I
Era calata la notte sulle case di Rocca Leone e Tessa si dava da fare a saltare da un tetto all'altro. La sua agilità e il suo equipaggiamento le permettevano di raggiungere con facilità anche palazzi più distanti, grazie all'ausilio di un rampino e una corda.
Era parecchio che non usciva per rubare e per un periodo aveva resistito alla tentazione, ma il giorno prima notò una collana di corallo molto pregiata, al collo di una giovane benestante del posto. Appena la vide se ne innamorò subito e decise che doveva essere sua, anche a costo di trasgredire alla promessa fatta a Gabriele e Nereo.
Era quasi arrivata all'obbiettivo, gli bastava scalare una palazzina di cinque piani. Per l'occasione si portò anche dei chiodi da arrampicata, ne usò quattro, poi uso il rampino per arrampicarsi e arrivare a una finestra.
Giunta davanti alla vetrata, prese dallo zaino un tagliavetri con la punta diamantata, lo passò sopra con molta delicatezza e ne tagliò una piccola porzione. Dopo introdusse la mano e aprì il lucchetto della finestra.
Entrare fu semplice e una volta dentro, sgattaiolò nella stanza della ragazza che stava dormendo sul letto. Tessa frugò ancora nello zaino e prese una boccetta di sonnifero, bagnò un panno e narcotizzò la ragazza, senza farsi scoprire.
In bella mostra sul mobile di fronte al letto, c'era il mezzo busto in marmo di una donna, al collo aveva la tanto bramata collana di corallo.
La ladra la guardò con desiderio e la prese per indossarla. Davanti a lei c'era uno specchio a parete che le permise di ammirarsi in tutto il suo splendore. Il corallo blu era pregiato e rendeva molto al collo di Tessa, che sorrideva soddisfatta, dandosi arie da nobile.
Dopo raccolse tutto l'equipaggiamento e si avvicinò alla finestra, ma si bloccò, per un attimo gli passarono per la testa le parole di Nereo.
"Tu invece rimarrai in questa prigione ancora per molto, perché sei solo una ladra che non sa fare altro"
Perplessa tornò indietro e si tolse la collana, le diede un ultimo sguardo e la ripose al collo del busto. Sbuffò e scosse la testa, ma ormai aveva preso la sua decisione.
II
La ladra stava scendendo con cautela dal palazzo, ma uno dei chiodi era allentato e cedette, facendole perdere l'equilibrio e cadere. Durante la caduta ebbe i riflessi pronti e lanciò il rampino, che si bloccò sulla tettoia di un palazzo. La corda si tese e catapultò la ladra contro un muro, per poi farla continuare a cadere.
Tessa era riuscita a limitare i danni, ma si ritrovava a terra con un braccio dolorante.
Proseguì camminando per i vicoli della città, massaggiandosi il braccio, in volto non si riusciva a capire se soffrisse più per il dolore, o per il rimorso di non aver preso la collana. La sua attenzione venne distolta da un rumore che proveniva dal vicolo a fianco.
Tessa andò a controllare e nell'ombra notò un uomo di spalle accovacciato su sé stesso, aveva un'armatura dal mantello blu e una grossa mole.
L'uomo emetteva dei versi gutturali e ai suoi piedi c'era del sangue. Tessa, credendo che avesse bisogno d'aiuto, si avvicinò a lui.
«Ehi tutto bene? Vuoi una mano?»
La ladra era a pochi passi, quando l'uomo fece cadere dalle braccia il corpo di una donna dal collo tutto sbranato. Tessa lo vide, e per un attimo rimase paralizzata dal terrore. L'uomo girò lievemente la testa e lei riuscì a intravedere degli occhi rossi e dei lineamenti deformi.
Era sola e incominciò a scappare, l'uomo non la seguì, ma lei non si fermò e proseguì di corsa verso la strada principale. All'improvviso, venne afferrata da dietro e le venne messa una mano davanti alla bocca.
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Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca Leone
FantasíaUn fantasy medievale ambientato a Stivalia una penisola ispirata al territorio italiano dell'epoca. Gli avvenimenti di questa storia si svolgono a Rocca Leone, epicentro della rinascita di un'entità malvagia che trae il proprio potere dalle cattive...