Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca Leone

Lettera di Alcide 3

27/07/1235

Mia amata Adele, la situazione si sta facendo sempre più preoccupante. È da qualche settimana che non si fa altro che sentire di bambini spariti e che poi vengono ritrovati ridotti a brandelli. Questa settimana sono già due i bambini scomparsi.

In paese nessuno vuole parlarne e quelle poche volte che cerco di capirne qualcosa con qualcuno, subito si cerca di cambiare discorso. La paura ormai fa da padrona e la vita diventa sempre più difficile.

Ringrazio Dio che tu e i nostri figli siete al sicuro. Per fortuna che l'altro giorno gli inquisitori hanno sgominato un gruppo folto di indemoniati pronti a banchettare con l'ennesimo bambino innocente.

Proprio ieri Tolomei è dovuto andare in paese, perché una donna aveva cercato di azzannare il proprio marito e i suoi figli. Con la croce che ha al collo è riuscito a esorcizzarla, ma era esausto e si vede che il suo potere si fa sempre più debole.

Un giorno mi è capitato di parlarci, perché ero davvero sconfortato e lui con le sue parole mi ha dato forza. È davvero un uomo rassicurante, mi piacerebbe essergli d'aiuto in qualche modo, ma più di scrivere missive per lui non posso far altro.

In paese stanno anche nascendo nuovi gruppi d'insurrezione che vogliono prendere il sopravvento sulla chiesa.

Ormai i fedeli diminuiscono giorno dopo giorno e la basilica è sempre più vuota. Vedere Tolomei celebrare messa a solo quattro gatti, mi ha fatto davvero pena.

È solo l'amore che provo per te e i nostri figli e la possibilità di darvi una vita più agiata a trattenermi in questo posto, altrimenti starei con voi.

Tuo amato Alcide.