CAPITOLO 33 - Mi ricordi lei

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I

Tololmei stava innaffiando le piante del suo giardino. Nell'aria c'era odore di terreno bagnato, ma anche di aromi intensi ed erbe medicinali. Nella serra erano presenti svariati generi di fiori: I gigli; i papaveri; i tulipani; le margherite e le rose, il tipo di fiore preferito dal monsignore, che ne aveva di vari generi e tonalità. Tolomei amava rimanere solo in queste occasioni, aveva la possibilità di pensare e ricordare cose o persone del proprio passato, ma quel giorno la sua pace venne interrotta da una persona inaspettata.

«Buongiorno...» disse una voce femminile. Era Zoe, la maga di Colle Chiaro, vestita con un abito bianco e una mantella grigia dotata di cappuccio. Tolemei si voltò e la vide sorridendole. Era felice di vederla.

«Buongiorno a te, Zoe Martini. A cosa devo questa piacevole sorpresa?»

«Scusatemi se non mi sono fatta annunciare, ma avevo premura di incontrarla»

«Non devi scusarti figliola, la tua presenza qui rinvigorisce persino le piante che stavo innaffiando»

«Devo farvi i complimenti per queste piante, vedo che anche lei ha la passione per la botanica»

«Faccio del mio meglio... sicuramente tu avrai preso questa passione da tua nonna»

«Lei conosceva mia nonna?»

«Sì, la conoscevo e anche molto bene, era una grande maga, una donna che amava la vita e la viveva al massimo, metteva passione in tutto quello che faceva, ma... aveva anche il suo bel caratterino. Ricordo di quando mi fece levitare da terra a testa in giù, solo perché le calpestai alcune aiuole nel suo giardino, a parte questo... era magnifica, proprio come questa...» lo disse in maniera molto passionale e indicò la più bella rosa rossa del suo giardino.

«Una rosa con qualche spina» disse lei.

«Ma pur sempre una rosa» rispose lui.

«Vero...»

Tolomei le sorrise e notò i suoi occhi azzurro chiaro.

«Le somigli tantissimo, sai?»

«I parenti me lo dicono spesso»

«Gli stessi lineamenti, gli stessi occhi... mi sembra quasi di essere tornato giovane»

«Come ha conosciuto mia nonna?»

«La conobbi circa trent'anni fa, a quel tempo si faceva chiamare Meg ed era una maga molto famosa. Io avevo appena preso i voti e mi stavo specializzando in conoscenze arcane, per questo fummo entrambi chiamati per la stessa missione, neutralizzare il demone che

scaturisce dal male»

«Come andò?»

«Lo sconfiggemmo insieme, fu dopo quell'impresa che mi venne concesso l'onore di custodire una delle reliquie più potenti della cristianità, questa croce dorata che al centro porta un frammento della croce di Gesù Cristo nostro signore»

«Come lo sconfiggeste?»

«Fu una battaglia cruenta, ma alla fine avemmo la meglio noi, io e il re ce la cavammo e lei fu fondamentale per...» fece una smorfia di dolore e si toccò il petto. Zoe cercò di aiutarlo e si preoccupò, ma lui si ricompose subito.

«Che succede? Non vi sentite bene?»

«Oh, non preoccuparti... Il ricordo della battaglia deve aver fatto sussultare questo vecchio cuore»

«Mi dispiace se le do fastidio ancora, ma ho bisogno di sapere una cosa»

«Dimmi pure»

«Sono stata al palazzo della guardia e ho notato che non viene riportato nessun omicidio negli archivi giuridici, come me lo spiega?»

«La maggior parte dei reati è stata commessa da persone ignote e tutte le indagini svolte dalla milizia non hanno portato a nessun colpevole, quindi non c'è stato alcun processo»

«Ho letto anche di un certo Giacomo Ventura, venne cacciato dal paese ma non c'è scritto il motivo»

Il monsignore aggrottò le sopracciglia e si fece più serio.

«Vedi mia cara, queste piante hanno bisogno di cure continue, devono crescere forti e sane, e quindi me ne prendo cura io assiduamente... proprio come faccio con le persone di questo paese, ma se alla base di tutto le radici marciscono a causa di un parassita, io non posso fare

altro che estirpare la pianta per non far marcire il resto delle piante»

Ci fu un attimo di silenzio e disagio, che il monsignore interruppe, chinandosi e potando una rosa, per poi porgerla alla ragazza.

«Un piccolo omaggio per la fanciulla che mi ha fatto ricordare i vecchi tempi»

Zoe sorrise e lo ringrazio.

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora