CAPITOLO 1 - A volte ritornano

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I

Una piccola fiammella ardeva, avanzando tra i corridoi bui e stretti della basilica di Rocca Leone. L'uomo, che camminava in modo fiacco, reggeva un cero illuminato, era coperto da un mantello con cappuccio che gli copriva parte del volto. Solo la barba bianca faceva capolino. Il suo andamento era lento e affaticato, così come i suoi piedi e la sua schiena per lo sforzo.

Lungo il corridoio, c'erano dei ceri accesi e delle statue raffiguranti i vari arcangeli del paradiso. Una volta superata la sagrestia, si poteva accedere alla sala principale, in cui c'era una vasta navata con molte panche circondate da quadri e affreschi risalenti al secolo precedente. Il curato salì degli scalini e andò vicino all'altare. Dietro c'era una rappresentazione di Gesù Cristo in croce e l'uomo anziano, dopo aver acceso gli ultimi ceri, si inginocchio davanti a lui e si tolse il cappuccio.

L'uomo era calvo e portava una chierica color porpora. Il volto era magro, con gli occhi scavati di colore grigio chiaro.

Una volta illuminato il candelabro sull'altare, si poterono notare meglio anche la tunica nera, con i paramenti sul vestito dello stesso colore della chierica. Al collo portava il simbolo sacro della propria religione, una croce con uno zaffiro incastonato al centro.

Il curato si fece il segno della croce con solennità e si diresse con calma vicino al leggio. Sopra, c'era un vecchio libro, tra le pagine c'erano tante strisce rosse in tela, gli servivano a mantenere il segno delle pagine. Iniziò a leggere, mantenendo il rigo con una mano e con l'altra accarezzò la copertina rivestita in pelle. Dopo aver finito, lo chiuse e si rivolse verso la croce per pregare.

II

Le porte della basilica si aprirono all'improvviso, forti folate di vento spensero tutti i ceri accesi e d'un tratto fu di nuovo il buio. Il tonfo delle porte spaventò il curato facendolo girare di sopraffiato.

Un uomo con dei vestiti da contadino, stracciati e insanguinati, chiuse le porte con frenesia e corse verso l'altare come un ossesso, ma cadde a metà percorso.

L'anziano prete corse a soccorrerlo, e mentre lo teneva tra le braccia, notò molto sangue sul collo... era pieno di tagli e morsi.

«Santo cielo! Cosa ti è capitato?»

«Monsignor Tolomei aiutatemi, stanno venendo a prendermi!»

«Calmati figliolo, cos'è successo?»

«Uomini...» disse con voce fioca e debole «No... non lo sono più... mostri... mostri indemoniati... non lasciate che mi prendano»

Il contadino svenne tra le braccia del monsignore. Le porte della chiesa vennero spalancate di nuovo con violenza, la sala venne illuminata dai raggi della luna e all'entrata si potevano distinguere le sagome di tre loschi individui. Come aveva detto il contadino, ai tre era rimasto ben poco di umano. Avevano la bava alla bocca, i denti aguzzi e gli occhi rossi iniettati di sangue, proprio come delle bestie indemoniate.

Tolomei li guardò sorpreso e respirò affannando. Gli indemoniati avanzarono sicuri. Il monsignore, si fece coraggio afferrando la propria croce.

«Vade retro, demonio! Non profanerai la dimora del Signore!» urlò mostrando il simbolo sacro agli indemoniati, ma loro continuarono ad avanzare in maniera minacciosa.

«ABBANDONA QUESTI CORPI E MOSTRATI! SUBITO!» continuò a urlare.

Il crocifisso si illumino provocando una luce abbagliante e i tre individui svennero.

Ancora in affanno, l'anziano monsignore constatò che il suo intento era riuscito solo in parte, perché si sentì trafiggere alle spalle da una lama. Dietro di sé, a sorreggergli la testa, c'era l'uomo che gli aveva chiesto aiuto. Il suo aspetto era mutato, anche lui era diventato una bestia indemoniata.

La lama venne estratta dal corpo di Tolomei, che si accasciò a terra. Dolorante, il monsignore guardò con attenzione il suo aggressore e notò qualcosa di diverso dagli altri, ma che gli era familiare. Quell'aura oscura e quegli occhi neri privi di iride erano colmi di desiderio di morte. Non poteva sbagliarsi, li aveva già visti in passato...

«Non può essere! Ti avevamo già annientato» disse incredulo in preda al dolore.

l'indemoniato rise in preda alla follia e corse verso il monsignore, per sferrargli l'ultimo colpo mortale. Tolomei afferrò ancora il crocifisso e si concentrò. Tutta la sala si illuminò con la stessa luce abbagliante di prima, ma stavolta più potente. La luce si vide anche dall'esterno fuoriuscire dalle feritoie della basilica, insieme a una coltre di fumo con le sembianze di un demone.

III

Il monsignore riprese i sensi, disteso a terra con il corpo pressato da qualcosa: era il cadavere del contadino, lo spostò con fatica e si rialzò con lentezza. Notò che i corpi degli uomini a terra erano tornati normali e li superò avvicinandosi all'ingresso della basilica. Zoppicava e a ogni passo faceva una smorfia di dolore. I raggi della luna illuminavano Tolomei, che era coperto di sudore e sangue. Arrivò barcollante vicino alla porta, vide in lontananza il monte Luet, e sopra di esso il cielo tempestato di nuvole in subbuglio, che stava creando uno strano vortice.

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora