e stava posando il vin santo con l'eucarestia. Faceva tutto lui, perché persino i suoi diaconi avevano lasciato la città da tempo e due dei suoi chierichetti vennero ritrovati squartati in città. Da allora le mamme del paese proibirono ai propri figli di entrare in basilica.

Gabriele si manteneva il braccio che gli procurava delle fitte lancinanti.

Il monsignore uscì dalla porta della sacrestia, e vedendo il cavaliere in quello stato, fece un respiro profondo e andò a sedersi vicino a lui.

«Porti ancora i segni dell'ultima battaglia... che notizie porti, figliolo?»

«Il primo nato è morto e dopo di lui anche Lorenzo... ho scoperto che a morire in realtà è stata solo la sua parte umana» rispose Gabriele con sconforto.

«Il male che l'aveva infettato è tornato alla fonte. Siete vicini alla fine della missione, presto tutto sarà finito» lo rassicurò Tolomei «Ci sono altri dubbi che ti affliggono? Noto inquietudine sul tuo volto»

«Sono solo preoccupato per ciò che ci attende»

«Finora hai svolto il tuo incarico in maniera irreprensibile, i tuoi compagni aspettano te per proseguire, hanno bisogno del loro leader.

Uccidendo il primo nato avete indebolito il potere della fonte e quindi anche le streghe, è il momento giusto per passare al contrattacco. Li condurrai alla vittoria nel nome del Signore, ne sono certo»

«Grazie per la fiducia che ripone in noi. Le assicuro che faremo il possibile per debellare il male una volta per tutte»

«Come intendi proseguire?»

«Fra una settimana andrò insieme ai miei compagni ai piedi della montagna, vedremo se c'è un modo per oltrepassare quella barriera e trovare il nascondiglio delle streghe, poi distruggeremo una volta e per sempre la fonte. Nel nostro gruppo si è aggregata anche una ladra redenta, ci è stata molto utile fino ad ora grazie alle sue capacità, e lo sarà ancora domani»

«Saggia decisione, figliolo. Quando la fonte sarà caduta, il paese potrà rinascere. Ora va'! Riposa che ne hai bisogno. Hai la mia benedizione e che il Signore ti accompagni»

«La ringrazio»

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora